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WALL STREET: prosegue la nuova fase per la Borsa USA
Il quadro del CFTC di Chicago continua ad illustrare i Commercials che aumentano le coperture e gli small traders (mani deboli) che addirittura tornano Net Long. Quindi uno scenario che potremmo dire di “prosecuizione” e che quindi si lega perfettamente con quanto visto settimana scorsa [Guest post]
Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, nessuna notizia positiva dal fronte della guerra tra Russia ed Ucraina. Il conflitto, purtroppo, prosegue, ed al momento non s’intravvede alcuna possibile via d’uscita. L’Occidente non s’adopera per arrestarlo, anzi contribuisce ad alimentarlo con l’invio sempre più massiccio di armi all’Ucraina. I media Usa hanno addirittura rivelato che grazie alle indicazioni della loro intelligence gli ucraini sono riusciti ad uccidere diversi generali russi.
Ciononostante, tutti continuano ipocritamente a dichiarare che gli Usa e La Nato non partecipano al conflitto. Dicono, che vogliono soltanto aiutare la democrazia Ucraina a difendersi dalla barbara invasione, e dall’assalto dell’Orco Russo. Una democrazia quella Ucraina, a dire il vero, alquanto particolare e strana, frutto di un Colpo di Stato, e che annovera nel suo esercito i Battaglioni AZOV, contraddistinti dalle famigerate svastiche, e d’ispirazione dichiaratamente neonazista. Oggi molti di questi presunti “ democratici “ sono asserragliati nei cunicoli sotterranei di quel che resta dell’acciaieria di Mariupol.
Ed invocano, pure, un lasciapassare. Per poter, magari, poi riprendere la mattanza compiuta negli ultimi 8 anni nel Donbass. Ma forse in quei cunicoli c’è anche dell’altro. Attendiamo che si scoprano gli altarini. In ogni caso, è sin d’ora ben evidente che trattasi dell’ennesimo tentativo occidentale di “esportazione della democrazia “. Tentativi tutti falliti nell’ultimo ventennio. Proprio nella giornata di ieri, a Kabul, è stato re-introdotto per le donne l’obbligo del burqa. Davvero un bel progresso dopo vent’anni di “esportazione democratica occidentale“.
Ma la situazione non è diversa nemmeno a Tripoli ed a Baghad, interessate anch’esse dagli esperimenti democratici esportativi dell’illuminato Occidente. Il conflitto odierno fà molti danni anche dal punto di vista economico e finanziario. In particolare i danni sono già ingenti, e particolarmente gravi, per tutta l’Europa Continentale. Costretti a ripensare e riprogettare, d’improvviso e tumultuosamente, il nostro sistema d’approvvigionamento energetico. Per non dire delle sanzioni economiche adottate nei confronti della Russia. Sanzioni che penalizzano pesantemente molti dei nostri settori economici, dal turismo alla manifattura, dall’alimentare all’energia.
Eppoi c’è l’inflazione che galoppa, sospinta dal rincaro dei prezzi delle commodities, ed in particolare del gas e del petrolio. Ma anche gli Americani non s’illudano. Questa settimana la FED è stata costretta, nel tentare di frenare un’inflazione che ha ormai raggiunto l’8,6 %, a varare un ulteriore aumento dei tassi dello 0,50 %. Un’entità d’incremento come non accadeva da circa 20 anni. Peraltro, dalla assai dubbia utilità, visto che l’odierna inflazione è alimentata da problemi d’offerta e non da un eccesso di domanda.
Era più opportuno, e più saggio, a mio avviso, cercare un dialogo con Putin, e non aggravare ulteriormente l’economia con un altro incremento del costo del capitale. Un auspicio, una speranza, la mia, credo del tutto infondata, aleatoria e vana. E’infatti già un ventennio che la politica ha perso ogni sua logica, e forse la sua stessa ragion d’essere. Non a caso ci tocca assistere nuovamente a scene, che pensavamo appartenere ad lugubre e triste passato, e di non dover mai più rivedere.
Dopo le sopra esposte considerazioni, prettamente di carattere personale, andiamo ad esaminare cosa ci indica, al momento, il sistema intermarket. Il dollar index continua inesorabile nella sua corsa, lievita, infatti di un altro 0,68 %, e raggiunge quota 103,66. I prezzi delle commodities, continuano anch’essi a lievitare, crescono infatti di un altro 1,34 % in termini reali. Negli ultimi 2 anni l’incremento dei prezzi delle stesse è pari a ben il 113 %.
Le tensioni sulle commodities trovano crescente riscontro anche nel mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, lievita infatti di altri 20 bps e raggiunge quota 3,14 %. Fermo, invece, a quota 2,73 %, il rendimento dei bonds a 2 anni. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto si espande a 41 bps, ma ciò non sgombra, a mio avviso, i rischi di una futura e forse imminente recessione.
I mercati azionari Usa hanno vissuto una settimana sull’ottovolante, condizionati, in particolare, dalle decisioni della FED sui tassi. Al termine della stessa, il nostro benchmark azionario mondiale, l’$&P 500, cede comunque lo 0,21 %, e retrocede a quota 4.123,34 punti. Segnalo che è la quinta settimana consecutiva che il nostro indice di riferimento chiude con il segno meno. .
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 6.120
Large Traders : + 5.557
Small Traders : + 563
Cambia, pertanto, nuovamente l’assetto del Cot Report sui derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state pari a 13.238 contratti. In particolare, i Large Traders, comprendono, seppur con un certo ritardo, che la loro esposizione long era alquanto generosa ed immotivata, e vendono l’intero lotto dei 13.238 contratti long, ma restano ancora e più morigeratamente in posizione Net Long.
I Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato, in quest’ultima ottava hanno cercato di dare una mano al mercato. Acquistano infatti ben 12.622 contratti long, e riducono di molto l’entità della loro attuale posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, acquistano i residui 616 contratti long, e invertono significativamente la loro posizione, che torna Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, complicano ulteriormente il quadro e le prospettive per gli investitori. Il nuovo assetto del mercato dei derivati azionari Usa, è infatti storicamente molto volatile, e ben poco proficuo e produttivo per gli investitori. Vedere gli Small Traders tornare Net Long, non è mai un buon segnale per le prospettive dell’azionario.
Com’è noto, essi sono gli investitori contrarian per antonomasia. D’altronde è tutto lo scenario globale ad esser divenuto alquanto precario ed incerto. Finiti i bei tempi dei rialzi ininterrotti sull’equity. Noi per fortuna li abbiamo ben cavalcati per l’intero scorso decennio, tra gli strali e le invettive di tanti che li hanno, invece, inopinatamente avversati. Questo nuovo decennio temo sarà ben diverso dal precedente.
In tanti faranno fatica a portare a casa la pagnotta con i propri investimenti. I rischi appiano di gran lunga superiori alle opportunità. Riconfermo, pertanto, con ancor più accresciuta convinzione, la mia sfiducia e la mia vision negativa sulle prospettive dei mercati azionari internazionali.
Mercato, pertanto, in evidente down-trend, che cercherò tuttavia di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita del 2,24 %.
Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, invece, ha registrato, nel contempo, una perdita del 14,38 %. Conseguita pertanto, sinora, una sovra-performance del 12,16 %. Nei precedenti 9 anni, il mio trading system ha, invece, conseguito una sovra-performance media annua del 7,1 %, e presenta un’equity line in progresso del 175 %.
Questa settimana, modifico ulteriormente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 32,5 al 27,5 % le mie posizioni long, ed innalzo, nel contempo dal 67,5 al 72,5 % le mie posizioni short, assumo cioè una posizione operativa Net Short pari al 45 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire, e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può,se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS