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85 anni fa. Il grande crash di Wall Street.
Era il 29 ottobre. Un giorno come tanti, direte voi. Ma quel giorno sarebbe poi entrato nella storia. Era l’anno 1929, si arrivava da 6 anni di mercato azionario “toro” e in quei 6 anni il Dow Jones aveva guadagnato il 350%.
Il crollo del 29 ottobre non avrà più pari nella storia. Un -89% che rase al suolo migliaia di operatori e distrusse le finanze di moltissimi risparmiatori. Uno scenario così apocalittico, oggi, non è tecnicamente riproponibile, sopratutto in tempi così brevi (tranne il caso di una guerra nucleare ma, a quel punto, credo che la borsa diventi il male minore).
A quei tempi non esisteva nessun sistema di protezione del mercato e le stesse banche centrali non erano così intraprendenti come lo sono ora.
On October 29, 1929, Black Tuesday hit Wall Street as investors traded some 16 million shares on the New York Stock Exchange in a single day. Billions of dollars were lost, wiping out thousands of investors. In the aftermath of Black Tuesday, America and the rest of the industrialized world spiraled downward into the Great Depression (1929-39), the deepest and longest-lasting economic downturn in the history of the Western industrialized world up to that time. (Source)
Chissà quanto è distante quel quadro economico rispetto a quello attuale. Certo, non paragonabile per struttura, ma il rischio del grande crollo non si può mai escludere con questa economia (specialmente quella USA) fondata sulla liquidità “punto e basta”.
La tematica “quantitative easing” è vista da molti come il potenziale detonatore del “cigno nero”. L’elevata quantità di liquidità ha “modificato” il corso dei cicli economici, evitando magari delle recessioni, ma ha anche spostato in avanti i problemi, ampliandoli a livello di gestibilità.
Ieri sera la FED ha chiuso il QE, ma questo non significherà la fine delle iniezioni di liquidità. Il sistema sarà ancora alimentato dalla BOJ, sempre intraprendente, dalla PBoC che avrà comunque le suse belle gatte da pelare, e dalla BCE che, come scritto prima, ha forti dubbi sull’efficacia del QE se non per le finanze delle banche.
il post precedente spiega esattamente quanto può diventare pericoloso il QE. Gonfia il bilancio della banca centrale, e gonfia il mercato (visto che le banche NON investono sul territorio ma in finanza) facendo lievitare le quotazioni di tutte le asset class.
Indi per cui palese la creazione di bolle speculative. A meno che la matematica sia diventata un’opinione. Ma fintanto che la benzina delle banche centrali veine messa in circolo, tutto può ancora succedere. Nel bene e nel male.
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Ricordo a tutti questo sempre attualissimo approfondimento
In questi giorni sto leggendo un classico: “The Battle For Investment Survival” di Loeb.
Per quanto datato, lo ritengo uno dei migliori libri di finanza operativa, perché fornisce dei concetti e delle indicazioni psicologiche su come porsi nei confronti dei mercati finanziari… che nessuno dei libri recenti e blasonati, con quanti indicatori, formule, ecc. riesce a sostituire.
Comunque ritengo che una crisi del ’29 non la vedremo, finché le mani forti controllano il mercato dei derivati… poi chissà!