VIVERE di TRADING: un mito che deve essere sfatato

Scritto il alle 13:45 da Danilo DT

Uno dei grandi “miti” che da sempre girano nel mondo degli investimenti è il “vivere di trading”. Ovvero riuscire a garantirsi, grazie alla compravendita di asset, anche in intraday, la sussistenza sufficiente per garantirsi una vita magari anche agiata.

Ma guadagnarsi da vivere solo col trading è così semplice e soprattutto è così fattibile?
Un grande trader professionista, anni fa, mi disse che i grandi guru dell’analisi tecnica, si sono fatti i soldi non con il trading ma con i libri che sono riusciti a vendere. Questo perché fare trading non è così banale e non esiste una strategia valida per “tutte le stagioni”.

Con questo non voglio dire che non ci sono dei grandi professionisti che effettivamente riescono a “vivere di trading”. Sono operatori che sanno adattare le strategie a seconda delle situazioni di mercato. Però…quanti sono?

Mi è capitato in questi giorni di imbattermi in un articolo uscito sul WealthDaily dove si parla come spesso accade, delle migliori piattaforme di trading. Ma si tratta anche l’argomento “efficacia del trading on line”.

Alcuni professori di finanza made in USA, nella fattispecie Brad Barber e Terrance Odean, della Berkeley University of California, hanno esaminato l’attività di trading di più di 66.000 clienti, nel periodo 1991-1996.
Quanto hanno ottenuto è quantomeno interessante: se, l’investitore non ragiona in ottica soprattutto strategica e quindi di medio lungo termine, spesso si fa male e dal suo portafoglio raccoglie poco o nulla. E il trading in realtà, alla fine, appaga il nostro quando è chiuso con successo, ma allo stesso tempo, ci brucia un sacco di energie mentali e arricchisce soprattutto gli intermediari.

Ecco il grafico che sintetizza lo studio. Rappresenta la relazione tra rotazione mensile del portafoglio e rendimenti per i singoli trader. Come potete vedere, hanno “scoperto” che più i trader sono iperattivi e peggiori sono i loro risultati.

Quando poi la volatilità aumenta, soprattutto quando manca l’esperienza, è ancora più complicato perché le oscillazioni di prezzo aumentano, con esse le potenzialità di guadagno ma anche di perdita. Senza poi dimenticare l’elemento più importante: la gestione mentale.

Quindi, cari amici, ha sicuramente senso gestire proattivamente i propri risparmi cercando di allinearsi a quelle che sono le macro tendenze, ma il trading come modello di gestione di portafoglio oppure di sussistenza rischia di essere un modello perdente.

Forse meglio tornare alle cose concrete…

MORALE: L’obiettivo principale del consulente deve essere quello di aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi finanziari in modo semplice ed efficiente. Per raggiungere questo obiettivo, occorrono delle strategie di investimento condivise, chiare e consapevoli. La strategia, questo è senza dubbio l’asset più importante.

E la strategia deve esser il mantra che guida nel tempo il portafoglio. Che sia costruita con l’unico scopo di proteggere il portafoglio dalla svalutazione della moneta, fino ad essere fortemente propositiva, con l’obiettivo di far crescere la ricchezza nel lungo termine, oppure nella maggior parte dei casi, un mix delle due soluzioni, con una logica core – satellite che pondera rischi e volatilità.

Infine STRATEGIA significa vivere tutte le fasi del percorso di investimento: costruzione, manutenzione, adeguamento, evoluzione delle esigenze del cliente, un percorso che accompagna l’investitore in quel lungo viaggio che si chiama VITA.
Sono banalità? Può darsi, ma spesso le cose che spesso diamo per scontate, sono poi trascurate perché sminuite da cose più ad effetto o più rindondanti.

Make it simple, but concrete.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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