WALL STREET: attenzione, per il COT REPORT il bear market è più che una ipotesi
I Large Traders si trovano a doversi leccare le ferite, e a questo punto o le mani forti prendono posizione LONG (Commercials), o il quadro di mercato si potrebbe fare pesante. Andiamo ad analizzare il COT Report. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i nostri timori circa una tenuta delle quotazioni di Wall Street hanno trovato ulteriori conferme. L’ S&P 500 ha infatti subito un nuovo tonfo ( – 4,60 % ), rimangiandosi di fatto quanto guadagnato nella settimana precedente. A prima vista la correzione in corso sembra una correzione di natura tecnica, molto simile a tante altre che hanno caratterizzato, negli scorsi anni, questo ormai storico e decennale bull market. A mio avviso però quest’ultima presenta caratteri molto diversi. I mercati azionari, infatti, per la prima volta in 10 anni, sembrano voler scontare ed anticipare un qualcosa di strutturale e non congiunturale, ossia un deciso rallentamento dell’economia reale, o addirittura l’arrivo di una nuova recessione.
Chi mi legge abitualmente sà che in questi anni sono sempre stato un inguaribile ottimista, iper-bullish, molto spesso in minoranza e contro la vulgata dominante. Oggi, però, sono ormai tanti gli indicatori, da me preferiti, che presentano un segno marcatamente negativo. Segnali che m’inducono coerentemente a mutare il mio orientamento di medio termine, che diventa dichiaratamente bearish.
Lo scenario intermarket, a dire il vero, non presenta allo stato una negatività già chiara ed evidente, ma anche qui non mancano segnali d’allerta. In particolare, il dollar index, in quest’ultima ottava storna di uno 0,8 % e sembra voler arrestare o quantomeno rallentare la sua corsa. Le commodities, invece, dopo un periodo di marcata debolezza, sembrano tenere, rimbalzano infatti dello 0,3 % in termini reali, ma è solo una tenuta e non certo il rimbalzo che servirebbe a scongiurare i pericoli di un rallentamento dell’economia globale. Pericoli che appaiono, invece, sempre più evidenti dai segnali che arrivano dal mercato obbligazionario.
I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, arretrano di altri 13 bps e retrocedono a quota 2,86 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, stornano anch’essi di 8 bps, ed arretrano sino a quota 2,72 %. L’inclinazione della yield curve Usa si riduce, pertanto, ulteriormente, il differenziale ( 10 – 2 ) è ormai pari a soli 14 bps, il minimo dell’ultimo decennio. L’improvvisa fuga verso i bond ha penalizzato, come già accennato, i mercati azionari Usa, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, perde, infatti, in una sola ottava, ben 127,09 punti, ed arretra sino a quota 2.633,08. La storno dai massimi è, allo stato, di circa il 10 %, ma è la mancanza di una convinta reazione che preoccupa. Non sembra infatti esserci più la forza per risalire la china.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 44.275
Large Traders : + 31.001
Small Traders : + 13.274
Si conferma, dunque, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in voga ormai da un anno, ossia dal 05/12/2017. In quest’ultima settimana, registriamo variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a ben 22.804 contratti. In particolare, i Large Traders continuano nel loro tardivo ravvedimento, cedono infatti altri 19.290 contratti long, e riducono a livelli ancor più ragionevoli la loro posizione Net Long, hanno però pagato un duro prezzo, per il loro ingiustificato ottimismo. Gli Small Traders, cedono anch’essi 3.514 contratti long, e riducono ulteriormente la loro già esigua posizione Net Long.
Chi acquista, come sempre accade in periodi di storni, sono le “ Mani Forti “, ossia i Commercial Traders, che anche questa settimana acquisiscono l’intero lotto dei 22.804 contratti long, riducendo in egual misura la loro posizione di copertura, Net short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, confermano e rafforzano i nostri timori circa gli andamenti futuri dei mercati azionari. Gli investitori non istituzionali, Large e Small traders, mostrano infatti una crescente sfiducia.
D’altro canto i Commercial acquistano ma non invertono certo la loro posizione che resta Net short. Ciò vuol dire che questi ultimi non ritengono ancora conclusa questa fase correttiva. Vedremo quale sarà l’evoluzione nelle prossime settimane. Se i Large traders, operatori notoriamente trend following, continuano nel loro ravvedimento e si convincono che questa correzione non è come le precedenti è probabile che continuino nelle loro vendite. A quel punto se non saranno le Mani Forti a comprare, la situazione peggiorerà ulteriormente. Resterebbero infatti solo gli Small traders in posizione Net Long. Si verrebbe cioè a configurare, sul mercato dei derivati, la configurazione che ha storicamente contrassegnato tutti i bear market dei mercati azionari. Non precorriamo però i tempi, non siamo ancora a questo punto. La vigilanza e la cautela è però d’obbligo. Il quadro tecnico è infatti già critico ed ampiamente compromesso.
Personalmente, dopo quest’ultima settimana, confermo la mia view sul mercato, anzi accentuo ulteriormente il mio orientamento ribassista. View di mercato, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi, e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman,ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, perde lo 0,41 %, perdita esigua, e nettamente inferiore a quella del nostro Ftse All Share, che registra, nel contempo, una perdita del 16,34 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance ( ALPHA ) del 15,93 %, che conferma tutte le prerogative del mio trading system, che nei passati 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò premesso, questa settimana, coerentemente con quanto sopra esposto, modifico ulteriormente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 40 al 30 % le mie posizioni long, ed innalzo dal 60 al 70 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione ribassista, pari 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas