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WALL STREET: qualcosa si muove all’orizzonte

Scritto il alle 09:40 da Lukas

GUEST POST – A fine 2013 arrivano i primi segnali di indebolimento dal Cot Report. Ma è presto per parlare di inversione vicina. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.

Cari amici, nella settimana natalizia, i mercati finanziari, non hanno riservato alcuna sorpresa, confermando tutti i trends in corso, ed in particolare l’ormai tradizionale e ricorrente rally azionario di fine d’anno.

Lo scenario intermarket, in particolare, ha registrato solo un lieve deprezzamento, dello 0,2 %, del dollaro Usa. Praticamente invariate, invece, le quotazioni delle commodities, che negli ultimi 2 mesi hanno registrato incoraggianti segnali di ripresa, dopo mesi di ininterrotto down-trend. Novità rilevanti si registrano invece sul fronte obbligazionario, caratterizzato, ormai da oltre un anno, da una continua lievitazione dei rendimenti. Il rendimento del decennale Usa ha segnato, infatti, a fine settimana un rendimento del 3 %, ossia ben 124 bps in piu’ di 12 mesi orsono, e ben 162 bps sopra i minimi registrati il 25 luglio 2012. Il bund tedesco, invece, ha segnato un rendimento dell’1,96 %, ossia solo 83 bps sopra i suoi minini storici registrati il 23 luglio 2012 . Differenza nella crescita dei rendimenti che testimonia alquanto fedelmente il diverso tasso di crescita economica attualmente esistente tra le due sponde dell’Atlantico. Nell’ultimo anno, come dimostra il grafico seguente, si è peraltro letteralmente ribaltata la correlazione inversa tra i rendimenti obbligazionari ed il mercato azionario, in voga sin dall’inizio della crisi finanziaria del 2008.

Negli anni precedenti il mercato azionario è infatti cresciuto con tassi in costante discesa, invece nell’ultimo anno la crescita delle quotazioni azionarie si è addirittura accelerata con tassi in rapida risalita, anche se nelle ultime settimane, come si nota graficamente, si cominciano a nutrire perplessita’ ed interrogativi crescenti. In realtà la risalita dei tassi è stata sinora percepita dal mercato come un positivo effetto della lotta alla deflazione condotta in questi anni dalle politiche monetarie iper-espansive delle diverse banche centrali. Anche l’annuncio dell’inizio del tapering annunciato dalla Fed  non sembra intimorire il mercato azionario, sia perché di entità alquanto ridotto, sia perché probabilmente si crede che sarà compensato da un’ulteriore espansione monetaria della Banca Centrale del Giappone. Come si evidenzia in quest’altro grafico, altro combustibile alla lievitazione dei corsi azionari, in quest’ultimo anno, è stato infatti fornito dall’iperbolica politica monetaria espansiva del governo nipponico, che ha portato ad un rapido ed ingente apprezzamento del rapporto di cambio $/YEN.

Dopo tale, forse, prolissa premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 82.756

Large Traders : + 47.531

Small Traders : + 35.225

Trova, dunque, ancora conferma, la configurazione complessiva del Cot Report sui derivati azionari Usa,  in auge ormai da ben 17 mesi. In quest’ultima settimana, registriamo però movimentazioni nelle posizioni dei diversi operatori pari a ben 16.916 contratti, che sembrano voler parzialmente indebolire la dominante configurazione dell’ultimo anno e mezzo. In particolare, i Large Traders riducono di 16.916 contratti la loro ancora ben consistente posizione Net Long. Per contro, i Commercial Traders riducono di 14.523 contratti la loro sempre ingente posizione di copertura Net Short. Gli Small Traders, infine, accrescono la loro abituale posizione Net Long di 2.393 contratti, e sembrano volere iniziare a cedere all’ottimismo tuttora imperante.

L’indebolimento della configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, e le preoccupazioni crescenti sul fronte dei tassi provenienti dallo scenario intermarket, lasciano intravvedere l’embrione di un possibile futuro mutamento di scenario. Segnali per ora deboli, che hanno bisogno di ulteriori conferme, e che, per il momento, m’inducono a non mutare, anche per la prima settimana del nuovo anno, la mia vision rialzista sull’andamento dei mercati azionari Usa.

Vision rialzista, perseguita, com’è ormai noto, non tramite i direzionali ETF, bensì attraverso lo stock picking sul listino azionario italiano, condotto sulla base della strategia “LONG TERM MOMENTUM“, ossia scegliendo, previo un check-up settimanale di borsa italiana, indici, settori e titoli che presentano le migliori performance negli ultimi 6-12 mesi. Check-up che mostra ulteriori segnali di miglioramento, rispetto alla critica situazione delle precedenti settimane. Miglioramento che trova, peraltro, riflessi anche sul mio portafoglio, il cui rendimento annuo risulta oggi pari al 46,5 %, rispetto al 43,7 % di 7 giorni orsono, e ben 29 punti percentuali sopra il rendimento annuo dell’indice Ftse all Share oggi pari al 17,5 %, e 17,5 punti percentuali sopra il rendimento annuale del nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, oggi pari al 29 %. Riconfermo, quindi, la mia vision rialzista sull’equity, e per questa prima settimana dell’anno sostituirò solo 2 dei 10 titoli del mio portafoglio, che sarà ora costituito da 5 titoli del Ftse Mid-Cap, da 4 titoli del Ftse Small Cap, e da 1 titolo del Ftse Star tutti appartenenti ai settori dei servizi di consumo, dell’edilizia e delle assicurazioni. Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, e formulo a TUTTI gli amici di Intermarketandmore i miei cordiali auguri per un sereno e felice 2014 .

Lukas

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