WALL STREET: dopo l’euforia è tempo di calma piatta

Scritto il alle 15:10 da Lukas

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L’esuberanza irrazionale che ha portato la Trumponomics sembra scemare con il passare del tempo. I progetti del neo Presidente USA si scontrano con l’opposizione del congresso. E il mercato dei derivati si appiattisce di conseguenza. Analisi del COT Report from CFTC. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, hanno finalmente distolto l’attenzione dagli impacci d’avvio della nuova Amministrazione Usa, e si sono di nuovo, e più sensatamente, soffermati sulle dinamiche concernenti la crescita economica. Con qualche sorpresa, si è appurato che, nonostante il clamore mediatico degli ultimi mesi, in merito nulla è davvero cambiato rispetto agli andamenti degli scorsi anni. La crescita prosegue, ma con ritmi ancora molto lenti e moderati, e ciò non è affatto un male per la stabilità e per le prospettive future dei mercati finanziari.

Lo scenario intermarket, come accennato, non segnala, rispetto al passato, novità rilevanti. In particolare, il dollar index ha arrestato la sua corsa, ma non ha ancora invertito, come vorrebbe Trump, il suo andamento.

Negli ultimi 4 mesi le sue quotazioni risultano, infatti, abbastanza stabili intorno a quota 100. Le commodities, ed in particolare il petrolio, mostrano invece qualche debolezza. Gli effetti di tale debolezza cominciano, peraltro, ad evidenziarsi sui tassi d’inflazione, ovunque in calo nelle ultime rilevazioni. Ciò riconferma quanto pensavamo, ossia che uscire dalla scenario deflazionistico degli ultimi 10 anni, non sarà affatto un compito facile, anche per la nuova Amministrazione Trump. Coerentemente anche il mercato obbligazionario sembra volerne prendere atto. I tassi sui bond Usa a dieci anni sono, infatti, fermi a quota 2,40 %, in arretramento di 20 bps, rispetto al 2,60 % di qualche mese addietro. Tale scenario, ossia una crescita moderata e lenta dell’economia, paradossalmente, non costituisce un pericolo per i mercati azionari. Anzi è un elisir di lunga vita per il bull market azionario iniziato più di 8 anni orsono. Il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, è ormai più di un anno che non riesce a fare una correzione degna di tal nome, ed anche oggi staziona intorno ai propri massimi, ritoccati, invece, in settimana dal Nasdaq.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 70.947

Large Traders : + 62.303

Small Traders : + 8.644

Si conferma, ed anzi si rafforza alquanto, la nuova configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, variazioni ingenti nelle posizioni dei diversi operatori, pari a ben 21.883 contratti. In particolare, i Commercial Traders, forse definitivamente rassicurati sulla tenuta del mercato, cedono l’intero lotto dei 21.883 contratti long, e consolidano su livelli molti elevati la loro abituale posizione di copertura Net Short. Per contro, i Large Traders fanno incetta di acquisti, acquisiscono infatti ben 20.172 contratti long, e rafforzano in maniera consistente la loro posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano anch’essi i residui 1.711 contratti long, e con molta parsimonia e moderazione consolidano la loro nuova posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, molto ingenti nella loro entità, sono, a mio avviso, molto indicative anche per la direzionalità futura del mercato azionario. Il consolidamento dell’attuale configurazione, ci dice infatti che la stessa ci accompagnerà probabilmente per molte altre settimane, e forse per diversi mesi. Come ho già accennato sette giorni orsono, la mia personale retta di regressione dell’S&P 500 evidenzia che le attuali quotazioni sono superiori di circa 120 punti rispetto al loro livello di equilibrio. Orbene, alla luce del nuovo assetto del mercato dei derivati azionari Usa, si può ipotizzare che tale eccesso sarà sanato in due diversi modi.

Il primo prevede uno storno di circa il 5 % dai livelli delle attuali quotazioni dell’S&P 500. Soluzione questa a mio avviso preferibile, perché consentirebbe di eliminare taluno degli eccessi prodottisi dopo l’elezione di Trump, giustificati dal sentiment favorevole e non da reali mutamenti dell’economia. La seconda modalità, invece, prevede che l’eccesso valutativo sia riassorbito attraverso un estenuante, e molto noioso andamento laterale, che si prolunghi per l’intera primavera. Allo stato questa seconda ipotesi, da me non preferita, sembra la più probabile. Leggo, inoltre, sia di ipotesi molto più bullish della mia, che di imminenti crash di mercato, ipotesi che non condivido perché credo che l’andamento prossimo venturo, si rivelerà a sorpresa molto più cauto e lineare di quanto lascia temere e presagire l’esuberanza, per ora inconcludente, del nuovo presidente Usa.

Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora incerto, che cercherò, tuttavia, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo il primo trimestre dell’anno il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance ampiamente positiva, pari all’ 8,49 %. Performance superiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 7,80 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance esigua pari allo 0,69 %, inferiore alle nostre attese, che non fa comunque venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che nei passati 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al + 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, riconduco la mia esposizione sul mercato azionario italiano alla situazione precedente, ossia innalzo dall’80 all’85 % le mie posizioni long, e riduco dal 20 al 15 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

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