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WALL STREET: continua la fase distributiva
I dati in arrivo da Chicago, ci illustrano la prosecuzione del processo distributivo che ormai ci accompagna da diverse settimane. Ed il rischio più grande è che più durerà questo processo, più la reazione diventa violenta. Occorrono conferme. Analisi COT Report del CFTC [Guest post]
Cari amici, la settimana appena trascorsa, densa di rilevanti notizie macroeconomiche e di importanti avvenimenti geopolitici, non ha smosso i mercati finanziari internazionali. Ciò conferma, a mio avviso, che siamo, probabilmente, nella fase finale di un lunghissimo ed anomalo ciclo espansivo dell’economia mondiale.
E che non sarà facile impedirne la fine. I policy maker però non s’arrendono e cercano in tutti modi di prolungarne ulteriormente la durata. In particolare, Draghi conferma che in Europa proseguirà la politica monetaria accomodante degli ultimi anni, ed analogo proposito si riscontra in Giappone. In America, invece, accantonati gli stimoli monetari, si è appena adottata una politica fiscale altrettanto accomodante ed espansiva. Riusciranno i nostri eroi nell’intento ? E’ questo l’interrogativo a cui, nei prossimi mesi, i mercati dovranno dare una risposta.
Non potendo conoscere il futuro, ci sembra saggio cercarne qualche indicazione negli andamenti attuali dello scenario intermarket. Orbene, sul piano valutario, il dollaro Usa da alcune settimane sembra aver riacquistato una certa vigoria, sospinto dai buoni dati macro ( + 2,3 % dato preliminare del Pil del primo trimestre ) e dal rialzo dei rendimenti sui treasury. Le commodities, da circa un mese, registrano, anch’esse, una buona lena (
+ 5 % ). In termini reali trattasi però solo di un recuperò di precedenti perdite, e pertanto non si registrano ancora particolari tensioni in questo importante settore dell’economia. L’inflazione non a caso rimane ancora molto cauta e morigerata. Elemento questo che ci fa propendere ad aver fiducia in un prolungamento ulteriore del ciclo espansivo dell’economia. Il mercato obbligazionario, invece, desta maggiori preoccupazioni. I rendimenti dei bond decennali Usa, negli ultimi mesi, sono infatti risaliti sin quota 2,96 %.
Ancora maggiore la risalita dei tassi sui bond a due anni, oggi pari al 2,49 %. La yield curve si è pertanto progressivamente appiattita, e ciò induce molti interrogativi sulla durata e sulla prosecuzione di quest’anomalo ciclo espansivo dell’economia. C’è dunque una latente divergenza tra le indicazioni provenienti dall’economia reale e quelle che giungono dall’economia monetaria. Chi dice la verità ? Lo monitoreremo e lo scopriremo nei prossimi mesi, credo. Nell’attesa i mercati azionari sono divenuti, anch’essi, molto più volatili ed incerti, e sostanzialmente lateralizzano. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, quota infatti oggi 2.669,91 punti, ossia appena lo 0,14 % in meno dei valori registrati a fine 2017.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 155.980
Large Traders : + 83.680
Small Traders : + 72.300
Si conferma, quindi, e si consolida, la configurazione, statisticamente volatile e lateral-rialzista, del mercato dei derivati azionari Usa, ormai in auge da quasi 5 mesi. In quest’ultima ottava, registriamo comunque delle variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 14.699 contratti. In particolare, questa settimana, sono gli Small traders, a mostrare maggior fiducia, e ad acquistare l’intero lotto dei 14.699 contratti long, rafforzando ai livelli massimi degli ultimi anni la loro posizione Net Long. A vendere sono, invece, sia i Large traders – 5.598 contratti long, che i Commercial traders, – 9.101 contratti long. I primi riducono quindi l’entità della loro posizione Net Long, che rimane comunque ancora molto pingue e solida. I secondi, invece, incrementano, a livelli massimi, la loro tradizionale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, consolidano, dunque, l’incerta e volatile configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Ciò ci induce a ritenere che quanto visto negli ultimi mesi, sui mercati azionari Usa, sia destinato purtroppo a proseguire. Purtroppo, perché, la lateralizzazione del mercato è per gli operatori sostanzialmente improduttiva.
In mancanza, infatti, di un trend marcato e definito le performance di portafoglio sono affidate unicamente alla capacità di selezione dei titoli, ossia al cosiddetto stock picking. Ma potranno i grandi fondi d’investimento accettare per ancora lungo tempo quest’improduttiva situazione ? O, invece, come già accaduto negli scorsi mesi, per conseguire dei profitti, indurranno nuovamente situazioni di estrema volatilità ed incertezza ? Personalmente, preso atto di tale situazione, già da alcuni mesi ho assunto un atteggiamento operativo molto prudente e cauto. Per noi, piccoli operatori, infatti, non è facile affrontare e gestire picchi estremi di volatilità come quelli registrati negli ultimi mesi. Meglio dunque esser prudenti, ed attendere che il mercato assuma una direzionalità ben definita e chiara. Le Mani Forti, come testimoniano le posizioni inverse, sempre più estreme, di Commercial e Small traders stanno infatti distribuendo la gran quantità di azioni acquistate durante quest’ormai storico bull market. Più dura la fase distributiva e più violento sarà il movimento correttivo.
Rammentate, per esempio, quanto accaduto nell’agosto 2015.
Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora incerto e volatile per i mercati azionari, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo movimentato inizio
d’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita del 2,68 %, ascrivibile, in gran parte, all’anomala divergenza positiva registrata dalla borsa italiana, che registra un inaspettato + 8,30 %.
Conseguita pertanto una sotto-performance del 10,98 %, probabilmente momentanea, che non fà, comunque, venir meno la fiducia nel mio trading system, che negli ultimi 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò detto, in coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana innalzo lievemente dal 60 al 62,5 % le mie posizioni long e riduco dal 40 al 37,5 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long, molto circoscritta, pari al solo 25 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas