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WALL STREET: il 2015 inizia confermando i dubbi recenti
GUEST POST – Anno nuovo, dubbi vecchi. Le divergenze tra economia reale e finanza si ampliano e creano sempre più dubbi sulla sostenibilità del trend. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, anche le risultanze di quest’ultima settimana dell’anno, ribadiscono e confermano tutti i caratteri dell’anomalo ciclo economico finanziario del periodo post crisi, nel quale continuano surrealmente a convivere una debole crescita economica globale, e mercati azionari in perenne ed ininterrotto rialzo.
Lo scenario intermarket ha infatti registrato, un ulteriore apprezzamento dello 0,5 % del dollar index, che porta la rivalutazione complessiva del 2014 al 12,2%, con conseguente storno del rapporto di cambio EURUSD, ritornato vicino quota 1,21, nonchè del rapporto YENUSD giunto in prossimità di quota 120. Rivalutazione del dollaro Usa, che per mesi, ha celato, in termini reali, il progressivo ed ingente deprezzamento delle quotazioni delle commodities, scese negli ultimi 6 mesi di oltre il 20 %. Deprezzamento ingente, che testimonia in maniera evidente tutte le difficoltà correnti dell’economia reale. La pressione deflazionista proveniente del mercato delle commodities, ha peraltro trovato riscontro anche nel mercato obbligazionario. Il bond decennale Usa segna, infatti, un tasso del 2,19 %, ossia ben 84 bps in meno di quanto si registrava all’inizio dell’anno. Ancor peggio il bund tedesco che registra il minimo storico dei suoi rendimenti, a quota 0,54 %, in calo di ben 139 bps nel corso dell’anno. Discesa dei rendimenti, che continua ad alimentare l’inarrestabile up trend dei mercati azionari, soprattutto Usa. Il nostro benchmark di riferimento, l’S&P 500, ha infatti registrato, nel corso dell’anno un incremento del 12,5 %, ed una serie ininterrotta di nuovi record storici.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 65.349
Large Traders : + 36.508
Small Traders : + 28.841
Anche in quest’ultima settimana, si conferma pertanto la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa affermatasi negli ultimi 2 mesi. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano tuttavia ancora ingenti e pari a ben 30.556 contratti. A differenza della scorsa settimana registriamo, però, una minor fiducia sia dei Large traders che cedono ben 20.106 contratti long, che degli Small traders che cedono 10.450 contratti long. Cessioni che testimoniano ancora una volta che il mercato azionario, nonostante i prolungati rialzi, non ha ancora una sua naturale forza intrinseca. Basta infatti un temporaneo disimpegno delle cosiddette “ Mani Forti “ ed inevitabilmente il trend dell’azionario rallenta e diviene incerto. Forse per affrontare un inizio d’anno che si prospetta alquanto problematico i Commercial Traders, acquistano l’intero lotto dei 30.556 contratti long, ceduti loro dagli altri operatori, e riducono in maniera consistente la loro naturale ed abituale posizione di copertura Net Short. Il consistente intervento dei Commercial Traders mi induce a confermare quanto già espresso nelle scorse settimane, ossia che l’inizio d’anno si presenta alquanto problematico per i mercati azionari. Convinzione rafforzata, peraltro, dalle sempre più evidenti divergenze, non solo con gli High Yield, segnalate dall’amico Danilo, ma con tutta una serie di altri indicatori correlati all’andamento dei mercati azionari.
Per quanto concerne infine il mio sistema di trading basato sulla valorizzazione dell’ effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato in pregevoli ricerche, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio nuovo sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. è tempo di fare il bilancio annuale. Bilancio apparentemente inferiore a quello dello scorso anno, in cui registrammo una performance annua del 48,1 % a fronte di un incremento del nostro benchmark nazionale, Ftse All Share, del 17,6 %. Quest’anno invece il nostro benchmark ha registrato una perdita annua dello 0,3 %, evidenziando nel complesso una sostanziale assenza di momentum, ma il mio trading system ha comunque conseguito una performance annua del 18,9 %. In due anni pertanto l’over perfomance media risulta pari al 24,85 %, che ci conferma appieno dell’esistenza, anche sul mercato italiano, dell’effetto “ momentum “ evidenziato negli studi scientifici dei professori Jegadeesh e Titman. In sostanziale coerenza con la mia attuale vision generale sulle prospettive prossime dei marcati azionari, il mio portafoglio “ Azioni italia – LTM “ inizierà il nuovo anno con una componente short pari al 70 %.
Gli eventuali interessati che possono consultare gratuitamente la composizione specifica del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore un felice e sereno anno nuovo.
Lukas
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http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/1/1/SPY-FINANZA-La-profezia-del-66-sul-nuovo-ordine-mondiale/568623/ [attento che sono tre pagine ( niente in confronto alle 188 azzz )] Ciao.
Buon anno a te, grazie per i tuoi interventi, scusandomi se a volte sono stato polemico.