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WALL STREET: Draghi a sostegno anche del sentiment degli operatori USA
GUEST POST – QE Europeo migliore delle attese, e la borsa USA si tranquillizza, mettendo le basi per una fase di lateralità. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, nella scorsa settimana, come lasciava ampiamente presagire la decisione della Banca Centrale Elvetica che l’ha preceduta, la BCE ha annunciato, dopo anni di grandi contrasti e discussioni, un ampio programma di “ quantitative easing “, della durata di 18 mesi, e di ammontare complessivo pari a 1140 miliardi di euro, avente lo scopo dichiarato di combattere la stagnazione economica dell’eurozona, e di riportare il tasso d’ inflazione dell’area intorno all’obiettivo prefissato del 2 %.
Immediati i riflessi della decisione BCE sullo scenario intermarket. In particolare, sul piano valutario, l’euro si è immediatamente deprezzato di un’ulteriore 3 % nei confronti della moneta americana, sicchè oggi il rapporto di cambio EURUSD risulta fissato a quota 1,12. In meno di dieci mesi l’euro si è quindi svalutato di circa il 20 % nei confronti del dollaro Usa. Minori riflessi si sono, invece, registrati sul mercato delle commodities che, comunque, da alcune settimane, sembrano, non a caso, voler arrestare il loro down-trend. Un’eventuale ripresa economica dell’eurozona, infatti, dovrebbe favorire una ripresa delle loro quotazioni. Effetti più marcati si sono, invece, registrati sul mercato obbligazionario. In particolare, si registrano rendimenti in calo su tutti i titoli del debito pubblico europeo, particolarmente accentuati per i Paesi periferici dell’eurozona. Tuttavia, aldilà di tali effetti immediati, a mio personale avviso, l’acquisto di bond ad opera della Bce, non produrrà in futuro un ulteriore calo dei loro rendimenti, come pensano i più, ma al contrario un aumento degli stessi causato dall’effetto economico espansivo della manovra sull’intera economia europea. Del tutto lecito, pertanto, attendersi uno storno delle siderali quotazioni raggiunte dai bond europei. Storno che, a sua volta, favorirà, una crescita dei mercati azionari del vecchio continente, sinora eccessivamente penalizzati dalla persistente stagnazione economica dell’area. Peraltro, anche gli effetti immediati della decisione BCE confermano la mia ipotesi. Notevoli, ossia mediamente pari al 6 %, infatti, i rimbalzi settimanali registrati dell’equity europeo.
Anche i mercati azionari Usa, hanno comunque salutato con favore l’annuncio del QE europeo. Il nostro benchmark di riferimento, l’S&P 500, ha, infatti, registrato anch’esso, un incremento settimanale dell’1,6 %, che riassorbe gran parte dello storno delle precedenti ottave.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 61.658
Large Traders : + 25.559
Small Traders : + 36.099
Si riconferma pertanto la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa affermatasi negli ultimi 3 mesi. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano però pari a soli 7.665 contratti.
In particolare, i Large Traders, cedono l’intero lotto dei 7.665 contratti long, manifestando di nuovo perplessità circa la continuazione dell’up trend dei mercati azionari Usa, in voga ormai dai quasi 6 anni. Gli Small Traders, invece, si mostrano più fiduciosi, acquistano ulteriori 2.657 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione Net Long. Infine, i potenti Commercial Traders, risultano sempre molto vigili sulle sorti dei mercati azionari Usa, acquistano, infatti, la restante parte del lotto, pari a 5.008 contratti long, e riducono di conseguenza l’ammontare complessivo della loro abituale posizione di copertura Net Short. Le esigue movimentazioni di quest’ultima settimana lasciano, a mio avviso, presagire una riduzione della volatilità dei mercati azionari Usa, nonché la persistenza dell’andamento sostanzialmente laterale degli ultimi mesi. Da preferire a mio avviso i mercati azionari europei, che tuttavia la prossima settimana dovranno fare i conti con le imprevedibili conseguenze dei risultati delle elezioni politiche greche.
Per quanto concerne, infine, il mio personale trading system sull’azionario italiano, che, come ormai ben sapete, si propone di valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. devo dire che in quest’inizio d’anno, pur conseguendo una performance positiva pari al 2,14 %, registra al momento, a differenza del biennio precedente, una performance nettamente inferiore al nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari invece al 7,9 %. In quest’ultima settimana, infatti, l’effetto QE si è indirizzato soprattutto sui titoli del settore finanziario, interessato peraltro anche dalla riforma delle banche popolari, non facenti parte del mio attuale portafoglio. Avendo tuttavia sempre fiducia nelle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due ben noti professori americani, spero di poter presto riassorbire questo handicap iniziale. Rammento, agli eventuali interessati che possono continuare a consultare gratuitamente la composizione specifica del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas
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