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Una bolla per il bene comune
La bolla speculativa esiste, eccome. Ma come spesso accade, molti non la vedono se non a posteriori, proprio perché si tende a fare dei ragionamenti ed analisi che possono rendere tutto sostenibile e possibile.
L’esempio più clamoroso (che mi rimane nella memoria) è quanto ho vissuto nell’ormai lontano 2000 (a me pare ieri) quando, in piena frenesia per il Nasdaq, gli analisti si domandavano come poter valutare queste nuove potenziali “bombe” quotate sul listino hi-tech, cercando nel mondo dei multipli delle formule o delle soluzioni. Ma era pressochè impossibile. Attività e invenzioni uniche nella storia (vedi il caso di Yahoo, Amazon o la poi mancata quotazione dell’allora super motore di ricerca Altavista) che erano vere start up in forte perdita ma con potenzialità teoricamente immani.
Come poter calcolare dei target price? Come poter stabilire il loro valore reale? Si brancolava nel buoi fino a quando un bel giorno qualcuno se ne usci con la soluzione definitiva: “ le azioni del Nasdaq devono essere valutate con lo stesso metodi di calcolo delle opzioni”.
Ma vi rendete conto? Come dei derivati! E tutti a discutere ed anche ad applaudire il luminare inventore della pietra filosofale.
Poi sappiamo tutti come andò a finire.
Ma tranquilli, questa volta è diverso. Per certi versi lo è veramente (causa l’intervento delle Banche centrali) ma il risultato, alla fine sarà lo stesso, molto probablimente.
La verità la sappiamo benissimo e la raccontiamo molto spesso qui su I&M. La bolla è presente ma il sistema farà tutto il necessario per tenerla in vita il più a lungo possibile. Finche il meccanismo regge.
In tutti questi mesi non mi era però ancora capitato di leggere commenti molto espliciti in questo senso sulla crisi, da parte di alcuni grandi “guru” delle banche d’affari.
Ed era una cosa logica: i pusher mica vengono a dirmi che hanno drogato il mercato e che lo continueranno a drogare per il bene comune! Questo non è mai successo…fino ad oggi.
Eccovi qui la dichiarazione di Jim Reid, capo economista di una delle banche più “speculative” del sistema, Deutsche Bank:
The bubble probably needs to continue in order to sustain the current global financial system and the necessary future deleveraging. However with yields moving ever lower in many parts of the world in recent times, partly due to weak growth, and with debt levels still moving higher, the chances are that most government bondholders are unlikely to achieve a positive real return over the medium to long-term from this starting point. Inflation or even the risk of sovereign restructuring will likely prevent this. (ZH)
Avete recepito il messaggio? La bolla speculativa c’è ed è mantenuta e nutrita per permettere al sistema finanziario globale di reggere. Un’ammissione che non ci sorprende per nulla nella sostanza ma che suona come una sinistra denuncia da parte di un attore del sistema, che forse si rende conto del disastro generato. E forse ha capito che si è finiti in un labirinto da cui non si potrà più uscire.
Ora però mi tocca fermarmi sennò i lettori (solo alcuni, per carità) poi mi danno del catastrofista. Ma ditem, in questo scenario macroeconomico, qual è il confine tra catastrofismo e realismo?
STAY TUNED!
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gilles27@finanza,
E’ intelligente si,visto per chi lavora come potrebbe pensarla diversamente.
NON RIESCO A CARICARE UN IMMAGINE GIF COME SI FA?
Sull’argomento TASSI è già pronto un interessante post per domani mattina! 🙂
DANILO VORREI INVIARTI UN GRAFICO MOLTO INTERESSANTE CIRCA I TASSI COME POSSO FARE?
jesselivermore@finanza,
Che ne dici di tenerlo per domani? Cosi lo pubblichiamo nel post dedicato proprio all’argomento
ok SE RIESCO AD INVIARTELO LO PUOI PUBBLICARE TU.PUOI DARMI UN CONTATTO?
L’email è sempre la solita:
guarda che è quello che i media ci tartassano ogni santo giorno!!!! si contano sulle dita di una mano quelli capaci di un’analisi critica legata alla realtà del mondo finanziario disgiunta da quella dell’economia reale. Quanto pubblicato da Danilo è, a mio avviso, sacrosanto, ma il vero interrogativo è “cosa facciamo?”
la scorsa settimana discutevo con un mio amico che è responsabile europeo di una multinazionale, lui sostiene che Abe ha fatto benissimo al Giappone, la crisi in America è finita, in Europa se i governi hanno il coraggio di fare delle riforme importanti sul lavoro (facilità di licenziamento, riduzione dei salari etc etc) la crisi finirà molto presto.
….e pensare che è una persona intelligente.