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Wall Street: il tapering una necessità, e all’orizzonte si inizia a vedere qualche nube sui mercati

Scritto il alle 14:45 da Lukas

GUEST POST – Wall Street e COT Report: Chart e analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.

Cari amici, nella prima decade del mese di agosto, complice il periodo feriale, quasi di soppiatto, sembra maturare e profilarsi un generale indebolimento dello scenario che caratterizza da molti mesi i mercati finanziari internazionali .

Lo scenario intermarket, infatti, anche in quest’ultima settimana, ha registrato un calo delle quotazioni del dollaro Usa dello 0,95 %, che porta lo storno complessivo dell’ultimo mese a circa il 4 %. Debolezza della valuta Usa, che accentua la concomitante ed ormai persistente fragilità delle quotazioni delle commodities, stornate in termini reali di circa il 9 % negli ultimi 4 mesi, e del 14 % negli ultimi 12 mesi. Ribasso che testimonia con evidenza che in molte aree del globo, ed in particolare in Europa, permangono gravi difficoltà ad uscire dalla più grave e prolungata recessione economica del dopoguerra. A differenza di quanto avvenuto negli scorsi mesi, da alcune settimane anche il mercato obbligazionario sembra coerentemente prendere atto della debolezza dell’economia reale, registrando l’arresto della vertiginosa risalita dei rendimenti, ed una conseguente lieve ripresa delle quotazioni dei bond. D’altronde anche per la Fed le perdite in conto capitale, indotte dal rialzo dei rendimenti dei titoli obbligazionari, acquistati in gran quantità negli ultimi anni, sono state, negli ultimi mesi davvero ingenti. Inoltre un’ulteriore rialzo dei rendimenti obbligazionari si rivelerebbe insostenibile per gli enormi debiti pubblici degli Usa e di molti altri Paesi europei. Ed a differenza di quanto io stesso pensavo, come già avvenuto in passato, e come testimonia il seguente grafico, soltanto l’interruzione del QE potrà determinare un nuovo salutare ribasso dei rendimenti obbligazionari.

Dunque il tapering, ossia la riduzione del piano di iniezione monetaria, si rivela quasi una necessità per le esangui casse pubbliche americane. Il mercato azionario, essendo stato molto favorito dalla politica monetaria espansiva, potrebbe essere, come ben sappiamo, la vittima designata dell’inevitabile fine degli stimoli monetari. Nell’ultima settimana, il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, ha registrato una perdita dell’ 1,07 %, e risulta complessivamente del tutto invariato da ormai 3 settimane, in attesa, crediamo, dello sviluppo degli eventi e delle decisioni inerenti la futura politica monetaria.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 97.168
Large Traders : + 67.107
Small Traders : + 30.151

Anche questa settimana, si riconferma, quindi, la configurazione complessiva del Cot Report sull’azionario Usa, in auge ormai da ben 12,5 mesi. Registriamo, tuttavia, movimentazioni da parte dei diversi operatori pari a 17.376 contratti, che sembrano voler indebolire la consistenza della favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In particolare, i Large Traders, hanno ceduto ben 17.367 contratti long, e ridotto di circa il 20% la loro ingente e durevole posizione Net Long. Per contro, i Commercial Traders hanno acquistato 13.063 contratti long, e riportato la loro ormai datata posizione di copertura Net Short a livelli meno estremi, inferiore alle centomila unità. Gli Small Traders, infine, hanno anch’essi acquistato i residui 4.313 contratti long, riportando la loro abituale posizione Net Long sopra le trentamila unità. Le suddette ultime movimentazioni settimanali dei derivati azionari Usa, unitamente alle considerazioni espresse in merito all’evoluzione dello scenario intermarket, non mi inducono, per ora, a mutare l’ormai nota favorevole vision circa le prospettive immediate degli indici azionari Usa, ma mi inducono certamente ad elevare, e di molto, il livello d’allerta e di controllo delle mie posizioni azionarie aperte.
Per quanto concerne, appunto, la mia personale operatività, attuata, lo ricordo, non tramite i direzionali ETF, bensì attraverso lo stock picking effettuato sul listino azionario italiano, condotto sulla base della strategia “ LONG TERM MOMENTUM “, ossia selezionando indici, settori e titoli che presentano le migliori performance degli ultimi 6-12 mesi, registro, dall’inizio dell’anno, un guadagno del 25,5 %, a fronte di un concomitante rialzo dell’indice FTSE ALL SHARE pari al 6,2 %. Dunque una sovra-performance di 19,3 punti percentuali, che ci dà ancora conferma della bontà dei criteri di selezione adottati. Il settimanale check-up di borsa italiana, ci porta a preferire anche per la prossima settimana, i titoli del Ftse-Mib, del Ftse Mid-Cap e del Ftse Star, appartenenti ai settori beni e servizi di consumo, industria, tecnologia e servizi finanziari.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una serena e proficua settimana.

LUKAS

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3 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 12 Agosto 2013 at 14:53

Se non vuoi sbagliare telefona a Jamie e chiedigli cosa sta facendo la sua premiata ditta. Pare siano abbastanza bravi:

The Number Of Days In Which JPMorgan Lost Money Trading In The First Half Is…. ZERO

(fonte ZH)

trattasi certamente di abilità maturata con ore e ore di assiduo studio. Alla fine la buona volontà unita all’onestà PREMIA SEMPRE.

Lukas
Scritto il 12 Agosto 2013 at 15:12

john_ludd@finanza,

Jamie di JPMorgan è un assiduo studioso?…….mi daresti il Suo numero…..per contattarlo ? :mrgreen:

Scritto il 12 Agosto 2013 at 16:29

john_ludd@finanza,

Lukas,

Diciamo piuttosto che ha le mani in pasta. O forse è lui che comanda la baracca…boh…

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