WALL STREET: mani deboli che comandano?

Scritto il alle 16:14 da Lukas


Che sia un momento storico più unico che raro è cosa nota. Ma vedere una situazione dove notiamo un particolare dinamismo delle mani deboli non è un bel segnale, soprattutto quando le mani forti giocano in difesa. Guardate cosa ci dice il COT Report della CFTC (Commodity Futures Trading Commission). [Guest post]

Cari amici, dopo una settimana di pausa, riprendiamo il nostro personale racconto sugli andamenti dei mercati finanziari internazionali. A dire il vero, non mi sembra sia cambiato molto rispetto a due settimane orsono. Le incertezze e gli interrogativi da dipanare sono infatti sostanzialmente gli stessi di 15 giorni fà. L’unico elemento relativamente nuovo è la ripresa, soprattutto in Europa, dei contagi da covid-19, che fa temere nuove restrizioni e nuovi lockdown.

La circostanza rende sempre più chiaro ed evidente che la lotta contro questo terribile virus  non sarà di breve durata, e che si prolungherà invece ancora per lungo tempo. Dovremo tutti fare una terza dose di vaccino, e speriamo che ciò basti. La crescente consapevolezza della persistenza del contagio, oltre a considerazioni d’ordine sanitario, implica anche notevoli conseguenze d’ordine economico e finanziario.

Una nuova diffusione del contagio potrebbe infatti imporre nuove chiusure e restrizioni che impatterebbero pesantemente sul faticoso processo di recupero dell’economia, oggi in atto. Anche per le Banche Centrali si prefigurano delle belle gatte da pelare. La persistenza del virus dovrebbe infatti indurle ad un atteggiamento ancora molto dovish ed accomodante.

D’altra parte, però, si trovano a dover fronteggiare una vera e propria fiammata inflazionistica, che in molti considerano transitoria, e che potrebbe invece sfuggire di mano. Insomma, un quadro economico-finanziario davvero peculiare e molto difficile da interpretare, i cui sviluppi restano per molti versi ignoti ed ardui da prevedere. Io personalmente, quest’anno, ho deliberatamente assunto, a differenza del passato, un atteggiamento operativo molto cauto e prudente. Ed ho avuto sinora torto.

I mercati azionari infatti hanno registrato lusinghieri incrementi. L’S&P 500 registra un incremento annuo del 16,42 %. Ancor meglio ha fatto il nostro FTSE MIB che consegue finora un rialzo annuo del 22,68 %. Il mio portafoglio invece si ferma al 9,13 %. Evidentemente il mio sistema di trading non è molto ben tarato per affrontare una situazione del tutto anomala ed eccezionale, com’è indubbiamente quella in corso. Probabilmente mi sarà sfuggito qualcosa, ed avrò fatto delle valutazioni errate sul contesto generale di mercato, ovvero sullo scenario intermarket.

Ma non per questo rinnego il mio trading system che negli ultimi 9 anni registra un’equity line in progresso del 180 %. D’altronde, confesso che, ad oggi, non ho ancora ben individuato i motivi della sotto-performance di quest’ultimo anno. Anzi, quantunque la rigiri, le ragioni della mia personale prudenza, mi appaiono tuttora fondate e ben giustificate, e come dirò in appresso, in quest’ultima ottava, ulteriormente accresciute.

Resto quindi in attesa delle future evoluzioni dell’economia e dei mercati, e soprattutto di comprendere quali siano stati sinora gli errori della mia parziale, e del tutto personale, sfiducia e sottovalutazione.

Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci dice, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, anche nell’ultima ottava, si conferma ancora fortissimo, rimbalza infatti dello 0,95 %  e quota oggi 96,07. Le commodities godono anch’esse della forza del dollar index, e si apprezzano in termini reali dello 0,47 %. Non coerenti e non in sintonia, invece, i rendimenti del mercato obbligazionario.

Il rendimento del bond decennale Usa, arretra infatti di 2 bps, e retrocede quota 1,55 %. Il rendimento del bond a 2 anni, invece, storna di 1 bp, ed arretra a quota 0,51 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, è pari a 104 punti, e ciò ci lascia pensare che la crescita dell’economia, nonostante tutto, proseguirà. I mercati azionari, come detto,  appaiono ancora tonici e ben intonati, e sui propri massimi storici.   .

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 31.157

Large Traders :  + 22.679

Small Traders : + 8.478

Si riconferma, pertanto, l’assai incerta e volatile configurazione del Cot Report sui derivati azionari Usa, di due settimane orsono. Nell’ultima ottava le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state esigue, pari a soli 1.286 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato,  cedono  l’intero lotto dei 1.286 contratti long, e consolidano l’entità della loro posizione di copertura, Net Short.

I Large Traders, invece, acquistano 275 contratti long, ed assestano la loro esposizione, Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano i residui 1.011 contratti long, e rafforzano la loro non esuberante, posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, del tutto interlocutorie, non modificano la situazione ed il quadro di questo particolare mercato. Si riconfermano le divergenze con il mercato primario, che appare senz’altro più ottimista. Una divergenza che, a mio avviso, lascia molto pensare.

A trainare quest’ultima fase di rialzo non sono state infatti le MANI FORTI, bensi Large e Small traders, notoriamente molto meno solidi e convincenti. Non credo che questi ultimi riusciranno a trascinare le quotazioni significativamente al di sopra dei livelli attuali. Il rapporto rischio/rendimento non mi appare più particolarmente favorevole, e non giustifica a mio avviso un atteggiamento operativo ancora aggressivo.

Anzi tutt’altro. Con ciò non voglio dire di puntare sul ribasso, ma coerentemente a quanto detto, anche in premessa, accresco ulteriormente le mie cautele e riduco ulteriormente la mia già morigerata esposizione sull’equity..

Mercato, dunque, in attesa di certezze, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/.

Nel corso dell’anno 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito, come già detto, un guadagno del 9,13 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 23,61 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 14,48 %, causata, come accennato, dalla nostra forse eccesiva prudenza, nonché da un evidente deficit di momentum, sul nostro listino, nei primi mesi dell’anno.

Nei precedenti 8 anni, invece, il mio trading system ha  conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 180 %. Questa settimana muto ancora l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 65 al 55 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 35 al 45 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long, pari al solo 10 % del mio portafoglio.

Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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