WALL STREET: ci prepariamo ad una correzione ma il trend sarà sempre rialzista
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, hanno, forse con resipiscenza, dovuto prender atto della tuttora difficile situazione dell’economia reale, che in molte aree mostra ancora tangibili segni di difficoltà e di rallentamento .Lo scenario intermarket ha registrato, infatti, sul piano valutario, probabilmente a causa del pessimo dato del Pil Usa del primo trimestre, un ulteriore indebolimento del dollaro dello 0,4 %. Coerentemente, con i nuovi deboli dati provenienti dall’economia reale, stornano dello 0,9 % anche le quotazioni delle commodities. Riflessi evidenti si registrano anche sul mercato obbligazionario. Il decennale Usa segna, infatti, un rendimento del 2,53 %, ossia 6 bps in meno della scorsa settimana, e ben 50 in meno dall’inizio dell’anno. Ancor peggio il bund tedesco, che segna un rendimento dell’1,26 %, ossia ben 12 bps in più della scorsa settimana, ed ormai 67 in meno del rendimento d’inizio d’anno. I mercati azionari, invece, sembrano voler perpetuare la divaricazione emersa di recente tra le due sponde dell’Atlantico. I mercati azionari europei registrano, infatti, ulteriori storni delle proprie quotazioni azionarie, che a Wall Street non trovano sinora alcun riscontro. Il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, ha, infatti, registrato, in settimana, solo un impercettibile storno dello 0,1 %, e continua ancora a flirtare con i suoi massimi storici.Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 16.443
Large Traders : – 4.295
Small Traders : + 20.738
Come succede ormai da ben sei settimane, la configurazione complessiva del mercato dei derivati azionari Usa, non assume una chiara e definita direzionalità, e permane in una posizione di assoluta incertezza. Anche questa settimana si registrano, infatti, movimentazioni dei diversi operatori pari a 10.371 contratti, che ribaltano nuovamente l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa. In particolare, i Large Traders, particolarmente indecisi nell’ultimo periodo, cedono 8.415 contratti long, e tornano nuovamente in posizione Net Short. Gli Small Traders, si mostrano anch’essi un po’ meno ottimisti della scorsa settimana, e riducono di 1.956 contratti la loro abituale posizione Net Long. I Commercial Traders, devono quindi nuovamente intervenire a sostegno del mercato, acquistando l’intero lotto dei 10.371 contratti long, ceduti loro dagli altri diffidenti ed incerti operatori. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, che disegnano nuovamente una debole configurazione ribassista, associate agli evidenti segnali deflazionistici provenienti dello scenario intermarket, potrebbero questa volta innescare finalmente l’invocata e salutare mini correzione dei listini azionari Usa, che non muterà, però, il trend primario del mercato azionario Usa, che al momento rimane chiaramente rialzista.Trend rialzista, che, come ormai ben sapete, preferisco personalmente tradare attraverso un originale stock picking sul listino azionario italiano, condotto in base ai criteri del “LONG TERM MOMENTUM“, i cui presupposti scientifici sono esposti nel mio nuovo sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Al riguardo, questa settimana, evidenzio che l’ultimo check-up di borsa italiana, palesa un evidente indebolimento del nostro indice globale, Ftse All Share, che sembra aver perso lo smalto d’inizio anno, e che registra una contrazione della sua performance annuale, oggi pari al + 12 %. Contrazione, che ha interessato anche il mio portafoglio LTM, che questa settimana registra un incremento annuale del 21,4 %, superiore comunque del 9,4 % rispetto all’incremento registrato dal nostro indice globale. Sovra-perfomance che testimonia dell’esistenza anche sul mercato azionario italiano dell’effetto momentum evidenziato dalle pregevoli ricerche scientifiche dei professori Jegadesh e Titman. Questa settimana, riposiziono strutturalmente il mio portafoglio, che sarà ora costituito prevalentemente da titoli del Ftse Mib, appartenenti ai settori della finanza, dei servizi pubblici, e delle telecomunicazioni.Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima.e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una nuova proficua settimana di trading .
GUEST POST BY LUKAS
Lukas & Friends,
AVVISO MOLTO IMPORTANTE.
In questi giorni e nelle prossime settimane, il “mercato” è/sarà “invaso” da aumenti di capitale: ebbene, tenete BENE A MENTE che con margini annui – (di ritorno, economico) – INFERIORI all’8% NON CONVIENE SOTTOSCRIVERE (“investire”) ❗
FateVi MOLTO BENE i conti. In specie, in quei settori dove tra “mercati ultra-saturi” e successivi investimenti – “costanti” – non si vede affatto un’orizzonte (della serie: “e Io pago”).
La calamita polleria farà di tutto per attrarVi: NON APRITE I VOSTRI PORTAFOGLI ❗
Mezzi avvisati, mezzi salvati.
サーファー © Surfer
MA NESSUNO HA NOTATO LO STRANO VOLUME SULLO S&P 500 SUL GRAFICO GIORNALIERO DEL 20 GIUGNO?
VEDENDO LA SERIE STORICA DEL GRAFICO NEGLI ULTIMI 50 ANNI NON SI ERA MAI VISTO MA LO VEDO SOLO SUL MIO GRAFICO??????????