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WALL STREET: ripartenza dopo la sosta

Scritto il alle 15:38 da Lukas


Dall’ultimo post su questo argomento è passato circa un mese ma il quadro di mercato come si sarà evoluto? Analisi del COT Report della CFTC (Commodity Futures Trading Commission) [Guest post]

Cari amici, dopo circa un mese di doverose vacanze, riprendiamo il nostro personale racconto degli andamenti dei mercati finanziari internazionali. Rilevo subito che durante quest’ultimo mese  sembra cambiato davvero ben poco. Le dinamiche mi appaiono infatti le stesse di 4 settimane orsono. L’S&P 500, che rappresenta il nostro benchmark dei mercati azionari internazionali, nell’ultima settimana ha ritoccato per la 55esima volta nell’anno i propri massimi storici. Quota oggi 4.535,43 punti.

Vi ricordate tutti coloro che 18 mesi orsono, al momento dello scoppio della pandemia, né prefiguravano il crollo a quota 1.000 ? E ricordate chi per un intero decennio ha blaterato di una bolla sempre prossima a scoppiare ? Penso proprio di sì. D’altronde come si fa a dimenticarli ?. Ne hanno scritte e dette così tante di castronerie che è davvero un’impresa rimuoverle dalla nostra memoria. Oggi sembrano scomparsi, ma non temete, credo si siano solo temporaneamente inabissati, ed aspettino la prossima occasione utile, per riproporre i loro deliri, e la loro nichilistica visione del mondo e della vita. Ma loro credibilità è ormai molto prossima allo zero, e non credo troveranno ancora gente disposta a dar credito alle loro nefaste elucubrazioni.

Dopo queste brevi battute, diveniamo però più seri, archiviamo cioè il passato, che è ormai storia, e concentriamoci più proficuamente sul presente e soprattutto sul futuro che ci attende. Cerchiamo cioè di comprendere ed immaginare quale sarà l’evoluzione prossima ventura del sistema di produzione capitalistico mondiale, e quale espressione ciò avrà sui mercati finanziari internazionali. Al riguardo, credo si navighi ancora molto a vista. La pandemia sembra aver prodotto dei cambiamenti importanti rispetto allo scenario, fortemente deflattivo, dei precedenti 15 anni. In tutto l’Occidente si è stati infatti costretti a sdoganare ed adottare politiche fiscali fortemente espansive.

Si è quindi prodotto un ulteriore ed ingente stock di debito, che si aggiunge a quello preesistente, già di per sé enorme. In molti temono un rigurgito inflazionistico, ed i primi dati sembrano dargli ragione. Personalmente non avvaloro tale tesi, credo trattasi di un fenomeno temporaneo e transitorio. Troppo forti, a mio avviso, gli elementi deflazionistici ancora presenti nel sistema. Credo trattasi, più verosimilmente, solo di un parziale e salutare riequilibrio. Di tale avviso sembrano essere anche i mercati, ed in particolare quelli azionari, che non temono un improvviso ritorno dell’inflazione, e continuano imperterriti a salire.

Monitoreremo comunque la situazione, ancora alquanto incerta ed in evoluzione. A me un po’ d’inflazione non dispiacerebbe affatto, anzi tutt’altro. Ritengo infatti molto peggio, a livello sociale ed economico, permanere nella spirale deflattiva degli ultimi 15 anni.

Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nelle ultime 2 settimane, s’è alquanto indebolito, e quota oggi 92,13. Le commodities, invece, sembrano ancora in buona salute. Negli ultimi 12 mesi sono rimbalzate del 33,4 % in termini reali. Ma ricordiamo che erano letteralmente tracollate allo scoppio della pandemia. Rispetto a 5 anni orsono sono lievitate solo del 12 %, ed è questo dato che mi fà sperare in una lenta fuoriuscita dalla terribile spirale deflattiva dei precedenti 3 lustri.

Più cauto e scettico si dimostra invece il mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, è oggi a quota 1,33 %. Il rendimento del bond a 2 anni, quota invece 0,21 %. L’inclinazione della yield curve Usa, si mantiene pertanto ben inclinata, a 112 punti, e ciò lascia ancora ben sperare sulle prospettive di recupero e crescita dell’economia Usa e mondiale. Di tale avviso anche il mercato azionario, che come già accennato è oggi sui suoi massimi storici.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 3.243

Large Traders :  + 2.388

Small Traders : + 855

Rispetto alla mia ultima pubblicazione, non è pertanto cambiato l’assetto del Cot Report sui derivati azionari Usa. Nel mese di agosto, invece, è stato addirittura più favorevole con gli Small Traders in posizione Net Short. Nella scorsa settimana le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 9.495 contratti. In particolare, i Large Traders, hanno ceduto l’intero lotto di 9.495 contratti long, e ridotto alquanto la loro  posizione, Net Long.

I Commercial Traders, invece, hanno acquistato 7.288 contratti long, e ridotto al minimo la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, hanno acquistato i residui 2.207 contratti long, ed hanno invertito la loro posizione, tornata in agosto addirittura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, seppur meno favorevoli di quelle registratesi in agosto, non destano comunque soverchie preoccupazioni.

Le Mani Forti non appaiono infatti preoccupate, e mantengono un livello di copertura davvero esiguo e limitato, ben inferiore alla loro media storica. Gli Small Traders, inoltre, non mostrano alcuna esuberanza, anzi tutt’altro, in agosto era tornati addirittura in posizione Net Short. Con tale situazione è davvero improbo immaginare uno storno rilevante degli attuali valori azionari.

Le posizioni dei diversi operatori sono però tutte molto esigue e molto prossime allo zero. Potremmo pertanto assistere nelle prossime settimane a ulteriori variazioni di assetto e di posizione. Nel frattempo, riconfermo e non modifico la mia ormai ben nota view, cautamente positiva, per il settore equity.

Mercato dunque ancora in fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi primi 8 mesi del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno del 6,1 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 18,63 %.

Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 12,53 %, causata dalla nostra iniziale prudenza, nonché da un evidente deficit di momentum, sul nostro listino, nei primi mesi dell’anno. Nei precedenti 8 anni, invece, il mio trading system ha  conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 175 %.

Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 75 al 70 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 25 al 30  % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long, pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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