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Wall Street e COT Report: Chart e analisi
GUEST POST: analisi dei dati del CFTC e del COT Report secondo Lukas. Mercati che continuano a lateralizzare.
Cari amici anche l’ultima settimana non ha sciolto gli interrogativi circa la direzione prossima ventura degli indici azionari, che ormai da circa 2 mesi proseguono con un andamento laterale.
Se, nel ricercare indicazioni utili a risolvere il dilemma, si osserva e si analizza l’intero scenario intermarket, constatiamo da un lato sia una ripresa delle quotazioni del dollaro Usa, che un ribasso, piu’ che proporzionale, delle quotazioni delle commodities. Questi due fattori dovrebbero entrambi farci propendere per l’ipotesi di un ribasso degli indici azionari, stante le loro correlazioni correnti con il mercato dell’equity, che negli tempi risultano peraltro ulteriormente rafforzate. Se si osserva invece l’andamento del mercato obbligazionario, constatiamo negli ultimi mesi, dopo anni di ininterrotti rialzi, una stasi delle sue siderali quotazioni, anzi un leggero storno delle stesse. E stante la correlazione
inversa esistente con il mercato azionario, tipica delle fasi deflazionistiche, come l’ attuale, ciò è un fattore che dovrebbe favorire un’ascesa delle quotazioni dell’equity. La contemporanea presenza di queste due contrapposte tendenze, giustificano, a mio avviso, l’attuale stasi del mercato azionario. Anzi a dire il vero, poiché la prima di tali tendenze risulta piu’ forte delle seconda, registriamo un leggero storno del mercato azionario.
Il nostro benchmark di riferimento, l’$&P 500, marca infatti un ribasso del 3,5 %, dai massimi dell’anno raggiunti nel settembre scorso. Forse l’esito imminente delle elezioni presidenziali Usa, ci darà indicazioni più certe sulle politiche fiscali e monetarie future, e contribuirà a sciogliere il nostro presente ed attuale interrogativo, circa la futura direzione dei mercati finanziari globali.
Dopo tale premessa, passo, ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti :
Commercial Traders : – 65.108
Large Traders : + 26.193
Small Traders : + 38.915
Anche questa settimana, non cambia dunque la complessiva configurazione del Cot Report sull’azionario Usa. Registriamo solo una leggera variazione nelle Net position dei diversi operatori. In particolare questa settimana gli Small traders hanno ridotto la loro abituale posizione Net Long mediante la cessione di 3.225 contratti long, acquistati quasi interamente dai Commercial traders, che riducono ulteriormente di 3.017 contratti la loro precedente posizione Net Short. I restanti 208 contratti long sono stati acquistati dai Large traders che mantengono pertanto inalterata la loro attuale posizione Net long.
Movimentazioni limitate, che confermano sostanzialmente anche nelle diverse entità, la precedente configurazione del Cot Report, e che almeno per il momento non ci aiutano a sciogliere il nostro presente interrogativo.
In definitiva, comunque, non intravvedo il pericolo di imminenti e significativi storni dei mercati azionari, e riconfermo, pertanto, anche per la prossima settimana, le mia precedente scelta personale per lo stock picking sul listino italiano, attuato sulla base della strategia “ LONG TERM MOMENTUM “, che nelle ultime 14 settimane registra un guadagno del 10,6 %. Stock picking, concentrato ancora e solo sui titoli dei settori servizi finanziari e moda/lusso.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici del
blog una serena e proficua settimana.
LUKAS
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Capisco la tua osservazione…..ma tieni conto che ormai i tassi non hanno piu’ molto spazio per scendere ulteriormente…….e quindi nonostante il rallentamento economico testimoniato dal calo delle quotazioni delle commodities …….l’azionario è sostenuto dai capitali che cominciano a venir via dall’obbligazionario .
Lukas colgo l’occasione della tua premessa della relazione fra mercato obbligazionario e azionario per farti notare (e metterti di conseguenza in allerta) che le varie politiche di Quantitative Easing (americane, europee, inglesi, giapponesi, ecc.) hanno distorto completamente il modello di Marting Pring sulla ciclicità dei mercati:
Secondo me il massimo delle obbligazioni si è spostato in avanti verso il massimo delle materie prime… e contemporaneamente il massimo azionario pure, sebbene di meno rispetto alle obbligazioni. Le materie prime invece hanno anticipato il proprio massimo. In pratica i tre mercati sono quasi sincroni, con il mercato delle materie prime più avanti rispetto agli altri, avendo compiuto il suo massimo.
Ovviamente si tratta di una mia opinione.
Forse adesso capisci perché ciò ci dovrebbe mettere in allerta… e farci stare con gli occhi bene aperti … tipo Scrap.
In pratica siamo (leggi le banche centrali sono) più o meno così: