WALL STREET: aspettando la nuova era post Covid-19

Scritto il alle 16:30 da Lukas


Analizzando il COT Report, possiamo notare una certa indecisione, che si tradurrebbe in lateralità. E’ come se ormai ci si stesse focalizzando al dopo Covid-19; ovvero sperando e scontando che tutto, l’anno prossimo, sarà quantomeno tornato ad una parvenza di normalità (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno confermato di apprezzare molto la reflazione in corso del sistema economico globale. Reflazione attesa da anni e resa oggi pressoché obbligata dalla terribile pandemia che ha investito, nell’ultimo anno, l’intero pianeta. C’è qualcuno che pensa che essa sia l’effetto delle decisioni politiche iper espansive assunte dai maggiori governi. Nell’ultima settimana ha fatto sensazione la decisione di Biden di voler mettere altri 6.000 miliardi di dollari a sostegno della ripresa dell’economia Usa. Una concezione, la Loro, alquanto vecchia ed antiquata, di carattere dirigistico. Credono ancora che sia la politica ad indirizzare e dirigere l’economia. Dimenticano, o fanno finta di non sapere, che la politica è solo una sovrastruttura dell’economia. E che è quest’ultima a dettare le regole alla politica, e non viceversa.

A riprova di tale evidenza, basta osservare quanto accade oggi in Europa. La stessa classe politica che per anni ha predicato ed imposto austerità di spesa e di bilancio, oggi vara un mega intervento espansivo. E non solo, oggi è addirittura lo stesso Draghi, ex presidente della BCE, e custode dell’euro, ad affermare, senza alcun timore o riserva, che è il momento di “ dare soldi “, e non di prelevarli. Insomma è abbastanza chiaro ed evidente che sono soltanto degli esecutori, in qualche caso davvero molto bravi, di decisioni ed indirizzi assunti dal sistema economico globale. E’ quest’ultimo ha ormai ben chiaro che la spirale deflattiva di quest’ultimo decennio non è più socialmente sopportabile, e che finisce per avvantaggiare economicamente soltanto la Cina.

E’ pertanto necessario cambiare il registro ed i paradigmi del sistema. Compito non proprio facile, anzi tutt’altro. In questi primi mesi abbiamo assistito soltanto ad un recupero dei valori delle commodities. Una buona notizia, ma solo per i Paesi produttori delle stesse, in particolare Russia, Paesi Arabi, Venezuela, Australia. Questo recupero, tuttavia, non sembra, al momento, prefigurare una decisa accelerazione della crescita economica, rispetto al decennio passato. Registriamo infatti ancora tassi d’interesse e rendimenti davvero esigui, preoccupanti oserei dire.

E fino a quando non registreremo vivacità sui rendimenti, soprattutto sulla parte a lungo della curva, non possiamo attenderci una crescita economica più sostenuta di quella vista nell’ultimo disastroso decennio. Insomma, una contraddizione, un primo impasse, di non poco conto, a cui il sistema economico globale dovrà ben presto dare una risposta. In molti temono il rialzo dei tassi, io all’opposto temo invece  la loro stagnazione sugli infimi livelli attuali.

Per i conti delle singole aziende, e quindi per il mercato azionario, per ora cambia ben poco, Non sarà di certo la contingente febbre dei prezzi delle sole commodities a far contrarre significativamente i propri utili ed i propri profitti. Al momento sono più preoccupate del livello della domanda dei propri prodotti e servizi.

Ed è per questo motivo che hanno chiesto, ed ottenuto, dalla politica, un forte stimolo fiscale. Basterà ? Lo vedremo nei prossimi mesi. Nel frattempo, le loro quotazioni non credo crolleranno, come auspicano invece, da tempo ormai immemore, una moltitudine d’improbabili analisti della finanza.

Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima settimana, ha tenuto ed ha arrestato la propria discesa e quota oggi 90,06. Le commodities, invece, riprendono a lievitare + 2,14 % in termini reali. Per il momento però solo un recupero sui livelli degli ultimi 4 o 5 anni.

Come già accennato, segnali diversi, e contraddittori, giungono invece dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, infatti, cede 4 bps e retrocede a quota 1,58 %. Un livello preoccupante per le prospettive della crescita economica futura. Il rendimento dei bond a 2 anni, invece, arretra anch’esso di 1 bp e retrocede a quota 0,14 %. L’inclinazione della yield curve Usa pertanto si contrae a 144 punti base, ma resta comunque abbastanza elevata per assicurare il recupero economico post-covid. Il mercato azionario, come accennato, guarda già avanti, al 2022 ed alle sue prospettive di crescita ancora incerte.

Nel frattempo, come avevamo previsto, da alcune settimane lateralizza, in attesa di meglio comprendere la direzione che assumerà il sistema capitalistico globale, dopo la pandemia. L’S&P 500 chiude l’ottava con un guadagno dell’1,16%, a quota 4.204,11 punti, non molto distante dai propri massimi storici.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 8.622

Large Traders :  + 166

Small Traders : + 8.456

Trova dunque ancora conferma la nuova ed incerta configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 4.886 contratti. In particolare, i Commercial Traders, le MANI FORTI di questo mercato, acquistano l’intero lotto dei 4.886 contratti long, e riducono l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short.

I Large Traders, invece, cedono 1.157 contratti long, e restano, seppur davvero di misura, in posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi i residui 3.729 contratti long, e riducono alquanto la misura della loro abituale posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, di entità non proprio rilevanti, non mutano il precedente quadro di quest’importante mercato. Un assetto, quello attuale, che ha quasi sempre prefigurato un mercato incerto e volatile, e sostanzialmente privo di una marcata e chiara direzionalità.

Credo che gli investitori stiano prendendosi una pausa del tutto meritata, cercando nel frattempo di capire cosa accadrà all’economia globale, una volta che ci saremo messi definitivamente alle spalle la terribile pandemia da covid-19. Molto probabile pertanto assistere, nelle prossime settimane, ad una sostanziale lateralizzazione dei mercati azionari Usa e mondiali. Non vedo pertanto al momento particolari ragioni per modificare la mia attuale e moderata view lateral-rialzista, che riconfermo quindi ancora una volta.

Mercato dunque in attesa di nuovi eventi, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/.

Nel corso di quest’inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno del 4,51 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 13,96 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 9,45 %, causata da un prolungato deficit di momentum, sul nostro listino, in questi primi mesi dell’anno.

Un evento non inusuale, e già accaduto in passato. Sempre temporaneo, però, negli ultimi 8 anni, infatti, il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 170 %. Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 65 al 67,5 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 35 al 32,5 % le mie posizioni short, assumo cioè una posizione Net Long, pari al solo 35 % del mio portafoglio.

Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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