WALL STREET: i dubbi sul futuro, più che leciti

Scritto il alle 16:00 da Lukas


Il mercato sconta molto di quello che potrebbe avvenire nel futuro, una crescita economica molto forte sopratutto del Vecchio Mondo: e adesso diventa lecito iniziare ad interrogarsi se tutte queste prospettive sono corrette oppure no. (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno preso una salutare pausa di riflessione. Non tutti a dire il vero. E’ proseguito infatti il ritracciamento del valore del dollaro Usa, e come contraltare hanno ripreso a crescere le quotazioni delle commodities. A mio avviso i mercati, dopo aver già ampiamente scontato la ripresa economica post-covid, cominciano ad interrogarsi su cosa ci attenderà dopo. E su questo dopo non sembrano al momento avere già le idee molto nitide e chiare. Troppe infatti le incognite ancora da sciogliere. Le indicazioni oggi a disposizione sono, infatti, ancora molto flebili e labili. Negli scorsi mesi in molti si sono preoccupati della rapida impennata sui rendimenti dei bond Usa. Preoccupazioni del tutto immotivate ed ingiustificate. A dire il vero, qualche preoccupazione in più, dovrebbe alimentarla il ritracciamento dei tassi di queste ultime settimane.

Gli yield sui treasury Usa a 10 anni sono infatti rapidamente arretrati dall’1,73 % all’1,56 % di oggi. Non vorrei che ciò indichi e prefiguri, per il dopo covid, un ritorno al recente passato, ossia a quanto accaduto nel passato decennio, durante il quale la crescita economica, soprattutto in Occidente, è risultata costantemente molto asfittica e blanda. Un’eventualità questa assolutamente da non augurarsi. Anche perché ci sarà da affrontare il problema dell’ormai smisurato debito pubblico, cresciuto ovunque a dismisura per attenuare e lenire le devastanti conseguenze economiche causate dalla pandemia. Un problema, un ipoteca sul futuro dell’economia, che solo una crescita economica sostenuta, consentirà di affrontare e gradualmente risolvere. C’è dunque da augurarsi che si volti definitivamente pagina, e che si ritorni a crescere a ritmi sostenuti. In virtù di quest’auspicata crescita economica i tassi saliranno ?

Non sarà un problema, come temono a sproposito in tanti. Anzi tutt’altro. Tassi in incremento significano infatti economia in crescita. I soliti improbabili analisti, ormai ben noti ai nostri lettori, li additano, come uno spauracchio per l’economia e per le sorti dei mercati, ed in particolare per quelli azionari. Le evidenze dicono, invece, esattamente il contrario, tassi in rialzo sono sempre sinonimo di crescita, ed in quanto tali sempre ben accolti e considerati dai mercati, in primis da quelli azionari. Insomma un’altra bufala messa in giro ad arte, nelle scorse settimane, per sostenere l’improbabile ed ormai grottesca tesi di un imminente e catastrofico crollo dei mercati. Semmai un crollo dovesse verificarsi sarà a seguito del tracollo dei rendimenti, come accaduto durante la crisi finanziaria del 2008, e giammai, come sostengono costoro, per il moderato ed esiguo rialzo degli yield, a cui abbiamo assistito di recente, e già purtroppo in ritirata.

Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, come detto, scende ancora, storna infatti dello 0,76 %, e retrocede a quota 90,83. Le commodities, invece, lievitano dell’ 1,41 % in termini reali. Le quotazioni delle stesse ci dicono che forse la terribile fase deflattiva volge ormai al termine, e che ci attendono probabilmente periodi economici migliori e più equi. Segnali di maggior moderazione giungono, invece, come accennato, dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, cede infatti altri 3 bps e retrocede a quota 1,56 %. Ancora immobile, invece, il rendimento dei bond a 2 anni, fermo a quota 0,16 %. L’inclinazione della yield curve Usa si mantiene tuttavia ancora sostenuta, pari a 140 punti base, e ciò ribadisce l’aspettativa di una forte ripresa economica, peraltro già in corso. Il mercato azionario, infine, dopo una lunga ascesa si concede una meritata e salutare pausa. L’S&P 500 cede infatti appena lo 0,13 %, e si mantiene in prossimità dei suoi massimi storici.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 811

Large Traders :  – 8.628

Small Traders : + 7.817

Trova, dunque, ancora conferma, seppure a fatica, la configurazione fortemente rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state  pari a 6.336 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI, dopo aver trainato i recenti e forti rialzi, anche in quest’ultima ottava, allentano un po’ la presa, cedono infatti l’intero lotto dei 6.336 contratti long, ma restano, seppur di misura, ancora nella inusuale, e per loro insolita, posizione Net Long. I Large Traders, invece, acquistano 3.807 contratti long, ma restano ancora in posizione Net Short. Gli Small Traders, infine, acquistano i residui 2.529 contratti long, e consolidano lo loro sempre moderata posizione,Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, che non mutano il favorevole quadro di mercato oggi esistente, ci indicano, forse ancora solo in prospettiva, che gli investitori sono già focalizzati a capire cosa accadrà nel dopo pandemia

Come detto in premessa, le prospettive non sono ancora nitide e chiare, anzi tutt’altro. Per tale motivo le MANI FORTI, diventano un po’ più prudenti, in attesa di meglio comprendere cosa ci attenda nel prossimo futuro. Siamo credo, dal punto di vista dei mercati, in una fase transitoria. Scontato, con largo anticipo, il recupero post pandemia si cerca ora di comprendere, senza scossoni, quale assetto assumerà l’economia in questo nuovo decennio. C’è da augurarsi, come ho già detto , in un tasso di crescita maggiore del decennio scorso, basata magari sulla riconversione green dell’economia. C’è infatti molto da fare al riguardo. Temi comunque di là da venire. Rimanendo all’oggi invece, non ho motivi per modificare la mia ormai datata e ben nota view rialzista per i mercati azionari, che riconfermo, invece, appieno.

Mercato dunque ancora in fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di quest’inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno dello 0,67 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 10,26 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 9,59 %, causata dalla nostra eccessiva prudenza iniziale, e soprattutto da una rotazione settoriale non prevista. Negli ultimi 8 anni, invece, il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 165 %. Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, non muto l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè il 75 % delle mie posizioni long, ed il 25 % delle mie posizioni short, ossia una posizione Net Long, pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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