BITCOIN: cronaca di uno storno annunciato (ma ora si sta esagerando?)

Scritto il alle 08:06 da Danilo DT

Nei giorni scorsi ho parlato di BITCOIN e di come, secondo me, potevano esserci dei rischi nel breve periodo, sottolineando sia il forte ipercomprato e sia le problematiche a livello politico, visto che la Cina ha cominciato a muoversi contro le criptovalute al fine di limitarne la diffusione, si stavano muovendo in direzione opposta al Bitcoin.
Malgrado tutto questo, ho anche detto che il bitcoin, rappresenta non più una scommessa ma una certezza per il futuro, che però è difficilmente valorizzabile nel breve termine. Anche perché questo maestoso rally è legato anche alla copiosa massa di liquidità presente sul mercato, figlia di una politica monetaria straordinariamente espansiva che ha cambiato le dinamiche dei mercati finanziari. Per la cronaca sono anche stato attaccato per questi miei post, dove non criticavo il Bitcoin ma ne denunciavo solo per il BREVE periodo una possibile fase di difficoltà.
Infine resta anche l’incognita delle banche centrali.

Come ben sapete, il bitcoin (come anche le altre criptovalute) non è “pilotato” come le altre monete da banche centrali. Ha una struttura ed un percorso di crescita (mining) ben definito. E questa cosa inizia ad infastidire proprio la parte più classica del mercato, quella tradizionale delle banche centrali e dei governi.

Ad alimentare ancora l’incertezza ci mette oggi una delle istituzioni finanziarie più “figlie del sistema”, quella JP Morgan che maneggia una quantità immane di denari e se ne esce in un momento decisamente topico (dal punto di vista tecnico, sembra proprio una dichiarazione fatta ad hoc) con giudizi di certo non teneri.

(…) Dopo il picco di 5.013,91 dollari, raggiunto il 2 settembre, la moneta virtuale ha perso più di 1.000 dollari ed è oggi calata a un minimo di 3.907,26 dollari. Sul tonfo pesano le parole di Jamie Dimon, l’amministratore delegato di JP Morgan, che ha definito il bitcoin «una truffa» che «finirà male». E per togliere ogni dubbio, Dimon ha aggiunto che se scoprisse che un suo dipendente fa trading sulla valuta virtuale lo licenzierebbe in tronco: «Per due motivi: il primo è perché va contro le nostre regole, il secondo perché è stupido». Secondo Dimon, e non solo secondo lui, il rischio di una bolla speculativa è più che concreto. Il numero uno dell’influente società finanziaria ammette che la valuta può essere utile in aree dove non esistono altre opzioni oppure quando si deve commettere qualcosa di illegale: «Se si è in Venezuela, in Ecuador o in Corea del Nord, se si è uno spacciatore o un assassinio allora è meglio usare i bitcoin rispetto ai dollari. Quindi ci potrebbe essere un mercato, anche se limitato». (…) (Source) 

Credo non ci siano dubbi, la dichiarazione di Dimon ha comunque delle finalità politiche ben chiare. E’ evidente il tentativo di diffamare il Bitcoin e le criptovalute in modo netto e categorico, vendendo certezze che non possono certo essere tali. Se dovesi tradurre in un grafico “classico” il parere di Dimon, potrei sintetizzarlo con quest’analisi ciclica.

Un pochino più equilibrato (ma sempre molto critico) è il giudizio di uno dei grandi guru di Wall Street, ovvero Mohammed El-Erian, capo economista di Allianz:

(…) «dovrebbe valere la metà. La valutazione attuale sarebbe giustificata soltanto da un’adozione di massa della moneta, che non accadrà».

Anche qui si vendono certezze che non sono tali. Il Bitcoin sarà anche in bolla, ma decretarne la morte (oppure un -50% in modo così categorico) non è cosi agilmente calcolabile.

Infine una nota tecnica. Perché parlo di momento topico? Perché un asset di cosi difficile valutazione, ha un metro di analisi che può essere utilizzato dalla massa per poterne studiare e magari analizzare le tendenze, al fine di cercare dei prezzi target. Parliamo quindi di analisi tecnica e riprendiamo quanto dissi qualche giorno fa.

Il Bitcoin si è trovato con un supporto fondamentale in area 4000 $. Ora tale supporto è stato violato ed il rischio è che gli stop loss e la corsa a chiudere le operazioni possano spingere ancora più in basso il Bitcoin (ovviamente il discorso è poi parificabile anche alle altre criptovalute.

Dove starà la verità? Ha ragione Dimon, ha ragione El-Erian? Ha ragione il grafico? Impossibile dirlo, solo il futuro ci saprà dire. Intanto è evidente che il Bitcoin è più che mai legato alla fiducia del mercato. Ma come sempre sono solo pareri personali, detti da un incompetente che non capisce un tubo e di conseguenza non merita alcuna attenzione sull’argomento. E forse anche sul resto.

Grafico Bitcoin

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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3 commenti Commenta
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Scritto il 14 Settembre 2017 at 18:36

era ora che questa boiata pazzesca finisse ci vogliono i cinesi a drizzare il mondo
il bitcoin vale 1 euro cambio alla pari

pdf79
Scritto il 14 Settembre 2017 at 20:49

Da qualche parte ho letto un analisi di credit suisse che non si occupava del valore del bitcoin, ma poneva il problema di quando tutti i bitcoin fossero stati estratti e dei conseguenti costi di mantenimento dell’infrastruttura.
Nell’analisi si poneva l’accento sulla tecnologia blockchain come sistema per ridurre i costi delle banche.

luigiza
Scritto il 15 Settembre 2017 at 17:04

@pdf70
>> ma poneva il problema di quando tutti i bitcoin fossero stati estratti e dei conseguenti costi di mantenimento dell’infrastruttura.

Evidentemente quelli di Credit Suisse ignorano il fatto che nel mondo di Utopia i problemi da loro sollevati NON esisono. 🙂

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