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WALL STREET: analizzando il COT Report si nota che qualcosa non quadra
GUEST POST – Anche se il mercato arriva a nuovi massimi, lo scenario atteso è condito con tanta volatilità. Teniamoci pronti quindi a repentine inversioni di tendenza. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, la sorpresa dell’incremento della politica monetaria espansiva da parte della Banca centrale del Giappone, annunciata, non a caso, in concomitanza con la fine del QE 3.0 ad opera della Fed, ha reso evidente che esiste ormai una gestione a livello globale della crisi finanziaria scoppiata nel 2008, e che la stessa è ancora ben lungi dall’essere completamente superata e risolta. Lo scenario intermarket ha registrato, inevitabilmente, un nuovo ingente apprezzamento del dollar index, pari all’1,4 %, ed un’ulteriore svalutazione dello Yen, che nell’ultimo anno ha perso il 13,8 % nei confronti della valuta Usa. Apprezzamento del dollaro Usa, accompagnato peraltro da una ripresa delle quotazioni delle commodities, che, in termini reali, si sono rivalutate del 2,4 %, e che sembrano voler definitivamente arrestare il declino degli ultimi mesi. Coerentemente anche il mercato obbligazionario sembra mostrare nuova fiducia. Il bond decennale Usa, questa settimana ha segnato, infatti, un tasso del 2,34 %, ossia 7 bps in più di sette giorni orsono. Il bund tedesco, invece, registra ancora un rendimento dello 0,84 %, in calo di 5 bps rispetto alla scorsa settimana, che testimonia delle persistenti difficoltà dell’area euro. Lo scenario Risk On, favorito peraltro anche dal ben noto fenomeno del carry trade, è stato, infine, completato da un nuovo forte rimbalzo dei mercati azionari. In particolare, il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, ha registrato una crescita settimanale del 2,72%, che ha completamente annullato la recente correzione, e che ha riportato il più importante indice azionario mondiale nuovamente sui propri massimi storici.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 22.246
Large Traders : – 3.302
Small Traders : + 25.548
Si conferma, pertanto, la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa, della scorsa settimana. In quest’ultima ottava, infatti, le movimentazioni dei diversi operatori sono risultate, davvero esigue, pari a soli 3.954 contratti. In particolare, i Commercial Traders, dopo il massiccio intervento della scorsa settimana, cedono agli altri operatori una piccola quota di 3.954 contratti long, e provano nuovamente a verificare se il mercato è in grado di reggersi senza il loro sostegno. I Large Traders, sempre molto titubanti ed incerti, acquistano 2.305 contratti long, ma rimangono ancora in una posizione Net Short . Gli Small Traders, infine, acquistano anch’essi 1.649 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione Net Long. Le esigue movimentazioni di quest’ultima settimana, a mio avviso, confermano che l’andamento erratico e contraddittorio dell’ultimo mese, è ancora ben lungi dall’essersi esaurito. Non a caso le risultanze grafiche dell’S&P 500, sembrano voler disegnare un “sinistro” megafono. Segnalo, infine, che le divergenze con i correlati High Yield Bond, appaiono ancor più evidenti di quelle esistenti prima dei recenti rimbalzi dei mercati azionari.
Sulla base di tali considerazioni, confermo, pertanto, forse del tutto controcorrente, la mia vision lateral-ribassista circa le prospettive prossime venture dei mercati azionari. Dunque vision lateral-ribassista, con accentuazioni ribassiste per il mercato italiano ed europeo, che questa settimana, mi induce tuttavia a rinunciare solo parzialmente al mio personale metodo di stock picking, condotto sul listino azionario italiano, che come ben sapete si propone di sfruttare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato in pregevoli ricerche, presente in tutti mercati finanziari, ed i cui presupposti scientifici sono esposti nel mio nuovo sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Il check-up settimanale di borsa italiana, infatti, evidenzia nuovamente un saldo annuo positivo del 3,2 %. Il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra, invece, una performance annua del 21,1 %, in calo di 2,5 punti nell’ultima settimana, ma ancora 18,9 punti percentuali sopra la perfomance registrata dal nostro benchmark, che ci dà piena conferma dell’esistenza, anche sul mercato azionario italiano, dell’effetto “ momentum “ evidenziato dagli studi scientifici dei professori Jegadeesh e Titman. Questa settimana, pertanto, in maniera tattica e non strategica, riduco la posizione short del mio portafoglio, che potete gratuitamente consultare sul mio sito, dal 100 al 70 %, acquistando nel contempo 3 titoli azionari del segmento Star . Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una nuova proficua settimana di trading .
Lukas
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Caro amico, credo che leggi da tempo il mio post, e quindi dovresti sapere che le mie valutazioni hanno un orizzonte temporale di una settimana….ed in quest’ultima non mi pare di aver ipotizzato una marcata correzione…ho solo evidenziato che dopo l’ ingente rimbalzo delle ultime due settimane…secondo i miei parametri di valutazione….si palesano nuovamente delle evidenti divergenze…..che potrebbero riportare l’s&p 500 sino ad un 10 % al di sotto dei valori attuali….cosa peraltro che anche tu ipotizzi visto che parli di una banda di oscillazione ricompresa tra 1800 e 2100 punti..
Ciao e grazie.
buonasera Lukas, apprezzo i tuoi commenti e il tuo metodo, tuttavia mi permetto di dissentire dalla tua visione, non per la valutazioni che fai, che condivido in pieno, quanto per la manipolazione che le banche centrali stanno operando sui mercati eliminando reali alternative di investimento.
Secondo le mie valutazioni, tranne qualche indice azionario secondario, l’unico investimento che presenta ancora valutazioni ragionevoli è quello in obbligazione paesi emergenti. Tuttavia questa asset class non può rappresentare un’alternativa in un portafoglio, potendone rappresentare semmai una porzione del 10%/15%.
L’alternativa all’equity USA è rappresentato dal Treasury. Ma finchè non ci saranno rendimenti intorno al 3,5% (e in assenza di eventi di particolare gravità) dubito che potremo assistere a marcate correzioni sul mercato statunitense. Più plausibile che l’S&P 500 oscilli in una banda compresa tra i 2100 e i 1800 punti.
Che ne pensi?