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WALL STREET: stop al trend rialzista di breve
Sembra proprio che sia arrivato per la borsa USA il momento di partire con una correzione che non per forza deve significare “inversione di tendenza” ma può anche essere una naturale e fisiologica presa di beneficio. (Guest post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, nonostante l’uscita delle tante temute trimestrali delle aziende Usa, i mercati finanziari internazionali non hanno registrato particolari scossoni, anzi hanno proseguito nel loro trend rialzista. Evidentemente i conti delle imprese, seppur in evidente contrazione, sono stati ritenuti, dagli operatori di mercato, migliori di quelli che ci si attendeva. Al momento, il mercato mostra, dunque, ancora una gran fiducia, e confida in una rapida ripresa dell’economia. A mio avviso, bisognerebbe però interrogarsi sulle modalità con le quali tale ripresa dell’economia si manifesterà, e se davvero si manifesterà. Come ben sapete, chi scrive è da anni un inguaribile ottimista, ma sul prossimo futuro, da alcune settimane, comincio a nutrire qualche perplessità. In particolare non mi convince molto l’abbondanza di mezzi e di liquidità immessa sul mercato per contrastare le conseguenze della terribile pandemia virale. Decisioni, a mio avviso, dettate molto dell’emotività e non sufficientemente ponderate. Come dimostra ampiamente la storia dell’economia, sperare che la ripresa o crescita dell’economia possa derivare da un ampliamento a dismisura del debito, è una pia illusione. Il caso Italia ne è la riprova più evidente. Il nostro debito cresce, infatti, senza soluzione di continuità da decenni, ma l’economia nel contempo non cresce affatto, anzi arranca proprio a causa del fardello dell’enorme debito accumulato. Le controindicazioni di tale approccio, sicuramente non lungimirante, sono peraltro già visibili osservando con attenzione l’evoluzione del più ampio scenario intermarket. In molti si soffermano unicamente sulla sorte dei mercati azionari, e da questo punto di vista valutano gli interventi adottati con estremo favore. Ma se si allarga l’orizzonte di osservazione, vediamo già molti aspetti non proprio positivi. In particolare constatiamo, da alcune settimane, un deprezzamento continuo del dollaro Usa, che negli ultimi 4 mesi ha perso oltre il 5 % del proprio valore. D’altra parte se si allarga, a dismisura la spesa pubblica, com’è accaduto negli Usa negli ultimi mesi, e si finanzia la stessa con l’emissione di ulteriore moneta, è del tutto lecito attendersi un deprezzamento della stessa. Una manifestazione di debolezza della valuta Usa che, seppur ancora limitata e circoscritta, non vedevamo da molti anni, ossia dai tempi anteriori alla crisi del 2008. Insomma spero di essere smentito, ma nell’affrontare la crisi indotta dal covid19, potrebbe esser stato commesso lo stesso errore di politica monetaria commesso all’indomani dell’attacco alle torri gemelle di New York nell’anno 2001. Anche allora, come oggi, a fronte di un evento esogeno, e con un’economia in piena espansione, il presidente della Fed Alan Greenspan, rispose con una politica monetaria ultra espansiva, non corretta nemmeno dal suo successore Ben Bernanke, che ci portò poi alla terribile crisi finanziaria del 2008.
Ciò detto, non precorriamo però i tempi, ed esaminiamo cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, come detto, continua a deprezzarsi, nell’ultima ottava cede lo 0,73 % e retrocede a quota 95,54. Le commodities, questa settimana, cedono anch’esse lo 0,94 % in termini reali, e ciò lascia qualche interrogativo ulteriore sulla rapidità della tanto auspicata ripresa dell’economia globale. Anche il mercato obbligazionario, non lancia segnali incoraggianti. I rendimenti del bond decennale americano, arretrano di altri 2 bps, e retrocedono a quota 0,62 %. I rendimenti dei bond a 2 anni arretrano anch’essi di 2 bps, e retrocedono a quota 0,14 %. L’inclinazione della yield curve Usa resta pertanto immobile, pari a 48 bps, e non lascia ancora presagire una rapida ripresa economica, anche a causa del perdurare dell’epidemia, che negli Usa è tutt’altro che domata. Il mercato azionario, invece, si dimostra ancora una volta il mercato ove alberga il maggior ottimismo. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, lievità infatti di un ulteriore 1,25 % e raggiunge quota 3.224,73 punti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : + 19.513
Large Traders : – 3.459
Small Traders : – 16.054
Si riconferma, quindi, seppur in ulteriore indebolimento, la configurazione rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 8.299 contratti. Variazioni dello stesso segno, ed analoghe a quelle delle settimane precedenti. In particolare, le Mani Forti, ossia i Commercial Traders, proseguono nella loro opera di dismissione progressiva delle ingenti quote di posizioni long accumulate negli scorsi mesi. In quest’ultima ottava cedono altri 7.065 contratti long, e riducono l’entità della loro posizione Net Long sotto le ventimila unità. Gli Small traders, per nostra fortuna, non si lasciano abbindolare, rimangono sempre scettici e diffidenti, cedono anch’essi altri 1.234 contratti long ed accrescono ancor più la loro inusuale posizione Net Short. I Large traders, per contro, anche in quest’ultima ottava, acquistano infatti l’intero lotto degli 8.299 contratti long, e sembrano ormai molto prossimi ad invertire la loro ancora attuale posizione, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, come detto, sono perfettamente in linea con quelle registrate nelle scorse settimane. Sembra ormai prossima un inversione della configurazione che ha accompagnato in questi mesi il prodigioso recupero degli indici azionari Usa. D’altra siamo quasi ritornati sui massimi registrati in epoca pre-covid. Ciò non vuol dire che assisteremo a breve ad un pesante storno dei valori azionari, come sperano ancora gli incauti ribassisti. Molto più probabile assistere invece ad un rallentamento nel ritmo d’ascesa delle quotazioni. Le riserve sulla qualità dell’auspicata ripresa dell’economia, da me manifestate in premessa, potrebbero invece manifestarsi successivamente, se non interverranno nel frattempo correttivi nell’espansione del debito Usa, incautamente favorita dall’Amministrazione Trump. D’altra parte tra pochi mesi negli Usa ci saranno nuove elezioni presidenziali, e le cose spero possano cambiare in meglio. Per il momento la mia view rimane cautamente positiva, senza indulgere però in particolari ed immotivate euforie.
Mercato, pertanto, ancora relativamente in sicurezza, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questa prima metà dell’anno 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 6,6 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 13,23 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 6,63 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Rammento che nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 145 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio. riduco cioè dal 70 al 65 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 30 al 35 % le mie posizioni short, assumo cioè una posizione Net Long circoscritta al 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS