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WALL STREET: il barometro punta al bel tempo e…ai massimi storici!
Mercato in fase di calma apparente, e il COT report supporta un quadro che resta ancora positivo. Small traders sempre short e Commercial sempre bene in allerta. Ma ormai sembra chiaro dove si vuole portare il mercato. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, sui mercati finanziari internazionali è proseguito, senza alcuna sosta, il forte trend rialzista, che dura ormai da oltre 3 mesi. Un’inversione davvero eccezionale, soprattutto per la sua intensità e velocità. Basti pensare che il nostro benchmark azionario a livello globale, l’S&P 500, dall’inizio dell’anno segna un guadagno di ben il 15,4 %. Una performance che nei periodi buoni si ottiene di solito in 18 mesi. Un’inversione che ha sorpreso molti, me compreso. Il mercato ha però sempre ragione e non ci resta che prenderne atto. Il movimento in corso, che segue gli storni di pari ampiezza del precedente trimestre, testimonia che il mercato non gradiva affatto l’aggressiva politica monetaria della FED. Sgomberato tale macigno il mercato in pochi mesi ha recuperato tutto, ed oggi sembra puntare a nuovi massimi. Si è parlato di rallentamento economico, ed alcuni hanno addirittura ipotizzato l’arrivo di una nuova recessione. Gli andamenti dei mercati smentiscono decisamente tali nefaste ipotesi. In quest’ultima ottava ha cominciato a prenderne atto anche il mercato obbligazionario, che registra rendimenti nuovamente in ascesa. Gli accadimenti degli ultimi 6 mesi, estremamente contraddittori, confermano, a mio avviso, quanto sappiamo ormai da oltre 10 anni. L’economia cresce, ma a ritmi molto più moderati di quanto accadeva nei decenni precedenti. Immaginare, come ha fatto la FED nel passato recente, un diverso scenario, è non cogliere un dato di realtà ormai strutturale. In molti criticano le altre Banche Centrali per le loro politiche monetarie ultra accomodanti, ma è una critica priva di fondamento. Cosa dovrebbero fare ? Alzare i tassi, come fatto dopo la crisi del 1929, e determinare le stesse terribili conseguenze di allora ? Finchè l’economia resta in tale situazione, di bassa crescita, è del tutto logico che i tassi restino bassi, intorno agli attuali livelli. Analogo misunderstanding si registra circa gli andamenti dei mercati azionari. In molti, da anni, li ritengono sopravvalutati o addirittura in bolla. Nonostante i loro roboanti proclami la bolla però non è ancora scoppiata, ed a molti di loro sono nel frattempo spuntati molti capelli bianchi. A mio avviso rischiano d’imbiancare totalmente, perché allo stato non esiste nessuna delle condizioni macroeconomiche che potrebbe determinarne lo scoppio. Siamo, invece, in presenza di eccezionali favorevoli condizioni macro che giustificano ed alimentano un mercato toro, di carattere secolare, che credo durerà ancora, seppur con le inevitabili correzioni, come quella registrata negli ultimi mesi dello scorso anno.
Presenza di favorevoli condizioni macro confermate ancor oggi dall’esame dello scenario intermarket. Il dollar index, anche in quest’ultima ottava appare infatti tonico (+ 0,11 %). Nell’ultimo anno la rivalutazione è pari all’8 %. Dati che testimoniano una sostanziale assenza dell’inflazione, ossia del nemico principe, assieme alla più rara deflazione, del mercato azionario. Le commodities, invece, sembrano di recente molto più vivaci, + 1,7 % in termini reali nell’ultima settimana. Ma non c’è tensione sui loro prezzi, il loro è solo un benefico rimbalzo rispetto agli storni dei mesi precedenti. Nell’ultimo anno esse appaiono infatti stabili, o meglio in lieve e morigerata ascesa (+ 2,8 %). Il settore che ha, invece, destato, negli ultimi mesi, maggiori preoccupazioni è stato senza dubbio quello obbligazionario. Abbiamo infatti assistito ad un rapido calo dei rendimenti, che poteva far presagire l’arrivo imminente di una nuova recessione. Nell’ultima settimana abbiamo però registrato un’inversione del trend. I rendimenti dei bond decennali americani, lievitano infatti di 9 bps, e si riportano a quota 2,50 %. I rendimenti dei bond a 2 anni lievitano anch’essi di 7 bps e risalgono a quota 2,34 %. La yield curve Usa si inclina pertanto maggiormente ( 16 bps ), e l’ipotesi recessione appare più improbabile e lontana di sette giorni orsono. Dei mercati azionari abbiamo già accennato. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, quota oggi 2892,74 punti, a meno del 2 % dai suoi massimi storici
Ciò premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale , pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 12.206
Large Traders : + 14.835
Small Traders : – 2.629
Si riconferma, pertanto, la nuova configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto al precedente report, le variazioni nelle posizioni dei diversi operatori sono pari a 9.542 contratti. In particolare, in quest’ultima ottava, sono stati i Large Traders, a prendere qualche vertigine da alta quota, ed a cedere l’intero lotto dei 9.542 contratti long, restano però saldamente in posizione Net Long. I Commercial Traders, invece, sorprendono ancora, acquistano infatti la gran parte del lotto, ossia 6.290 contratti long, e riducono nuovamente l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, acquistano anch’essi 3.252 contratti long, ma restano ancora in posizione Net Short. Le movimentazioni del mercato dei derivati azionari Usa, di quest’ultima ottava, a mio avviso, testimoniano che gli operatori non sono ancora sazi dei rialzi degli ultimi mesi, e puntano decisamente a nuovi massimi. I Commercial infatti sembrano non tollerare alcun cedimento, hanno infatti acquistato gran parte di quanto venduto dai Large, e sembrano pronti a tornare nuovamente in posizione Net long se sarà necessario. Altro fondato indizio è dato dalla posizione degli Small Traders, che persistono in posizione Net Short. Essendo questi ultimi degli operatori contrarian è del tutto logico attendersi ulteriori rialzi degli indici azionari Usa e mondiali. Confermo, pertanto, con maggiore convinzione rispetto alla scorsa ottava, la mia view rialzista.
View che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo studio del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In quest’inizio del 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 2,04 %, ascrivibile alla nostra errata posizione short d’inizio d’anno. Nel frattempo il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 18,26 %. Conseguita pertanto una sotto-performance del 20,30 %. Un plateale, e non gradito, incidente, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16,2 %. Incidente che non mina, però, la fiducia nel mio trading system. Anzi, proprio sulla base della pregressa esperienza storica confido, nei prossimi mesi, di poter recuperare l’attuale sotto-performance. Rispetto alla scorsa ottava, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, incremento cioè dall’82,5 all’87,5 % le mie posizioni long, e riduco, nel contempo dal 17,5 al 12,5 % le mie posizioni short, assumendo quindi una posizione rialzista, pari al 75 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas
Innanzitutto Ti ringrazio per l’apprezzamento. Per quanto concerne ” il secolare rialzo “….Ti farei parlare con chi si è subito i 2 terribili bear market del primo decennio di questo nuovo secolo……..Quanto al mio amico Danilo fa bene a mettere in guardia gli investitori….Sai cosa dice il grande Warren Buffet ? …..Che gli investitori devono preoccuparsi di evitare le perdite, perchè a produrre i profitti ci pensa…..IL MERCATO.
There is no means of avoiding the final collapse of a boom brought about by credit expansion. The alternative is only whether the crisis should come sooner as the result of voluntary abandonment of further credit expansion, or later as a final and total catastrophe of the currency system involved.
Citi uno dei siti più permabear dell’intero web……….credo che gli autori siano molto incanutiti…..è già oltre un decennio che diffondono preannunci di disastri, puntualmente disattesi. Ma per la legge dei grandi numeri prima o poi ci prenderanno anche loro…..ma quando ? Il timing è il vero problema……
ehi Lukas, vedo che l’aggettivo INCANUTITO ti è piaciuto…eheheh
Ma infatti nessuno sa quando, e proprio perché sono 10 anni che va avanti. questo ciclo bull (uno dei più lunghi della storia) io resto flat. Troppo rischio
Bah sai…..10 anni sono tanti…..nella vita di una persona, ed il tempo è inesorabile per quanto concerne l’aspetto.
Dura da così tanto questo bull market….proprio perchè i più non ci hanno mai creduto. Ti devi, invece, preoccupare, quando prendi un tram nella tua città…..e senti la gente comune parlare di borsa e di titoli ( come succedeva nel 2000 ). Oggi non corri tale pericolo, le discussioni sono tutt’altre….. migranti, reddito di cittadinanza, tasse piatte, etc etc……insomma si pensa a come gestire la povertà, non la ricchezza.
molto interessante quello che scrivi Lukas, ma le azioni sono in “secolare rialzo” da sempre ovvero si può dire che nel lungo termine tale settore ha sempre sovraperformato rispetto ad altri segmenti di mercato….
mi hai strappato un sorriso con l’immagine dei “capelli bianchi” che sono spuntati a chi non ha creduto al mercato è si è perso questo rialzo…secondo la tua teoria l’amico Danilo DT dovrebbe essere ormai totalmente incanutito