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WALL STREET: malgrado l’aria di correzione, il COT continua ad essere rialzista
GUEST POST – mercati laterali ma sempre con buona forza relativa, anche se il COT perde qualche colpo. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, le vicende della Banco Espirito Santo hanno catalizzato l’attenzione e fatto riemergere, soprattutto in Europa, vecchie paure, amplificate peraltro dai mercati finanziari, che cercano da mesi pretesti per giustificare uno storno delle loro quotazioni, ritenute da tanti sopravvalutate, se non addirittura in bolla.
Lo scenario intermarket, in particolare, ha registrato sul piano valutario, un lieve decremento, pari allo 0,1 %, del dollaro Usa, che ne riconferma la sostanziale stabilità degli ultimi nove mesi. Violento, e passato però quasi inosservato, lo storno settimanale registrato delle quotazioni delle commodities, che cedono un ingente 3 % delle loro precedenti quotazioni. Storno che testimonia, a mio avviso, che i problemi maggiori riguardano ancora e soprattutto l’economia reale, le cui previsioni di crescita dovranno nuovamente essere riviste al ribasso, e non quelli dell’economia finanziaria, come le artate ed amplificate vicende del Banco Espirito Santo vorrebbero invece far credere. Difficoltà dell’economia reale testimoniata, peraltro, anche dai rendimenti del mercato obbligazionario. Il decennale Usa segna, infatti, un rendimento del 2,52 %, ossia ben 12 bps in meno della scorsa settimana, e ben 51 in meno dall’inizio dell’anno. Peggio il bund tedesco, che segna un rendimento dell’1,2 %, ossia 6 bps in meno della scorsa settimana, e ben 73 in meno dall’inizio d’anno. Per quanto concerne, invece, i mercati azionari, la speculazione, scatenata dal caso della banca portoghese, si è nuovamente accanita sulle borse europee, ed in particolare su quelle dei paesi periferici dell’eurozona, tra i quali l’Italia, che ha visto dimezzarsi in poche sedute i guadagni dei primi 6 mesi dell’anno. Il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, invece, non si è, invece, lasciato suggestionare, ed ha registrato, in settimana, solo un esiguo storno dello 0,9 %.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 16.487
Large Traders : – 4.159
Small Traders : + 20.646
Ci risiamo. Anche in quest’ultima ottava, come accade ormai da due mesi, la configurazione complessiva del mercato dei derivati azionari Usa conferma le propria incertezza e non assume una chiara direzionalità. Si registrano, infatti, movimentazioni dei diversi operatori, pari a 11.179 contratti, che ribaltano nuovamente l’assetto generale del mercato dei derivati azionari Usa. In particolare, i Large Traders, ancora indecisi e titubanti su quale direzione assumere, cedono 8,338 contratti long, e tornano nuovamente in posizione Net Short. Anche gli Small Traders, non si mostrano particolarmente ottimisti, cedono 2.841 contratti long, e riducono la loro abituale posizione Net Long a livelli inferiori alla loro media storica, confermando che, allo stato, di “ tacchini induttivisti “ da spennare, nel recinto del mercato ce ne sono ben pochi. I Commercial Traders, invece, sempre molto vigili ed attenti, acquistano l’intero lotto di 11.179 contratti long, e riducono a livelli più esigui la loro posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, che confermano le incertezze degli ultimi mesi, potrebbero forse alimentare l’ennesima mini correzione dei listini azionari Usa, che si rivelerebbe addirittura salutare, per confermare il trend di fondo dei mercati azionari, che rimane, a mio avviso, chiaramente rialzista.
Trend rialzista che, come sapete, preferisco personalmente tradare mediante un originale metodo di stock picking condotto sul listino azionario italiano, che cerca di sfruttare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, presente in tutti mercati finanziari, i cui presupposti scientifici sono esposti nel mio nuovo sito (cliccate qui). Stock picking, effettuato a seguito di un preliminare check-up globale di borsa italiana, che in quest’ultima settimana, registra un notevole storno della sua performance annuale, ridottasi di ben 5 punti percentuali, ed ormai pari al + 8,5 %. Stessa sorte registrata dal mio portafoglio LTM, che registra oggi un incremento annuale del 16,5 %, ancora superiore comunque di ben 8 punti percentuali rispetto all’incremento registrato dal mio benchmark , costituito dal Ftse all Share. Sovra-perfomance che, anche in questi mesi del 2014, ci dà piena conferma dell’esistenza, anche sul mercato azionario italiano, dell’effetto momentum posto in luce dalle pregevoli ricerche scientifiche dei professori Jegadeesh e Titman.
Questa settimana, in coerenza con le considerazioni esposte in premessa, riposiziono parzialmente il mio portafoglio, confermando, in particolare, tutti i titoli finanziari del mio portafoglio, a scapito dei titoli dei settori industriali, per i quali prevedo, credo del tutto controcorrente, maggiori problemi . Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una nuova proficua settimana di trading .
Lukas
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Sai….forse è solo una ” mia personale sensazione ” sentirmi controcorrente…….ma ascoltando da oltre 2 anni…..i suoi sinistri dei megafoni……. leggendo di bolle speculative pronte ad esplodere…….etc etc……ammetterai che la mia sensazione è del tutto giustificata !!!
Hai ragione per quanto riguarda il portafogli nel breve.
Seguire il trend è la regola e mai mettersi contro chi controlla il gioco, dà le carte e quando gli serve stamparsi gli assi, lo fa.
In fondo si tratta solo di capire dove tengono al momento la loro cassa e quando diventa realistica la perdita di controllo che sarà sociale e/o l’acutizzarsi di conflitti per ora locali.
La cosa è cominciata in modo visibile alle masse con la dot.com un bel po’ di anni fa e i tempi di una crisi sistemica quale è quella attuale, sono difficili da prevedere anche perchè esiste la variabile indipendente sociale e geopolitica che ne è una componente determinante.
Penso che sia illusorio considerare quanto sta accadendo un semplice incidente di percorso risolvibile con “riforme” “istituzionali” ed “economiche” che sono solo termini della propaganda di copertura alla realtà degli interessi di chi ha generato le distorsioni che hanno aggravato l’oggettività di una crisi ciclica di lungo periodo.
Bisognerebbe dividere in DUE il blog.
Prima parte: si parla di ECONOMIA
Seconda parte: si parla di FINANZA
Oggi ormai hanno a che fare come la marmellata sugli spaghetti ai frutti di mare (non so se rendo l’idea…)
A dire il vero l’Italia è uno dei pochi Paesi….ove la divaricazione tra ECONOMIA e FINANZA….non si vede affatto…..poiché al disastro dell’economia reale….si associa una Borsa che registra quotazioni ancora inferiori di oltre il 50 % rispetto ai massimi del 2007.
“Questa settimana, in coerenza con le considerazioni esposte in premessa, riposiziono parzialmente il mio portafoglio, confermando, in particolare, tutti i titoli finanziari del mio portafoglio, a scapito dei titoli dei settori industriali, per i quali prevedo, credo del tutto controcorrente, maggiori problemi . ”
Mah insomma…proprio controcorrente non dire.
E’ normale aspettarsi un rimbalzo tecnico sopratutto dei bancari, mentre gli industriali, visti i dati sulla produzione, sono in difficoltà.
Inoltre confermo il fatto che al momento non si sente il rischio di una vera correzione ma solo di TAKE PROFIT.
Quindi…. STAY TUNED!
🙂