ORO: il barometro settimanale

Scritto il alle 10:31 da Roy Reale

GUEST POST: Gli avvenimenti più importanti della settimana

L’oro ha aperto la settimana a $1.721,50 e ha chiuso venerdi a $1.711,30.

Al Comex di New York, il contratto futures sull’oro per consegna Dicembre evidenzia un prezzo in risalita di $2,20 a $1.715,20 per oncia. Quello per l’argento, sempre per consegna Dicembre, e’ in risalita di $0,137  a $32,235.

Questa settimana il prezzo dell’oro ha testato quota $1.700,00. Il metallo giallo ha risentito della generale debolezza dei mercati azionari, soprattutto di quelli Statunitensi. L’incertezza sui listini americani ha avuto luogo a partire da lunedi’.

Secondo diversi analisti, i tagli alle stime dei profitti di Caterpillar (leader mondiale dei macchinari per il movimento terra) hanno innescato la miccia delle vendite in quanto sono stati interpretati dagli operatori come un chiaro indice di  rallentamento nel mercato dell’edilizia e  in generale di indebolimento dell’economia USA.

Risultati inferiori alle attese anche da parte di altri colossi come DuPont, 3M Company, Xerox, General Electric e Honeywell hanno trascinato al ribasso le borse globali. I mercati azionari hanno rialzato la testa solo venerdi’ quando il Dipartimento del Commercio ha reso nota la stima preliminare del Prodotto Interno USA che sarebbe aumentato del 2% nel terzo trimestre dell’anno, contro le previsioni degli analisti che si attendevano un aumento dell’1,8%.

In concomitanza con la diffusione dei dati sul PIL statunitense, le quotazioni dell’orosono rimbalzate dai minimi settimanali grazie agli acquisti di grandi acquirenti di metallo giallo, i cosiddetti “cacciatori di prezzi d’occasione” (bargain hunters), che hanno approfittato dei bassi prezzi dell’oro e argento per effettuare delle ricoperture e rientrare nei due mercati.

Le quotazioni dell’oro, in previsione per le due prossime settimane, potrebbero rimanere deboli a breve termine in quanto tecnicamente sembrano essere orientate a un ulteriore lieve ribasso (supporto a $1.685,00 se sfondassero in discesa l’importante area posta a $1.700,00). Prima resistenza settimanale a $1.720,00, poi a $1.730,00.

Come puoi notare dal grafico qui in basso, la correzione dell’oro in corso da tre settimane resta comunque modesta: un forte supporto e’ posto a quota $1.670,00 – $1.663.00 limite da cui l’oro potrebbe ricominciare la sua risalita.

Come invece puoi notare da questo grafico di ampio respiro, il trend rialzista resta comunque intatto.

Al di la dell’analisi strettamente tecnica, ricordiamo che il mese di Novembre e’ uno dei mesi piu’ promettenti per le quotazioni dell’oro, sia dal punto di vista storico che statistico. In generale i mesi rialzisti si riscontrano tra Novembre e Marzo.

Mancano 5 giorni lavorativi alle elezioni Presidenziali Americane.
Le quotazioni dell’oro potrebbero essere in procinto di un rialzo dopo le Elezioni, a causa delle decisioni che il Congresso dovra’ prendere in merito al fiscal cliff. Se il Congresso non giungera’ a un accordo questo potrebbe avere forti riflessi negativi sul dollaro e sui mercati azionari (per converso potrebbe accentuare la spinta rialzista del metallo giallo).

Potremmo mettere in conto, quindi, un forte rally dell’oro a partire da meta’ novembre circa, rally sostenuto anche dal perdurare di politiche ultra-espansioniste, interessi reali negativi e svalutazioni monetarie globali.

Al termine della riunione di Mercoledi del FOMC (Free Open Market Committe – il braccio operativo della Banca Centrale USA) la Fed ha lasciato invariati i tassi d’interesse e ha affermato di voler continuare a procedere con gli acquisti di Titoli del Tesoro e obbligazioni MBS (Mortgage-Backed Securities – ovvero cartolarizzazioni di mutui immobiliari), con il fine di schiacciare i tassi d’interesse sulla parte lunga della curva. La Fed ha dichiarato che il mercato del lavoro rimane asfittico e che il tasso di disoccupazione e’ ancora molto elevato.

In Sudafrica, linea dura contro gli scioperi del settore minerario. Gold Fields ha annunciato il licenziamento di 8.500 minatori; Anglo American Platinum, ha licenziato 12.000 lavoratori delle miniere del Rustenburg; Gold One International ha inviato 1.400 lettere di dimissioni. Il ricorso ai licenziamenti in Sudafrica e’ spesso una misura reversibile; dopo la presentazione dell’appello da parte dei lavoratori molto spesso vengono riassunti anche con aumenti dello stipendio. Ma le tensioni restano, come i continui cali di produttivita’ nelle miniere di oro e platino.

Moody’s ha deciso di tagliare il rating di cinque regioni spagnole. L’agenzia di rating USA ha ridotto i ratings di Andalusia, Catalogna, Murcia, Estremadura e Castiglia citando il peggioramento della liquidita’ e prevedendo la richiesta di aiuti al governo nel 2012. Il Governo Iberico ha escluso il raggiungimento dell’obiettivo di rientro di bilancio. Il tetto fissato del 6,3% e’ troppo basso e l’esecutivo guidato da Mariano Rajoy ha ammesso che a fine 2012 il livello di deficit del budget sara’ al 7,3%.

Secondo i dati diffusi da Eurostat, il livello del debito pubblico dell’Eurozona nel secondo trimestre 2012 continua ad aumentare. Nell’ambito zona Euro a 17 paesi, ha raggiunto il 90% del PIL (era pari all’88,2% nel primo trimestre) mentre quello della UE a 27 paesi ha raggiunto l’84,9% (dall’83,5% del primo trimestre). Il Debito Pubblico greco e’ arrivato al 150,3% del PIL nel secondo trimestre; subito dietro l’Italia, con un Debito Pubblico in continua crescita (a causa delle misure d’austerita’) con un rapporto Debito/PIL arrivato al 126,1%.

A Pechino e’ stata varata una nuova Agenzia di valutazione globale dei Ratings, con l’obiettivo dichiarato di fare concorrenza all’attuale cartello statunitense del Rating (Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch), che controlla il 90% del mercato.

La nuova Agenzia di Rating si chiamera’ Universal Credit Rating Group e nasce da una joint-venture tra la cinese Dagong, dalla russa RusRating e dell’americana Egan-Jones. Lo scopo di questa nuova Agenzia, come dichiarato durante la conferenza stampa di Pechino, e’ quello di creare una societa’ di rating globale alternativa al cartello di marca americana costituito dalle “tre sorelle”.

Vi e’ anche una valenza geo-politica e geo-strategica nella mossa di Pechino e Mosca: rafforzare l’asse politico ed economico cino-russo di contro allo strapotere anglo-americano nel settore del Rating visto il “peso” che hanno sui mercati i giudizi (dettati da valutazioni finanziarie ma anche politiche) delle Agenzie di Ratings su debiti sovrani e imprese (in conflitto d’interessi visto che le quote di maggioranza delle stesse sono detenute da grandi fondi d’investimento americani).

Importazioni di oro dalla Cina: Nuovo record

Le importazioni di oro dalla Cina riguardanti i primi otto mesi dell’anno hanno stabilito un nuovo record. Secondo l’Ufficio Censimento e Statistiche di Hong Kong, alla fine di Agosto la Cina ha importato 512 tonnellate di oro, 10 in piu’ delle riserve auree ufficiali della BCE.

Nei primo otto mesi dell’anno l’Australia ha visto incrementare le vendite di oro alla Cina di un formidabile 900% rispetto ai primi otto mesi dell’anno precedente. Secondo l’ufficio statistico dell’Australia il metallo giallo fisico e’ balzato al secondo posto delle proprie esportazioni sorpassando l’export di carbone; solo  l’export di ferro tiene davanti all’oro.

Il consumo di oro da parte del Dragone aumentera’ anche nel quarto trimestre del 2012. E’ la stagione del picco dei consumi, in questi ultimi mesi dell’anno i cinesi acquistano articoli da gioielleria per i matrimoni e regali.

Sembra che la Cina nutra sempre di piu’ l’appetito per l’oro, mentre vi sono segnali di perdita d’interesse per l’acquisto di titoli del Tesoro Statunitense (anche se rimane ancora al primo posto come acquirente, alla pari con il Giappone).

La crisi finanziaria del 2008 ha fatto perdere la fiducia dei cinesi nel dollaro americano e nel suo status di valuta di riserva mondiale. La Cina sta cogliendo l’opportunita’ (sul lungo periodo) per promuovere lo Yuan come valuta di riserva globale.

Nel Dicembre 2009 il quotidiano China Youth Daily segnalava che Ji Xiaonan, Presidente del Consiglio di Stato Cinese (Chinese State Council), dichiarava  in un’intervista che la Cina si sta prodigando nell’acquisto di oro da dedicare alle propria copertura aurea, con il fine di arrivare a possederne per un totale di 10.000 tonnellate entro 10 anni!

Infatti Ji Xiaonan ha citato il lavoro di un team di esperti economici che hanno valutato un possibile aumento delle riserve auree cinesi, a questo ritmo di acquisti, tendenzialmente a 6.000 tonnellate entro i prossimi 3-5 anni (potendo giungere a 10.000 tonnellate entro 8-10 anni).

I misteri legati alle riserve auree della Bundesbank

In Germania gli Auditors Federali della Corte dei Conti addetti alla verifica delle riserve auree della Bundesbank, si sono visti negare da quest’ultima la richiesta d’ispezione delle riserve di metallo giallo detenute all’estero e del loro effettivo valore.

Il report emesso dagli Auditors sostiene che:

 ”i lingotti d’oro facenti parte delle riserve auree della Bundesbank non sono mai stati soggetti a verifica da parte di quest’ultima e neppure da altri Enti di Auditing indipendenti. Non siamo pertanto a conoscenza della loro autenticita’ ed entita’. Siamo solo a conoscenza dei siti in sui sono stoccati“.

Le riserve auree della Germania (circa 3.400 tonnellate per un valore stimato di US $190 miliardi) sono stoccate presso alcuni depositi della US Federal Reserve, della Banca d’Inghilterra e della Banca di Francia. Le riserve furono stivate fuori dal territorio della Germania alla fine della seconda guerra mondiale per preservarle da una possibile invasione Sovietica.

La Bundesbank ha affermato “che non vi sono dubbi sull’integrita’ delle nostre riserve stoccate in siti esteri“. Resta il fatto che quanto dichiarato dalla Bundesbank non e’ mai stato soggetto a verifiche da parte di Enti indipendenti.

Philipp Missfelder, un uomo politico dello stesso partito della Merkel, ha chiesto di poter ispezionare i lingotti d’oro delle riserve auree della Bundesbank presso i depositi di Parigi e Londra.

Il giornale on-line “Bild” ha riportato che la Bundesbank ha negato l’accesso alle riserve come da richiesta di Missfelder portando a giustificazione il fatto che nei siti di Parigi e Londra, non sono stati previsti appositi locali per “visitatori”. La Bundesbank non permettera’ ai membri del Parlamento tedesco di visitare o ispezionare le riserve auree detenute all’estero proprio per il fatto che tali depositi non prevedono sale per visitatori esterni.

La Bundesbank, comunque ha deciso di rimpatriare 50 tonnellate di oro all’anno per i prossimi tre anni che saranno prelevati dai depositi di New York e trasportati al quartier generale della BuBa a Francoforte.

Il report degli Auditors sostiene che le riserve auree detenute a Londra sono scese a 500 tonnellate. Non si conosce esattamente l’entita’ delle riserve detenute in USA e Francia, anche se i media tedeschi hanno affermato che 1.500 tonnellate di oro sono stivate a New York.

Per quale ragione la BuBa (Bundesbank) ha deciso di rimpatriare il suo oro?

Secondo Petro Hambro, Presidente della societa’ mineraria Petropavlovsk, la Bundesbank avrebbe deciso di far rientrare l’oro in quanto la Banca d’Inghilterra (che detiene nei propri depositi le riserve auree della BuBa), in passato avrebbe messo in pratica operazioni di prestiti in oro (gold swap) e vendite di oro (con il Governo Gordon Brown). Per questo oggi ritiene piu’ appropriato e sicuro rimpatriarlo, anche se a livello ufficiale la BuBa dichiara di rispettare l’integrita’ e l’indipendenza della Banca d’Inghilterra.

Il problema e’ il seguente: 
la Bundesbank sara’ in grado di riavere il proprio oro, oppure essa figura nei bilanci della Banca d’Inghilterra solo a titolo di creditore di metallo giallo?  

Non e’ un mistero che le Banche Centrali e altre istituzioni finanziarie hanno venduto o prestato parte delle proprie riserve auree per soddisfare esigenze di liquidita’ a breve termine.

L’oro viene utilizzato in queste operazione di “swap” (ovvero di scambi di flussi di cassa) a titolo di “collaterale” contro cessione di valuta, ovvero di “cash” (le operazioni di “gold swap” possono essere paragonate alle operazioni di “pronti contro termine”  con le quali una parte vende titoli con la promessa di riacquisto a termine contro la cessione di contanti a una seconda parte. Nel caso del “gold swap” il collaterale non e’ costituito da titoli ma da oro).

Il problema che puo’ sorgere con la messa in atto di  queste operazioni di prestito ipotecato, re-ipotecato e ultra-re-ipotecato (in quanto il prestito iniziale e’ ceduto a una prima controparte che lo cede a una seconda e cosi’ via, potenzialmente all’infinito dato che la materia non e’ soggetta ad alcuna regolamentazione) e’ l’eventuale insolvenza di una controparte contrattuale. Se questa va in default e non e’ in grado di riacquistare l’oro oggetto di scambio, tutta la catena di prestiti tra controparti rischia di collassare (come successo l’anno scorso con il fallimento del fondo MF Global di Jon Corzine – in quel caso il collaterale era costituito da titoli obbligazionari).

Con la richiesta di rimpatrio delle proprie riserve auree la Bundesbank sta implicitamente mettendo a repentaglio la regola cardine dell’attuale deregolamentata globalizzazione finanziaria:

il potere di creare denaro tramite la catena delle cessioni infinite del primo presitito (infinite repoable liabilities). 

Concettualmente questo e’ il segreto della creazione infinita di credito (debito) da parte del Sistema-Bancario-Ombra (Shadow-Banking-System). La restituzione delle riserve auree da parte della BuBa interromperebbe tutta la catena consistente nella moltiplicazione illimitata di denaro creata con il primo prestito (in questo caso in oro come collaterale, ma il concetto e’ estendibile anche al processo di cartolarizzazione di mutui o altri processi di finanza “derivata”).

Dopo questo episodio i sospetti denunciati da Eric Sprott sulle reali entita’ delle riserve auree delle Banche Occidentali sembrano avvicinarsi sempre di piu’ alla verita’…

Riccardo G. – Deshgold

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1 commento Commenta
Scritto il 28 Ottobre 2012 at 18:59

Molto interessante…
E’ strano come l’oro alterni momenti di grande “moda” in cui tutti ne parlano, ad altri di totale silenzio. Proprio in quest’ultima situazione conviene rivolgere l’attenzione ai grafici ed alla scoperta di alcune notizie “fondamentali” più o meno note, come quelle citate in questo post.
Thumbs Up per Riccardo G. 😉

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