WALL STREET: incertezza greca logora gli operatori

Scritto il alle 15:45 da Lukas

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GUEST POST –  La decisione sulla Grecia e il FOMC appena terminato hanno condizionato fortemente il sentiment degli operatori. Però l’incertezza unita alla mancanza di verve, ha comportato una piena mancanza di trend. Quindi nel quadro generale non si può che confermare lo scenario laterale. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.

Cari amici, nell’ultima settimana, i mercati finanziari internazionali, sono stati caratterizzati da un sentiment ambivalente, positivo e rassicurante per ciò che concerne le prospettive della politica monetaria Usa, negativo e pieno di crescenti timori per le sorti future della Grecia e dell’intera eurozona.
Lo scenario intermarket ha, infatti, registrato, dopo la riunione del FOMC, che ha lasciato invariati i tassi Usa, un coerente ulteriore storno dello 0,9 % delle quotazioni del dollar index. Sicchè in una delle peggior settimane della storia dell’eurozona abbiamo paradossalmente assistito ad un rivalutazione del rapporto di cambio EUR/USD risalito nuovamente nei pressi di 1,14. Inoltre, come già succede da alcuni mesi, allo storno della valuta Usa non ha fatto da contraltare un corrispondente apprezzamento nominale delle quotazioni delle commodities, stornate invece di un’ulteriore 0,8 %. Evidenzio al riguardo, che solo negli ultimi 2 mesi, le commodities registrano uno storno, in termini reali, delle loro quotazioni, pari al 5,2 %, e ciò non è certamente un buon viatico per le future prospettive di crescita dell’economia mondiale. Incerte prospettive di cui sembra voler finalmente prendere atto anche il settore obbligazionario, che registra rendimenti in netta discesa sia in Usa che in Europa. I rendimenti dei titoli decennali Usa, infatti, sono ridiscesi sino a quota 2,26 %, mentre ancor più marcata è la discesa dei rendimenti sul bund tedesco, tornati velocemente a quota 0,75 %.

Ciononostante si continua a parlare di un prossimo rialzo, ad opera della FED, dei tassi a breve Usa, anzi c’è chi ne ipotizza addirittura due entro la fine dell’anno. La ragione di tale apparente contraddizione, mai pubblicamente esplicitata, risiede nelle precaria situazione di bilancio della FED. La Banca Centrale Usa ha, infatti, un capitale di 55 miliardi di dollari, e già alla fine del 2013, allorchè i tassi sul decennale Usa raggiunsero quota 3,04 %, registrava perdite in conto capitale sui titoli acquistati in questi anni pari a 53 miliardi.

Pertanto se, come si ipotizza, i tassi sul decennale dovessero superare quota 3,15 % le perdite in conto capitale supererebbero il capitale della FED, e la stessa rischierebbe l’insolvenza. Onde evitare tale indecorosa eventualità, la FED, ancor prima del raggiungimento del limite predetto, non esiterà a rialzare i tassi a breve, anche a costo di innescare una breve recessione. Il rialzo dei tassi provocherebbe, infatti, uno storno del mercato azionario, con conseguente deflusso di fondi verso il mercato obbligazionario, che a sua volta vedrebbe aumentare le sue quotazioni, che è proprio ciò che serve alla FED per ridurre le proprie perdite e salvare il suo bilancio. Nei prossimi mesi, consiglio pertanto di monitorare attentamente l’andamento dei tassi sul decennale Usa. Se gli stessi dovessero veramente avvicinarsi o superare nuovamente quota 3 %, quello sarà il momento dell’aumento dei tassi a breve, ed il momento di uscire dal mercato azionario. Ma l’andamento dell’economia riporterà i tassi sul bond Usa nuovamente sopra il 3 % ? Ho i miei dubbi, ma al momento, non mi resta che rimanere in vigile ed attenta attesa.

Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Source: http://www.nowandfutures.com/cot.html

Source: http://www.nowandfutures.com/cot.html

Commercial Traders : – 15.870
Large Traders : + 4.134
Small Traders : + 11.736

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Source: http://finviz.com/futures_charts.ashx?p=d1&t=ES

Come avevamo previsto, dopo una sola settimana, cambia nuovamente la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava, si sono infatti registrate movimentazioni pari a 6.283 contratti, che ripristinano l’assetto prevalente degli ultimi 7 mesi. In particolare, gli Small Traders, temendo forse gli effetti di un possibile default della Grecia, prendono paura, e cedono l’intero lotto dei 6.283 contratti long, portando la loro abituale posizione Net Long a livelli davvero molto risicati ed esigui. I Large Traders, sempre molto confusi negli ultimi mesi, riacquistano, invece, 4.704 contratti long ed invertono nuovamente la loro posizione. I Commercial Traders, infine, sembrano perfettamente coscienti delle difficoltà che si prospettano per i mercati azionari Usa, ed acquistano altri 1.579 contratti long, riducendo la loro abituale posizione di copertura Net Short a livelli più bassi degli ultimi anni. La circostanza che gli operatori si mantengano ormai da mesi tutti molto prossimi alla linea della parità, testimonia plasticamente l’attuale situazione di stallo dei mercati azionari Usa, che purtroppo credo proseguirà anche nei prossimi mesi, in attesa di notizie più certe sull’andamento della crescita economica. Situazione, pertanto, non certamente favorevole per i traders, che sperano, invece, che il mercato, quanto prima, prenda una direzione ben precisa e definita.

Prospettive, dunque, ancora molto statiche ed incerte, che personalmente cercherò di tradare con il mio originale trading system che, come ormai noto, si propone di valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche condotte dai professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/2222. Dopo quest’altra difficile settimana borsistica, il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance annua pari al + 20,76 %, ancora superiore, così come accaduto nel biennio precedente, a quella conseguita dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari nel contempo al + 20,07 %. Da questa settimana, assumo tuttavia un atteggiamento più prudente, riducendo all’80 % la componente long del mio portafoglio. Per ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ gli eventuali interessati possono, se lo desiderano, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Riproduzione riservata

Lukas

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2 commenti Commenta
lampo
Scritto il 22 Giugno 2015 at 19:40

74% di indecisi (neutral+bearish)… non è ancora il momento per forti correzioni… anzi

Lukas
Scritto il 22 Giugno 2015 at 20:14

lampo,

la tua slide conferma i dati del cot report sui derivati azionari Usa.

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VEDO PREVEDO STRAVEDO tra 10 anni!

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