Un nuovo grande rischio Lehman Brothers aleggia su mercati ed economie

Scritto il alle 14:16 da Danilo DT

lehman-brothers

Io sono ovviamente speranzoso che la Gran Bretagna non esca dall’Unione Europea. Al momento i sondaggi sono ancora favorevoli al Brexit, manca una settimana esatta al voto, vedremo come va a finire. Intanto però, come ho previsto (non perché ho la sfera di cristallo ma perché era ovvio) il sistema finanziario inizia a muoversi e cerca di far capire agli inglesi che il voto “di pancia” potrebbe portare danni enormi.

Uno dei pareri più autorevoli che ho letto nelle ultime ore (lasciando da parte politici ed i soliti noti) è quello di Hung Tran, direttore dell’istituto di finanza internazionale IIF a Washongton. Autorevole e…decisamente aggressivo… un parere realistico oppure eccessivamente pessimistico? Nessuno lo può dire, non ci sono precedenti a cui possiamo aggrapparci. Secondo me c’è il concreto rischio che il suo punto di vista sia molto vicino alla realtà.

In un interessante Q&A, ecco il parere di Tran, apparso ieri su Bloomberg. 

Q: What would happen if Britain voted to leave the EU?

A: It is not Lehman Brothers in the short term in terms of markets being in a panic or chaotic mood, because the central banks will try to pacify that. But it is more significant than Lehman Brothers in its longer-term impact on global growth. Through trade and investment channels, there will be a downward impact on growth.

STOP: già qui una dichiarazione a vetriolo. Le banche centrali interverranno per evitare un “effetto Lehman” nel breve ma nel medio lungo termine, una Brexit avrebbe addirittura effetti più pesanti. Cavolo! Mica male, soprattutto se ragioniamo su un modo dove la leva finanziaria regna sovrana, dove tutto è programmato e non sono ammessi scenari alternativi soprattutto se destabilizzanti. Quindi il mercato non sarebbe assolutamente pronto ad assorbire la Brexit e gli effetti sarebbero devastanti.

Q: Isn’t it just a European issue?

A: It’s not just a vote for the U.K. exiting Europe, it is a symptom of the discontent and unhappiness of citizens with the status quo. They want change, but nobody can articulate what is it that they want. The impact in an exit vote of “leave” winning would be very far-reaching and impact long-term events. Near term there would be significant adjustment in financial markets.

VERO: il voto della Brexit è un voto di protesta. I cittadini inglesi, ma anche quelli europei, sono insoddisfatti e stufi. MA questo è il classico “voto di pancia” che può avere conseguenze pesanti se non viene ponderato correttamente.

(…)

Q: Which countries would suffer most if the U.K. voted to exit?

A: First the U.K. and Europe, but then emanating from there to trading partners of Europe, and then to emerging market countries through the decline in world trade. Large economies able to rely on domestic consumption and the services sector should be able to generate a measure of growth and cope with it better than others. More open economies that have been reliant on world trade as a growth model will suffer more.

ECCO FATTO: è una follia chiudere gli effetti di una Brexit all’interno delle mura inglesi. Ma anche europei. Sarebbe un evento sistemico che colpirebbe ovunque, mercati emergenti compresi. Ricordate quando vi parlavo di un sistema che sta in piedi “con lo sputo” e che non avrebbe retto un problema sistemico inatteso? Eccovi serviti.

Q: What happens to the U.K. after exit?

A: Whatever new arrangement the U.K. may manage to have — the Norway model, the Switzerland model, or relying on the WTO to manage its relationship with the EU — is very problematic. All of those still require U.K. firms to observe and respect EU rules if they want to do business in the EU. Most important for the City of London, financial services passporting will be either not available or significantly curtailed.

LA QUESTIONE POLITICA diventerebbe il vero problema,ancor prima della rinegoziazione degli accordi commerciali. La Brexit darebbe il via alla Euro-disgregazione. La mappa sottostante traduce in modo esemplare questo rischio.

Q: What’s the U.K. economic impact?

A: The true problem is uncertainty causing loss of business confidence and further decline in capital expenditures and investment. That would reinforce the collapse in productivity — which is very pronounced in the U.K. — and make for an even worse outcome in terms of potential growth.

Q: How does it affect the EU?

A: If you put the Brexit vote against a very clear decline in trust and confidence of the citizens of Europe in the EU and its institutions, and the rise in populism and anti-Brussels, anti-EU, anti-integration sentiment, the contagion risk of a successful Brexit vote will be quite damaging. Periphery countries have undergone a lot of adjustment after the crisis. The cost of fiscal consolidation is perceived to be quite significant and unfairly distributed, so there could be a lot of discontent, and that will support the further rise of populist political movements.

Q: What does Brexit mean for trade?

A: The mood is anti-immigration and anti-free trade. In the past year, more than 500 trade protectionist measures have been implemented by governments worldwide, more than twice the number of such measures two years ago. Against ths anti-immigration, anti-free trade public mood — even here in the U.S. — the risk of a further increase in trade protectionism is high. That would continue to depress the growth of world trade, which actually fell in volume terms by 1.6 percent, year-over-year in the first quarter.

TRE DOMANDE di cui è difficile dare delle risposte ma ne abbiamo già parlato nei giorni scorsi. Sarebbe un gran problema. Molti lo stanno sottovalutando (proprio perché sono portati a ragionare”di pancia”) ma sappiate che…porterà conseguenze molto pesanti.
Ripeto, nessuno può sapere con esattezza cosa accadrà, Ricordatevi solo di queste parole. Gli effetti di una Brexit saranno peggiori del default di Lehman Brothers. E’ un parere di un grande esperto (citato nel post) ma non si allontana nemmeno troppo da quello del sottoscritto (ed è per questo che ve l’ho proposto).

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Danilo DT

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27 commenti Commenta
pdf79
Scritto il 16 Giugno 2016 at 14:59

Io non sono complottista di natura ma se si vuole un risultato si adopereranno per ottenerlo, mica ci sono solo i cinesi alle primarie del PD, se invece si lascia tutto al naturale e perchè si accetta la possibilità di un giro di valzer a seguire.Certo che andare al referendum di giovedì e proprio da inglesi.

albertopletti@gmail.com
Scritto il 16 Giugno 2016 at 15:06

Se le cose stanno proprio così si dovrebbero trarne le conseguenze. Quello che si può fare, allora, è scommettere su brexit: se brexit non avviene ci si becca una sberla, ma se avviene si aumenta il gruzzolo. Buona scommessa: buon short a chi se la sente! (comunque guardiamo i sondaggi il giorno prima).

corvaz
Scritto il 16 Giugno 2016 at 17:24

Il problema non è economico ma politico. E se i banchieri sono contrari mi dovete spiegare come mai moltissimi economisti inglesi sono invece favorevoli. L’unico settore che minaccia licenziamenti a raffica è il settore banche e finanza. Sarà vero? Però Londra, dove un abitante su 27 è milionario, se vuole veramente fare concorrenza nel settore finanziario per abbassare ulteriormente i costi ed eliminare certe tasse tanto odiate -vedi quella sulle transazioni, l’unico modo è uscire dall’UE. L’unione politica sarà anche fiscale per il 2025, sveglia!
Su un articolo di giornale un economiasta inizia così: WANT to phone the police and ask them to arrest George Osborne and former chancellor Alistair Darling, end charge them with threatening behaviour. For that is exactly the latest episode in Project Fear.

E se gli inglesi votano con la pancia, come voterebbero quelli che fanno andare al governo chi promette di aumentare le tasse?

gualma
Scritto il 16 Giugno 2016 at 17:52

Tutto questo terrorismo è folle. Tutti i dati dicono che fuori dalla UE si solo bene quindi questa UE va eliminata. Tenete presente che parliamo di un ente che ci vuole governare senza essere stato democraticamente eletto e questo basta e avanza per volere uscire. Brexit tutta la vita. Chi fa terrorismo è in malafede.

Scritto il 16 Giugno 2016 at 18:01

gualma@finanza,

Sei sicuro di essere nel giusto? Io non lo posso esserne matematicamente ed esprimo un mio parere e da giorni cerco di giustificarlo con ragionamenti e dati. Il Brexit è al momento un “voto di pancia”. E questo deve far pensare

x_maurizio
Scritto il 16 Giugno 2016 at 19:57

Non hanno ancora detto che ci saranno le cavallette… nei prossimi giorni attendo previsione in tal senso.

Scritto il 16 Giugno 2016 at 20:39

Con il senno di poi possiamo dire che l’Europa è stato un errore. Troppe regole stringenti,troppa austerità, poca collaborazione. Nelle intenzioni era un gran bel progetto, la realizzazione è stata pessima. Detto questo penso che uscirne ora potrebbe essere un suicidio. Il grave è che i tecnocrati europei non capiscono che la protesta è forte ed è arrivato il momento di tornare a sviluppare l’Europa su criteri etici e non solo pensando al proprio tornaconto personale

pasolo
Scritto il 16 Giugno 2016 at 22:26

“Un nuovo grande rischio Lehman Brothers aleggia su mercati ed economie”
il vstoxx ha raggiunto quota 40, DT è tornato pessimista : allora la discesa è finita e torno long
😉 ciao DT

Scritto il 16 Giugno 2016 at 23:04

pa­so­lo@fi­nan­za,

Mi spiace per te, ragazzo, ma io sono LONG. Ho uno stop loss che mi protegge ma…sono long a leva quindi…
Inoltre questo post è OGGETTIVO e di prospettiva. E non di breve periodo.
Mi sorprende che ancora non si capisce quali sono le logiche temporali degli investimenti. Una cosa è il breve, una cosa è un’analisi con una visione di medio lungo.
Prospettive diverse, prodotti da utilizzare ben diversi e trend che possono essere totalmente decorrelati.

corvaz
Scritto il 16 Giugno 2016 at 23:07

La gente non capisce veramente… specie quelli che hanno la bocca impastata di “democrazia” sono quelli che in nome del popolo ideologico senza radici hanno ceduto i nostri diritti storici a chiunque… e in un mondo in cui le cambiali valgono più dell’oro ci hanno fatto crescere con l’idea che la libertà personale o dello Stato vale anche meno, e allora capisci il ruolo dei politici.

@pasolo Difatti il Nasdaq se ne ciava e chiude positivo.

ironblade79
Scritto il 16 Giugno 2016 at 23:45

“”Grande esperto? Mi puoi elencare 3/4 situazioni che “l’esperto” ha azzeccato? Ma dai…

pasolo
Scritto il 17 Giugno 2016 at 00:10

Danilo DT,

grande DT 😉

signor pomata
Scritto il 17 Giugno 2016 at 00:16

Quando scrivi : Nessuno lo può dire, non ci sono precedenti a cui possiamo aggrapparci.
Scherzi vero?
Cioè non ci sono precedenti storici in cui un accordo è stato messo in discussione da uno dei sottoscrittori?
Vorrei ricordare che è scritto nei trattati che gli inglesi possono decidere di uscire dalla ue…..quindi ?
Tutta sta caciara per far capire al cittadino europeo che loro non possono capire quello che è meglio per loro.
Non possono sapere se qualcosa è giusto o sbagliato per loro.
Meglio che la scelta venga fatta da un tecnocrate o dal mercato o meglio dio mercato.
Sarebbe una tragedia immane ritrattare un accordo……..mai avvenuto prima.
Ma che cazzo di mondo siamo diventati?
La tragedia di leman se è stata tragedia è avvenuta perche dio mercato truffava sul mercato.
La tragedia è avvunuta perche codesti paraculi quando si tratta di guadagnare non guardano in faccia a nulla e i danni poi li paga lo stato……quello corrotto.
Da chi se non da loro?
Il problema è che si ha paura che una parvenza di democrazia possa fiorire in questo lager chiamato ue.
Di italia non parlo, da noi sono decenni che ci hanno indottrinato a farci credere che cani e porci possono decidere per loro ma noi no…………….noi italiano non siamo in grado di governarci e quindi ci serve che qualcuno ci dica cosa è meglio per noi.
Infatti quel qualcuno si fa allegramente i cazzi suoi.

gainhunter
Scritto il 17 Giugno 2016 at 07:26

Da che mondo è mondo se uno perde c’è un altro che guadagna.
Anche negli anni del boom in Occidente sembrava che ci guadagnassero tutti, invece ci hanno perso 1) i Paesi del SudEst del mondo, sfruttati 2) le generazioni future tramite l’aumento del debito
E in questa epoca di recessione e deflazione sembra che ci perdano tutti, invece ci guadagnano 1) multinazionali 2) l’1%
Quindi, dal Brexit o ci perde l’UE e l’UK ci guadagna, o ci perde l’UK e l’UE ci guadagna: si dice che per compensare il “buco” devono aumentare le tasse in UK, questo mi fa pensare che allora ci guadagneremmo noi altri europei.
Oppure, se ci perdono entrambe, qualcun altro ci deve guadagnare, è matematico. Forse ci perderanno le multinazionali e guadagneranno le aziende inglesi, oppure guadagneranno le multinazionali del Commonwealth a scapito di quelle dell’UE?

Altra considerazione: si parla di quanto saranno le perdite ma nessuno spiega concretamente cosa e come ha da perderci l’UK, forse non c’è nulla da spiegare (perchè è falso) o non c’è la volontà di spiegare (per interesse). Un voto di testa è un voto ragionato, un voto di pancia no. Come già scritto, il voto di pancia può essere sia il Brexit per la rabbia sia il Bremain per la paura; sarà in ogni caso un voto di pancia, che sia Leave o Stay, perchè mancano le informazioni per fare una valutazione ragionata e dare un voto di testa.

gualma
Scritto il 17 Giugno 2016 at 13:32

Danilo DT,
Premesso che non sono il Padre Eterno e che quindi il mio è un giudizio di un povero essere umano ci tengo comunque a sottolineare i dati oggettivi:
– trattasi di organismo antidemocratico poiché il potere esecutivo è affidato senza mandato popolare (già questo è un punto fondamentale)
– trattasi di organismo disumano poiché mette le ragioni di bilancio al di sopra di ogni cosa. E’ sprezzante della vita dei propri cittadini perché non tutela nemmeno la salute degli stessi (vedansi gli innumerevoli tagli alla sanità e al sociale, vengono stampati 65mld al mese e gli ospedali chiudono le infrastrutture vanno a pezzi).
– è responsabile della più grande crisi mondiale ha prodotto una disoccupazione incredibile e un debito pubblico pazzesco senza risolvere un problema – (amministratori con un minimo di buonsenso si sarebbero dimessi con tanto di scuse invece insistono nel peggiorare le cose, ma d’altronde non hanno un mandato popolare quindi può essere che per conto di chi hanno il mandato stiano pure facendo molto bene, dipende dai punti di vista)
ora potrei continuare ma non posso cmq mi sembrano ragioni oggettive per un Eurexit. L’unica ragione per dire w l’europa è che è più di mezzo secolo che non c’è una violenta guerra, ma in realtà questa è una guerra combattuta con armi diverse ma non per questo non miete vittime.
la mortalità in questi anni ha avuto un incremento percentuale a 2 cifre come nel corso della prima e della seconda guerra mondiale ……………
queste sono alcune delle mie ragioni.
un saluto

gainhunter
Scritto il 17 Giugno 2016 at 19:09

gualma@finanza: L’unica ragione per dire w l’europa è che è più di mezzo secolo che non c’è una violenta guerra, ma in realtà questa è una guerra combattuta con armi diverse ma non per questo non miete vittime.

Secondo me le ragioni per cui non c’è una guerra militare tra i paesi sviluppati (e non solo in Europa) sono tre:
– la bomba atomica
– gli interessi delle multinazionali
– la NATO

Se non ci fossero queste tre, la guerra in Europa forse sarebbe già scoppiata.
Concordo pienamente su tutto il resto.

perplessa
Scritto il 17 Giugno 2016 at 22:39

non può fare testo una singola inglese conosciuta in vacanza, ma mi colpì l’opinione di una ragazza inglese conosciuta sul treno della Barranca del Cobre nel 1999, con la quale per altro condivisi successivamente un periodo della mia vacanza assieme ad altri turisti di diverse nazionalità. Mi disse che quello che la preoccupava dell’avvento dell’Euro era la fusione con la cultura europea che avrebbe potuto sopraffare quella inglese. al di là delle considerazioni economiche è possibile che quest’elemento, cioè che una parte degli inglesi non si sentano parte dell’Europa continentale, incida. Non è che la tipa dicesse italiani, spagnoli o polacchi, diceva “Europei”. Paradossalmente, una signora messicana mi disse: gli italiani sono nostri amici perché la nostra cultura è simile, i gringos no. e, tutto sommato, concordavo con lei di sentirmi più vicina a un messicano che a un inglese, tantomeno a un nordamericano. Gli inglesi si sentono parte culturalmente dei “gringos”, cioè della ex colonia??è probabile. Nonostante Merkel&c. ci sono molti tedeschi che sento molto vicini culturalmente. la Germania non è solo Merkel & Schauble, vedremo come va a finire.

perplessa
Scritto il 17 Giugno 2016 at 22:55

mi spiego meglio: esiste un elemento culturale che possa essere base per potersi sentire europei in maniera contrapposta a persone di altri paesi extraeuropei?se esiste, allora abbiamo le basi di fare qualcosa, se è tutta fuffa, allora qualsiasi altro genere di considerazioni di tipo politico ed economico, valide o meno, non ha alcuna base per poter essere sostenuto da un elemento essenziale, appunto, il sentirsi culturalmente affini. per contro, se un unico paese non si sente culturalmente affine, le considerazioni economiche, che continueranno ad avere rilevanza, avranno un peso diverso per­ples­sa@fi­nan­za,

albertopletti@gmail.com
Scritto il 18 Giugno 2016 at 10:39

Credo che i britannici abbiano un modo di pensare un po’ diverso – in genere – dagli italiani, dagli spagnoli, dai tedeschi, etc.. Ma non è questo il punto: è vero che se tra affini si sta più comodi, direi invece che ci dovrebbe essere un legame quasi affettivo per sentirsi parte di una comunità. Cioè se per i morti del Bataclan ti sei turbata e ti dispiace molto di più che non per quelli che hanno perduto la vita in un attentato in Iraq – per es – , se così è ti considero europea, perchè tieni di più ai tuoi vicini. La prima comunità è quella umana, poi seguono le altre, fino alla famiglia: direi in cerchi concentrici.

kry
Scritto il 18 Giugno 2016 at 16:07

gai­n­hun­ter,

” Se non ci fossero queste tre, la guerra in Europa forse sarebbe già scoppiata. ”
http://it.euronews.com/2015/08/04/croazia-20-anni-fa-la-guerra-contro-i-serbi/

gainhunter
Scritto il 18 Giugno 2016 at 19:19

kry@finanza,

Infatti: 2 stati senza bomba atomica, all’epoca immuni dal multinazionalismo in quanto usciti da poco dal blocco filo-sovietico, e fuori dalla NATO. C’è da dire però che nel loro caso c’erano contrasti etnici non da poco.

perplessa@finanza,

Elementi culturali in comune ci sono, anche forti, e anche tra Germania e Italia, ma se andiamo oltre le classificazioni tradizionali direi che ci sono più affinità culturali tra un Lombardo e un Bavarese che tra un Lombardo e un Siciliano, così come quelle tra Lombardo e Siciliano sono certamente più forti rispetto a un Arabo: i cerchi concentrici che dice Alberto ci sono anche ai diversi livelli territoriali, è una specie di progressione. Poi in questa progressione potrebbero esserci dei “salti”, delle differenze più nette rispetto alle altre, tipo quella tra Britannici vs Europei e sicuramente quella tra Europei e Mediorientali.
Un’unione tra Europei potrebbe essere possibile, quello che è impossibile è modificare questa Unione Europea “in corsa” perchè così com’è oggi non funziona, va modificata radicalmente e la struttura che ha le impedisce di essere modificata. E’ il classico caso che richiede un reset e una riprogettazione da zero, questa volta dal basso, perchè ormai è dimostrato che le alterazioni fatte dall’alto senza il consenso e la volontà del popolo non funzionano. Né per l’Italia né per l’Europa.
Visto che non esiste nemmeno una cultura omogenea italiana o tedesca o inglese (vedi Scozia vs Galles …), l’unico modello di unificazione non è quello che prevede l’omologazione (obiettivo dell’UE, almeno dal punto di vista economico) ma quello fortemente federalista, ma talmente federalista che deve smontare le unioni nazionali. Di certo un’unione federale di stati con le dimensioni attuali non funziona e non ha alcun senso; la domanda è: può funzionare un’unione federale di territori piccoli così vasta? L’altra domanda è: se la lingua è un fattore fondamentale per consentire un’unione allora l’Unione Europea potrebbe arrivare tra un paio di generazioni, quando tutta la popolazione europea parlerà fluentemente l’inglese (si è anche corso troppo).

perplessa
Scritto il 19 Giugno 2016 at 16:35

Quello che intendevo dire è che il fronte del Brexit potrebbe fare leva anche sul desiderio di mantenere l’ identità culturale britannica, da parte di una fetta dei suoi cittadini. E’ vero quello che dici che la frammentazione linguistica è un punto di debolezza in relazione a un ipotetico federalismo europeo. Purtroppo viene attualmente sfruttata per imporre la supremazia dell’inglese alle altre lingue europee (cosa alla quale non sono favorevole), nonostante secondo alcune stime, lo spagnolo sia parlato come madrelingua da un numero più elevato di persone. A questo proposito forse non molti sanno che c’è un progetto finanziato dalla Comunità Europea per un metodo di intercomprensione fra parlanti lingue latine mantenendo la propria, idea che trovo brillante
http://www.eurom5.com/p/chisiamo/lastoria
L’Italia poi è totalmente priva di identità linguistica, a differenza dei francesi e dei parlanti lingua spagnola; p es. una volta i cittadini andavano allo sportello, ora vanno al front-office, senza che sia sorta nessuna necessità reale di cambiare denominazione. Personalmente la cosa mi irrita. E la cultura altrui trova terreno fertile per penetrare. Non capisco a che titolo un’eventuale Europa Federale dovrebbe assumere come lingua quella di un paese che attualmente sta cercando di imporre agli altri paesi europei regole privilegiate, non smentendo la sua connaturata indole coloniale. Perché mai dovremmo accettare una condizione subalterna? In merito al funzionamento di un’eventuale Europa Federale ritengo si dovrebbe usare il condizionale, visto che ora non c’è, e bisognerebbe valutarne i principi che sarebbero applicati; di sicuro non gradirei un progetto gestito da entità sovranazionali non democraticamente elette. L’unione monetaria attuale pro interessi tedeschi (tedeschi…quello del minijob bisognerebbe sentire che dice) non mi garba, come notoriamente non garba a molti altri europei . Come non mi garba che sia stata uno strumento per smantellare il welfare, elemento della comune cultura europea che gradirei venisse invece difeso.Il modello welfare che si tenta di replicare è indubbiamente quello degli Stati Uniti, un modello che danneggia i cittadini europei degli strati sociali più bassi, e fortemente darwiniano. In base a quello che ho letto qua, comprendo che le motivazioni delle lobby inglesi, per l’uscita, non sono le stesse degli altri cittadini europei, e se restano mi pare abbiano già vinto, quindi questa mi pare tutta una farsa. ; http://www.lenius.it/cosa-e-brexit/
gai­n­hun­ter,

gainhunter
Scritto il 20 Giugno 2016 at 21:51

perplessa@finanza,

Sono pienamente d’accordo.

A titolo di pura curiosità, segnalo la diffusione delle lingue in Svizzera: http://www.bfs.admin.ch/bfs/portal/en/index/themen/01/05/blank/key/sprachen.html
L’inglese è presente, ovviamente essendo ormai lingua internazionale, ma non è così fondamentale. In UE, insegnando il tedesco come seconda lingua ai latini e una lingua latina ai germanofoni la lingua non sarebbe più un problema.
Non conoscevo il progetto che hai segnalato, interessante, grazie. Secondo me nelle regioni del Nord saremmo anche facilitati dal fatto che i nostri dialetti spesso sono imparentati con il francese; e magari verrebbero anche rivalutati.
“L’Italia poi è totalmente priva di identità linguistica”: verissimo, anzi, arriverei a dire che l’italiano è una lingua fascista, imposta per creare un’identità che non è mai esistita, e aristocratica, in quanto nei secoli scorsi era usata da un’esigua percentuale di abitanti.

perplessa
Scritto il 21 Giugno 2016 at 00:22

sono venuta a conoscenza di questo progetto in una serata organizzata congiuntamente nella mia città da alcune associazioni che diffondono rispettivamente spagnolo, francese e portoghese, essendo iscritta ad una di queste. Il relatore spiegò che esistono altri progetti di intercomprensione anche per lingue non latine, in ambito europeo, e un altro latino che include il rumeno. tutti con l’intenzione implicita di non usare la lingua “terza”…molto apprezzabile…. Al di là della questione linguistica, la crisi ci ha molto accomunati, noi latini, mica divisi. quando mi è capitato di parlare con altri in viaggio,non di quelli che abitano in Italia, ovviamente, sintonia totale, come stare al bar sotto casa, medesime lamentele, medesimi contratti bloccati, pensione rimandata,medesimi soggetti extracomunitari che accettano lavori senza tutela a scapito dei cittadini, uguale uguale..siamo affini..speriamo di ribellarci in maniera affine, i francesi al momento sono all’avanguardia gai­n­hun­ter,

perplessa
Scritto il 21 Giugno 2016 at 00:22

sono venuta a conoscenza di questo progetto in una serata organizzata congiuntamente nella mia città da alcune associazioni che diffondono rispettivamente spagnolo, francese e portoghese, essendo iscritta ad una di queste. Il relatore spiegò che esistono altri progetti di intercomprensione anche per lingue non latine, in ambito europeo, e un altro latino che include il rumeno. tutti con l’intenzione implicita di non usare la lingua “terza”…molto apprezzabile…. Al di là della questione linguistica, la crisi ci ha molto accomunati, noi latini, mica divisi. quando mi è capitato di parlare con altri in viaggio,non di quelli che abitano in Italia, ovviamente, sintonia totale, come stare al bar sotto casa, medesime lamentele, medesimi contratti bloccati, pensione rimandata,medesimi soggetti extracomunitari che accettano lavori senza tutela a scapito dei cittadini, uguale uguale..siamo affini..speriamo di ribellarci in maniera affine, i francesi al momento sono all’avanguardia gai­n­hun­ter,

pasolo
Scritto il 27 Giugno 2016 at 12:50

Danilo DT,

Grazie per il “ragazzo” e spero per te “vecchio” 🙂 che il tuo long a leva non ti abbia fatto troppo male ( non penso che lo stop loss sia servito ne a te ne a me purtroppo visto il gap down di lunedì mattina )
Ciao DT

pasolo
Scritto il 27 Giugno 2016 at 12:51

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