Volatilità: forex fuori dai binari. A rischio il regime di calma apparente dei mercati.
Ricordate quelle tranquille giornate del 2014 dove fare i grafici e le trendline era quasi banale? Tutto andava bene, in modo regolare. Questa era una delle “mission” della politica congiunta delle banche centrali.
Evitare che la volatilità prendesse il sopravvento.
Possiamo dire che per lunghi mesi la “Mission Impossible” all’apparenza, si è invece trasformata in “Missione Compiuta”.
Ma…ricordate il mio vecchio messaggio di ottobre?
[…] E’ evidente che il mercato NON sarà più lo stesso. E questo ragionamento vale sia per le obbligazioni e sia per l’azionario. Dimentichiamoci di quanto è successo negli ultimi anni.
Stiamo entrando nella “nuova era”. Dovremo adeguarci. (I&M)
In effetti qualcosa sta iniziando a muoversi, soprattutto in ambito di quel tassello fondamentale che si chiama VOLATILITA’.
Il grafico qui sotto lo testimonia perfettamente.
Quattro sono i settori analizzati:
A) Petrolio
B) Forex
C) Bonds
D) SP500
Fino al 2014 la volatilità non ha fatto altro che comprimersi. Ed era proprio quello che volevano le banche centrali.
Oggi però questa calma relativa sta cambiando sensibilmente pelle.
Il Petrolio, come è noto, è schizzato ai massimi della sua volatilità dal 2011, il forex ha già iniziato a dare segni di squilibrio con la forte rivalutazione del Dollaro USA, poi ovviamente la vicenda sul CHF non ha fatto che aumentare la volatilità. Per quanto riguarda il mondo dei Govies USA al momento rimaniamo a livello “sotto controllo” e così anche per l’equity.
Sembra che 2 tasselli su quattro stiano “sfuggendo” al controllo delle banche centrali. Il Rischio è che uno degli altri due elementi “salti” dai suoi parametri, per creare sui mercati un movimento certamente non positivo.
Quindi, solita domanda, fino a quando si riuscirà a mantenere questo regime di “calma apparente”?
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