WALL STREET: prove di ripartenza

Scritto il alle 15:43 da Lukas


Il quadro del CFTC di Chicago ci fa vedere mani forti ancora propositive, come se volessero mettere le basi ad una prossima ripartenza. Ma sappiamo tutti che il percorso è particolarmente complesso. [Guest  post]

Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, nessuna nuova circa il conflitto tra Russia ed Ucraina. La guerra prosegue, e nessuno cerca nemmeno più una soluzione. I danni politici ed economici diventano, nel frattempo, sempre più manifesti ed evidenti. L’inflazione, negli Usa, ha ormai raggiunto il 9 %. Un livello inimmaginabile solo due anni orsono. La recessione è ormai data per scontata dai più. Per la FED si porrà, ben presto, un gran dilemma da sciogliere.

Ovvero cercare di combattere l’inflazione, aumentando ancor di più i tassi, oppure preoccuparsi della recessione, e calmierare di conseguenza i suoi propositi di politica monetaria restrittiva. In Europa la situazione è ancor peggiore. L’inflazione è, anche qui, molto elevata. E potrebbe ulteriormente lievitare se ci sarà il blocco totale delle forniture energetiche ad opera della Russia. La BCE, a differenza della FED, non è sinora intervenuta, per non aggravare ulteriormente l’andamento del nostro ciclo economico, già alquanto debole e compromesso.

Ma fino a quando potrà continuare a restare inerme ? La sua inazione ha già determinato un vero e proprio crollo del valore dell’euro, che ha ormai lo stesso valore del dollaro Usa. Non dimentichiamo che noi paghiamo tutte le nostre importazioni, e soprattutto gas e petrolio, in dollari. Lasciar svalutare ancora l’euro, vuol dire importare automaticamente ulteriore inflazione. E non possiamo di certo permettercelo. Già ora le condizioni del nostro sistema capitalistico di produzione sono davvero difficili, ed impervie. E non è affatto un caso che in pochi mesi le condizioni politiche del Vecchio Continente si siano anch’esse marcatamente deteriorate.

Macron è ormai costretto a governare la Francia, senza aver più una maggioranza parlamentare. L’ineffabile premier della Gran Bretagna, Boris Johnson, dopo le baldanzose scorribande per le strade di Kiev, è stato costretto a rassegnare le proprie dimissioni, su impulso del suo stesso partito. E in ultimo, anche il nostro premier Mario Draghi, venerdì, si è visto costretto a salire al Colle, ed a rassegnare anch’esso le proprie dimissioni. Dimissioni respinte dal nostro Presidente Mattarella, che pretende un nuovo passaggio parlamentare, prima di sciogliere malauguratamente le Camere e mandarci tutti al voto.

Nel frattempo lo spread tra BTP e BUND e già risalito a quota 223 punti, e la borsa ha perso un’ulteriore 4,4 %. Insomma, non vorrei infierire, ma il quadro è davvero poco edificante, e per niente rassicurante. Siamo stati, purtroppo, dei facili profeti, quando qualche mese orsono, allo scoppio di un’assurda guerra, non immediatamente arrestata, anzi insensatamente alimentata, preconizzavamo le nefaste conseguenze che oggi vediamo. Credo che, mai come in questo caso, valga il proverbio, il detto, l’insegnamento che “ Chi è causa del suo mal pianga sé stesso “.

Dopo le sopra esposte considerazioni, d’ordine eminentemente personale, andiamo ad esaminare cosa ci indica, al momento, il sistema intermarket. Il dollar index continua, come ho già accennato, a lievitare, + 0,99 %, e raggiunge quota 108,06. I prezzi delle commodities, invece, stornano dell’1,12 in termini reali. Soprattutto a causa della forza del dollaro, nonchè dei venti di recessione che si fanno sempre più forti. E che si avvertono anche nel mercato obbligazionario.

Il rendimento del bond decennale Usa, cede infatti ben 15 bps e retrocede a quota 2,93 %. Il rendimento dei bonds a 2 anni invece lievita di 2 bps, e sale a quota 3,13 %. La yield curve Usa, appare pertanto, sempre più invertita, – 20 bps, e ciò fà ritenere ormai pressochè certa la recessione dell’economia Usa, nei prossimi mesi. Anche i mercati azionari, né sono ben consci. E lo sono, a dire il vero, ormai da tempo. Anche nell’ultima ottava, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cede 0,95 % e retrocede a quota 3.863,13 punti.               .

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 55.917

Large Traders :  – 44.155

Small Traders : – 11.762

Non muta, anzi si consolida, l’assetto del Cot Report sui derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state pari a 5.707 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato, anche questa settimana acquistano l’intero lotto dei 5.707 contratti long, e rafforzano ancor più la loro solitaria posizione, Net Long.

I Large Traders, invece, cedono altri 5.143 contratti long, e consolidano anch’essi la loro posizione, Net Short. Gli Small Traders, infine, cedono i residui 564 contratti long, e rimpinguano ancor di più la loro anomala posizione, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, confermano quanto abbiamo già detto nelle scorse settimane. A cercare d’arrestare la caduta degli indici azionari ci sono al momento soltanto le MANI FORTI.

Gli altri operatori appaiono invece sempre più disorientati e pessimisti. In questa occasione però anche le MANI FORTI fanno fatica, perché ci sono elementi di questa crisi, d’ordine prettamente politici, che sfuggono ad ogni loro determinazione ed influenza. Sono però ben coscienti che, anche in questo caso, gli altri impauriti operatori, vendono, come sempre accade, il bambino assieme all’acqua sporca.

Ovvero cedono titoli che valgono molto di più degli attuali valori di mercato. Segnalo, altresì che, nonostante le peculiarità dell’attuale periodo, e le connesse difficoltà, grazie al loro intervento gli indici Usa sono già ad un + 5,12 % rispetto ai minimi segnati 5 settimane orsono. Ciò potrebbe indurre ad un maggiore ottimismo, soprattutto per i mercati Usa, non ancora per l’Europa.

In ogni caso, non credo che, in questo periodo sia molto sensato far previsioni a medio-lungo termine, meglio agire step by step, ed osservare come si evolve la situazione. Per i suesposti motivi, allento un po’ il mio livello di copertura, ma riconfermo, soprattutto per gli indici europei la mia vision negativa sulle prospettive dei mercati azionari.

Mercato, quindi, a mio avviso, ancora difficile, che cercherò comunque di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita del 2,03 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, invece, ha registrato, nel contempo, una perdita del 23,33 %.

Conseguita pertanto, sinora, una sovra-performance del 21,30 %. Nei precedenti 9 anni, il mio trading system ha, invece, conseguito una sovra-performance media annua del 7,1 %, e presenta un’equity line in progresso del 175 %. Come accennato questa settimana,  modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 32,5 al 35 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 67,5 al 65 % le mie posizioni short, ovvero assumo una posizione operativa Net Short pari al 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire, e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può,se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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1 commento Commenta
kociss01
Scritto il 29 Luglio 2022 at 17:53

“””Siamo stati, purtroppo, dei facili profeti, quando qualche mese orsono, allo scoppio di un’assurda guerra, non immediatamente arrestata, anzi insensatamente alimentata, preconizzavamo le nefaste conseguenze che oggi vediamo. Credo che, mai come in questo caso, valga il proverbio, il detto, l’insegnamento che “ Chi è causa del suo mal pianga sé stesso “.””

NON DIMENTICHIAMOCI MAI CHE QUESTA GUERRA E’ STATA LUNGAMENTE PIANIFICATA A WASHINGTON E DINTORNI E MESSA IN ATTO ORA NEL MOMENTO A LORO PARERE PIU’ CONVENIENTE (cioe’ nel momento in cui gli usa erano piu’ forti economicamente e politicamente con un presidente diciamo facilmente “addomesticabile” mentre Trump non lo era affatto. nei loro piani la guerra adesso era facilmente superabile dal punto di vista degli USA ( dell’ europa chissenefrega ricordate il fuck UE del NUland???) anzi una Europa debole e in recessione uscira’ definitivamente dall’orbita di troppa dipendenza dalla Russia come materie prime e commercio). invece a quanto pare le cose sono andate diversamente da quanto programmato:
1- la russia vince sul terreno anche se fra molti dubbi e molti STOP AND GO
2- L’EUROPA ANDRA’ SICURAMNTE IN RECESSIONE MA AHI AHI ANCHE GLI USA MI SA CHE CI ANDRANNO !!!!
3- UN AINFLAZIONE CATTIVA, CHE DOVEVA ESSERE TEMPORANEA invece e’ venuta x restare chissa’ fino a quando……
4- UN BIDEN CHE NE ESCE CON LE OSSA ROTTE POLITICAMENTE E SARA’ DESTINATO A SOCCOMBERE NELLE ELEZIONI DI MID-TERM

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