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WALL STREET: mercato orso all’orizzonte?

Scritto il alle 10:52 da Lukas


Il quadro del CFTC di Chicago continua ad illustrare uno scenario molto legato agli eventi geopolitici. Intanto però la borsa USA è ad un passo da quello che è definito un “bear market” [Guest  post]

Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, è proseguita la guerra tra Russia ed Ucraina. I nazisti dichiarati del battaglione Azov si sono però finalmente arresi a Mariupol, consegnandosi nelle mani dei Russi. Un evento quest’ultimo che può far intravvedere un possibile epilogo del conflitto.

Lo speriamo, anche se in Occidente, e soprattutto in Inghilterra e negli Usa, il conflitto lo si vuole alimentare e non chiudere. Ciò nell’intento di arrecare danni alla Russia, e favorire magari un cambio di regime a Mosca. Un’illusione, anzi un vero e proprio azzardo, giocato cinicamente sulla pelle degli Ucraini, e dell’intera Europa. Spero che ben presto siano gli stessi Ucraini a sottrarsi a questi cinici interessi, ed a mettere onorevolmente fine al conflitto con i loro vicini Russi.

Prima ciò accadrà e meglio sarà per tutti Noi. Le conseguenze di questo insensato conflitto sono, però, già ora, molto pesanti e dure. L’embargo applicato nei confronti della Russia, ha privato molte aziende europee del loro principale mercato di riferimento e di sbocco. Il nostro storico sistema di approvvigionamento energetico risulta del tutto dissestato e da riprogrammare completamente. I prezzi di petrolio e gas sono lievitati oltre misura, con pesanti conseguenze su famiglie ed imprese.

Ma è sul piano macroeconomico che si avvertono le conseguenze più pericolose e gravi. L’impennata dei prezzi di petrolio e gas, ed in generale di tutte le commodities, ha infatti ulteriormente alimentato il fenomeno inflattivo. Ed il maggior tasso d’aumento dei prezzi si verifica propri nei paesi piu’ belligeranti, Usa + 8,2 %, ed Inghilterra + 9 %.

Ma anche in Europa il fenomeno è sempre più preoccupante. La FED ha già iniziato a reagire con decisione, alzando i tassi dello 0,50 %, e minaccia di proseguire ulteriormente. E la BCE s’appresta, forse a luglio, a intraprendere lo stesso cammino. Uno scenario del tutto inimmaginabile, solo 2 anni orsono, che ci porta dritti dritti verso una nuova ed inevitabile fase di recessione economica.

Recessione che gli andamenti dei mercati azionari, soprattutto Usa, stanno già scontando con sempre maggior decisione e convinzione. Gli indici azionari Usa, cedono infatti già intorno al 20 % da inizio d’anno e stanno per entrare nel classico mercato Orso.

Davvero un bel risultato per l’Amministrazione Biden. Costoro non hanno ancora ben capito che il Mondo non è più quello del passato. Sono cambiati profondamente, innanzitutto gli equilibri economici, ma anche quelli politici e militari.

E non sarà certamente una sporca guerra, giocata sulla pelle degli Ucraini, a riportarli ai loro antichi allori. Sarà l’evidenza dei fatti, testimoniata in primis dai mercati, a ricondurli molto presto alla ragione. C’è da sperarlo tutti, altrimenti ci aspettano altri anni di guai e di sofferenze.

Prendano  finalmente atto dell’assetto ormai multipolare dell’economia mondiale, e si adoperino per governarla al meglio, assieme agli altri attori, quelli reali e veri, e non presunti, com’è ormai oggi la Gran Bretagna dell’ineffabile Johnson.

Dopo le sopra esposte considerazioni, prettamente personali, andiamo ad esaminare cosa ci indica, al momento, il sistema intermarket. Il dollar index, dopo una lunga fase d’ascesa, storna improvvisamente dell’1,35 %, e retrocede a quota 103,03. I prezzi delle commodities, invece, rallentano ma non arrestano purtroppo la corsa (+ 0,4 %) in termini reali.

Movimenti alquanto preoccupanti si registrano anche nel mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, cede infatti altri 14 bps e retrocede quota 2,79 %. Il rendimento dei bonds a 2 anni, invece rimane stabile a quota 2,59 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto si contrae a soli 20 bps. E lo scenario della stagflazione diventa, ogni giorno che passa, sempre più probabile e concreto.

Dei mercati azionari Usa abbiamo già accennato. In storno da ben 7 settimane consecutive, In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cede un ulteriore 3,05 %, e retrocede a quota 3.901,36 punti.            .

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 991

Large Traders :  + 4.003

Small Traders : – 4.994

Cambia, pertanto, nuovamente, l’assetto del Cot Report sui derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state pari a ben 16.174 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato, nel tentativo di frenare la caduta dei corsi azionari, acquistano l’intero lotto dei 16.174 contratti long, e invertono, seppur di misura, la loro posizione, che diventa, Net Long.

Per contro i Large Traders, cedono 11.826 contratti long, ma restano ancora in posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi 4.348 contratti long, ed accentuano la loro anomala ed insolita posizione, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, confermano il crescente disagio presente sui mercati. Il nuovo assetto è come si può ben intuire, del tutto anomalo e transitorio.

Non durerà molto, credo. Gli operatori si muovono con molta fatica ed incertezza in un contesto del tutto peculiare ed eccezionale. Forse solo ai tempi dei missili a Cuba v’era stato un periodo uguale a quello attuale. Non credo che le MANI FORTI approvino e condividono quanto accade. Indurranno credo l’Amministrazione Biden a più miti consigli. Fanno fatica anch’esse a frenare la sfiducia che dilaga ogni giorno di più fra gli investitori.

Un’ulteriore slavina degli indici Usa aggraverebbe ulteriormente i già foschi presagi per l’economia Usa. La Guerra deve finire al più presto. Lo esige, in primis, l’economia occidentale, a differenza di quanto si ascolta e si legge sui nostri organi d’informazione. Il braccio di ferro con la Russia è del tutto insensato e controproducente. Non ci resta che sperare. Nel frattempo, riconfermo la mia sfiducia e la mia vision negativa sulle prospettive dei mercati azionari internazionali.

Mercato, pertanto, sempre in evidente down-trend, che cercherò tuttavia di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/.

Da inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita del 3,33 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, invece, ha registrato, nel contempo, una perdita del 12,21 %. Conseguita pertanto, sinora, una sovra-performance dell’ 8,88 %. Nei precedenti 9 anni, il mio trading system ha, invece, conseguito una sovra-performance media annua del 7,1 %, e presenta un’equity line in progresso del 175 %.

Questa settimana, non modifico l’assetto del mio portafoglio, riconfermo cioè il 32,5 % delle mie posizioni long, e il 67,5 % delle mie posizioni short, ovvero una posizione operativa Net Short pari al 35 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire, e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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