WALL STREET: aspettando la frenata della corsa

Scritto il alle 08:07 da Lukas


Altra settimana dove ci aspettavamo un momento di debolezza e poi invece ecco i nuovi massimi. Ma è ormai questione di tempo, la correzione fisiologica è alle porte. Analisi del COT Report della CFTC (Commodity Futures Trading Commission) [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno un po’ raffreddato gli ardori reflazionistici di questi ultimi mesi. In molti parlavano già di un ritorno sulla scena del fenomeno dell’inflazione. Io, come ben sapete, sono sempre rimasto alquanto scettico al riguardo. L’ipotesi di un ritorno ad un’economia inflattiva, a dire il vero, non mi dispiacerebbe affatto.

Ricordo infatti con piacere gli anni in cui i prezzi lievitavano costantemente, ma con essi crescevano anche redditi, consumi ed investimenti. La crisi finanziaria del 2008, ed il clamoroso fallimento della Lehman Brothers, hanno posto traumaticamente fine a quella fase. Dopodichè il sistema capitalistico globale s’è completamente riorganizzato e ristrutturato. Abbiamo visto affermarsi sulla scena nuovi interpreti e nuovi protagonisti, che ne hanno letteralmente cambiato i paradigmi. Lo scenario macroeconomico da inflattivo è diventato marcatamente deflattivo.

Molti però non se ne sono dati per inteso, ed hanno continuato ad interpretare quanto ancor oggi accade con gli schemi del passato, ormai letteralmente inservibili. Applicano cioè schemi interpretativi da scenario inflattivo, in un contesto del tutto opposto. Un misunderstanding davvero clamoroso, che li porta ad affermare, da anni ormai, che v’è un’enorme bolla sui mercati.

Affermazione, non a caso, reiteratamente smentita e disattesa dai mercati. In un scenario deflattivo i problemi per il conto economico delle società quotate, riguardano il versante dei ricavi e non quello dei costi. In uno scenario inflattivo invece, accade l’opposto, ossia è più problematico controllare il versante dei costi, mentre i ricavi sono sospinti verso l’alto dal livello crescente della domanda aggregata.

Necessario e strategico quindi, individuare preliminarmente in quale contesto macroeconomico le imprese si trovano ad operare. Oggi il macro scenario generale è ancora quello deflattivo. Le imprese godono cioè di un buon controllo dei costi. Pagano le materie prime il 40 % in meno di 15 anni fà, finanziano i propri investimenti con i tassi interesse più bassi degli ultimi 70 anni, e non hanno certamente problemi per quanto concerne il livello dei salari e degli stipendi da pagare. Insomma condizioni davvero favorevoli, mai avute tutte insieme nel passato. I timori riguardano, semmai, il lato sinistro del conto economico, ossia la tenuta del livello dei ricavi.

Ma non ci sembra che ci sia un crollo della domanda aggregata, anche perché la stessa in questo momento è sostenuta da un livello di spesa pubblica davvero ingente, oserei dire mostruosa. Nessun serio problema all’orizzonte, quindi, nell’immediato, per il conto economico delle singole imprese quotate, per i loro utili, ed in definitiva per le loro quotazioni di borsa.

Il vero problema in tale scenario deflattivo, che dura ormai da 15 anni, non si trova pertanto nei conti delle imprese, bensì nei conti pubblici dei singoli Stati, che sono stati costretti a supplire, con spese pubbliche aggiuntive, al deficit di domanda aggregata esistente. Sarà questo, ossia la gestione dell’enorme debito pubblico degli Stati, il maggior problema che il sistema dovrà prima o poi affrontare. E non, come pensano i ribassisti, i conti delle imprese che godono invece ancor oggi di ottima salute.

Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima settimana, ha mostrato un lieve cedimento – 0,1 %, e quota oggi 92,10.

Le commodities, invece, ritracciano, – 1,66 % in termini reali, e ciò avvalora l’ipotesi che sia davvero difficile il passaggio ad uno scenario inflattivo, diverso da quello degli ultimi 15 anni. Segnali ancor meno incoraggianti giungono anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, arretra infatti di altri 7 bps e retrocede a quota 1,36 %.

Il rendimento del bond a 2 anni, arretra anch’esso di 3 bps, e torna a quota 0,21 %. L’inclinazione della yield curve Usa si contrae, pertanto, a 115 punti base, ma resta ancora abbastanza inclinata per garantire nei prossimi mesi, il completo turnaround dell’economia ai livelli pre-pandemia.

Il mercato azionario, anche nell’ultima settimana si è riconfermato il migliore dei mondi possibili per gli investitori. Aggiornati infatti nuovamente i record storici per l’S&P 500, che quota oggi 4.369,55 punti.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 17.601

Large Traders :  + 14.992

Small Traders : + 2.609

Si riconferma, quindi, l’assetto e la configurazione del Cot Report sui derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 7.387 contratti. In particolare, i Large Traders, operatori trend-following, continuano a seguire l’attuale trend, acquistano l’intero lotto dei 7.387 contratti long, e consolidano fortemente la loro posizione Net Long.

I Commercial Traders, invece, cedono altri 5.471 contratti long, ed incrementano ancora la consistenza della loro posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi 1.916 contratti long, e riducono ancor di più la loro già esigua posizione Net Long.

Le movimentazioni di quest’ultima ottava, del tutto simili a quelle di 7 giorni orsono,  danno ulteriore linfa alle prospettive lateral-rialziste dei mercati azionari Usa. In questo periodo a trainare sono gli investimenti dei Large traders. I Commercial lasciano loro l’iniziativa, ed approfittano per incrementare il loro livello di copertura. Gli Small traders appaiono invece sempre più timorosi ed incerti.

Ed è proprio l’atteggiamento di questi ultimi che ci dice che non v’è alcuna esuberanza sui mercati,e che gli stessi sono saldamente sotto il controllo di MANI FORTI. Un’indubbia garanzia per la tenuta degli stessi, anche se una correzione fisiologica sarebbe del tutto auspicabile, ed addirittura salutare.

Il mercato infatti è andato un po’ oltre le nostre ultime previsioni. Ciò ci induce, però, solo a morigerare la nostra esposizione, ma non a mutare la nostra ormai nota, e strategica, view positiva, per il settore equity.

Mercato dunque ancora in sostanziale fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di quest’inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno del 3,04 %.

Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 13,62 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 10,58 %, causata da una nostra eccessiva prudenza, nonché da un deficit di momentum, sul nostro listino, nei primi mesi dell’anno. Negli ultimi 8 anni, il mio trading system ha invece conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 170 %.

Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 70 al 65 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 30 al 35  % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long, pari al solo 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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