WALL STREET: la correzione potrebbe continuare ma sempre senza grandi inversioni

Scritto il alle 15:45 da Lukas

Gli small traders sono ancora in una situazione di sicurezza, però il quadro continua ad essere correttivo. Senza fare dei drammi però, perchè mancano ancora a livello di COT REPORT, i presupposti per vedere una vera inversione di lungo termine. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali non hanno sciolto nessuno degli interrogativi e delle preoccupazioni odierne degli investitori. I rendimenti obbligazionari Usa continuano a salire pur in assenza di apprezzabili segnali inflazionistici. Appare, pertanto, sempre più evidente che lo scopo della stretta monetaria della FED non sia quello di morigerare l’inflazione, che non c’è, bensì quello di frenarela corsa degli asset azionari di Wall Street. A questi livelli i rendimenti dei bond Usa sono, infatti, già molto concorrenziali rispetto ai dividendi percepibili dalle azioni americane. Il problema è che, in un’economia ormai globalizzata, la FED non può più considerarsi soltanto la Banca Centrale di un Paese importante, anzi il più importante.

Le sue decisioni influenzano, infatti, inevitabilmente anche la vita e gli andamenti delle altre economie mondiali. Basti vedere quanto accaduto negli ultimi mesi nei mercati dei Paesi emergenti, e quanto accade oggi a Paesi super indebitati come l’Italia. Il pericolo sempre più tangibile è che la miope visione della FED finisca per determinare una frenata globale dell’economia mondiale. Potremmo cioè presto trovarci in una situazione paradossale, con tassi in aumento ed economia reale in rallentamento, o ancor peggio in recessione. I mercati, soprattutto in Asia ed Europa, subdorano tale pericolo già da mesi. Non a caso hanno già corretto i loro valori di borsa tra il 10 ed il 20 %. Speriamo pertanto in un ravvedimento e in un maggior senso di responsabilità da parte delle autorità monetarie Usa.

Lo scenario intermarket, già da mesi, testimonia tutte le incertezze dell’attuale momento economico. In particolare, il dollar index, sembra tornare di nuovo forte, questa settimana s’apprezza dello 0,5 %, e raggiunge quota 95,71. Nell’ultimo semestre l’apprezzamento è pari al 6 %, e ciò ha creato molti problemi ai Paesi emergenti, indebitati in valuta Usa. Le commodities, invece, da circa un anno, hanno arrestato la loro discesa, ma le loro quotazioni, seppur in crescita, restano ancora alquanto moderate. Solo + 5% negli ultimi 9 mesi, ma ancora – 23 % rispetto a 10 anni orsono. Da questo versante non si scorgono pertanto pericoli  inflattivi. Incoerentemente prosegue, invece, il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni Usa. I tassi dei bond decennali americani, lievitano infatti di altri 5 bps e raggiungono quota 3,20 %. Analogamente i rendimenti sui bond a 2 anni lievitano di 6 bps e raggiungono quota 2,91 %. L’inclinazione della yield curve Usa resta, comunque, positiva, il differenziale ( 10 – 2 ) è infatti ancora pari a 29 bps, e ciò rassicura sulla tenuta ulteriore del ciclo espansivo dell’economia Usa. I mercati azionari, dopo la forte correzione della scorsa settimana, restano invece molto cauti e guardinghi, in attesa di capire quale sarà l’evoluzione dell’incerta situazione attuale. il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, s’apprezza infatti solo di un impercettibile 0,02 %, e staziona oggi a quota 2.767,78 punti.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 110.316
Large Traders : + 94.908
Small Traders : + 15.408

Si conferma, pertanto, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in auge ormai da oltre 10 mesi.
In quest’ultima settimana, registriamo, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 23.194 contratti. In particolare, i Large Traders, cominciano finalmente a prendere atto dell’indebolimento del trend, cedono, infatti, ben 21.351 contratti long, ed attenuano l’entità della loro posizione Net Long sotto alle centomila unità. Gli Small Traders si mostrano anch’essi cauti e prudenti, cedono infatti 1.843 contratti long, e mantengono la loro posizione Net Long a livelli moderati e non certamente esuberanti. I Commercial Traders, le “ Mani Forti “ di questo mercato, sono quindi costretti ad acquistare, seppur a prezzi calanti, l’intero lotto dei 23.194 contratti long, e a ridurre di conseguenza, di un pari importo, la loro abituale posizione di copertura Net short, che era divenuta davvero ingente ed esorbitante. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, riducono le estremizzazioni delle scorse settimane, ma le stesse non scompaiono del tutto In particolare appare ancora molto elevata, e non proprio razionale e giustificata, l’entità della posizione Long dei Large Traders. Per riassestare il mercato devono ridurre ulteriormente la loro ancora elevata posizione Net Long. Solo allora l’attuale correzione potrà dirsi conclusa ed il mercato potrà nuovamente risalire. Negli ultimi mesi il mercato appariva infatti molto squilibrato e l’up-trend era trainato da pochi titoli, ossia dai cosiddetti FAANG.

Oggi questi ultimi hanno ridotto alquanto i loro valori, ed il mercato sta pian piano riacquistando un più solido equilibrio. Trattasi comunque di una correzione e non di un’inversione di trend, come sperano invece i molti ribassisti. Lo testimonia la posizione Net Long ancora molto moderata e non affatto esuberante degli Small Traders. Questi ultimi, infatti, sono le vittime designate e sacrificali di ogni bear market che si rispetti, ma oggi posseggono ancora poche azioni, manca quindi sul mercato il soggetto da bastonare e spennare. Sulla base di tali considerazioni confermo pertanto la mia view di medio termine sugli andamenti futuri dei mercati azionari Usa, che rimane lateral-rialzista. Più prudente, ossia laterale e neutra, quella sui mercati Europei ed Asiatici. View di mercato, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi, e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito un guadagno del 2,61 %, performance esigua, ma nettamente superiore a quella registrata dal nostro Ftse All Share, che registra, nel contempo, una perdita del 13 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance ( ALPHA ) del 15,61 %, che conferma tutte le prerogative del mio trading system, che nei passati 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò premesso, questa settimana, confermo l’assetto del mio portafoglio, costituito dal 50 % di posizioni long, e dal 50 % di posizioni short, ossia da una posizione assolutamente neutra, in attesa di ricevere più chiare indicazioni dal mercato. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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