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TRUMP contro CLINTON: effetti delle elezioni americane sui mercati
Ormai è una questione di poche ore ed i mercati hanno già lanciato la loro scommessa. Sarà Hillary Clinton la prima Presidente donna degli Stati Uniti d’America. Ma quali sarebbero gli effetti sui mercati finanziari in caso di vittoria repubblicana anziché democratica? Il parere di Rony Hamaui, laureato all’Università Commerciale L. Bocconi e Msc. alla London School of Economics, Amministratore Delegato di Mediofactoring e professore a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
La forte incertezza sui risultati delle elezioni americane, assieme alla polarizzazione delle posizioni politiche dei candidati, agitano i mercati finanziari.
Tradizionalmente, i mercati hanno salutato la vittoria di un candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti con un rialzo delle quotazioni azionarie, mentre l’ascesa di un democratico è stata spesso accompagnata da una caduta degli indici borsistici. Almeno, questo è quanto statisticamente osservato dalla fine dell’Ottocento alla rielezione di Barack Obama nel 2012. Gli operatori economici hanno quasi sempre ritenuto che il partito repubblicano rappresentasse meglio gli interessi degli investitori, soprattutto in termini di minor tassazione, riduzione della regolamentazione e libero scambio.
In questo quadro, la candidatura di Donald Trump rappresenta una rilevante eccezione giacché tutte le analisi mostrano come la vittoria del candidato repubblicano dovrebbe portare a una caduta del prezzo delle azioni, a una riduzione della crescita economica e a un aumento della volatilità dei mercati. In altri termini, il cosiddetto Republican premium si è trasformato in un Republican discount.
Questi fenomeni risultano ovviamente tanto più rilevanti quanto più l’esito delle urne è incerto e quanto più i programmi fra i due candidati divergono. Così, le quasi certe rielezioni di Ronald Reagan o di Bill Clinton non comportarono alcun effetto sui mercati finanziari, a differenza di quella – sofferta – di Harry Truman nel 1948. Molti politologi hanno poi osservato come le crescenti disuguaglianze e discriminazioni razziali, seguite alla grande recessione, abbiano prodotto una forte polarizzazione delle posizioni politiche.
Previsioni mappa elettorale
Conseguenze economiche delle elezioni
Oggi tutti i sondaggi mostrano come i due candidati siano quasi alla pari, mentre le loro posizioni rimangono fortemente divergenti. I risultati delle urne dovrebbero dunque produrre sostanziali oscillazioni dei prezzi delle attività finanziarie. Una stima recente, fatta in concomitanza dei dibattiti televisivi, ha mostrato come l’elezione di Trump potrebbe portare a una caduta dello S&P e degli altri indici americani tra il 10 e il 15 per cento. Effetti molto rilevanti si aspettano anche sulle principali borse europee e asiatiche.
Entrambi i candidati hanno promesso un aumento della spesa pubblica, quale stimolo all’economia, che potrebbe accelerare la caduta dei corsi delle obbligazioni e un conseguente aumento dei tassi. Nel caso di una vittoria di Trump, l’aumento sarebbe più consistente, sia perché il cuore del suo programma prevede un forte taglio alle tasse con conseguente aumento del deficit pubblico, sia perché nelle scorse settimane il candidato repubblicano ha più volte attaccato Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, per aver perseguito una politica monetaria troppo accomodante al fine di favorire la candidata democratica. Le idee fortemente anti-liberiste di Trump in termini di commercio internazionale indebolirebbero anche i tassi di cambio di partner importanti come il Messico, il Canada e la Corea.
SLIDE of the day. Impatto Election Day secondo Pictet
Sul fronte della volatilità, una vittoria repubblicana farebbe ulteriormente crescere indici come il Vix (ovvero il Chicago Board Options Echange Volatilty Index). L’ambiguità delle posizioni portate avanti dal candidato repubblicano, assieme al fatto di non avere al suo fianco consiglieri universalmente riconosciuti come competenti, aumentano le incertezze del quadro economico. Per non parlare poi delle posizioni prese da Trump in politica estera, nei confronti degli alleati o della Russia di Putin.
Tuttavia, anche una schiacciante vittoria democratica sia al Senato sia alla Camera dei rappresentanti è vista con scetticismo da molti analisti, poiché darebbe spazio all’ala sinistra del partito, che alle primarie aveva già dimostrato di avere un forte seguito. Insomma, la notte dell’8 novembre allacciate le cinture, si vola.
SLIDE of the day. Impatto Election Day secondo MS
Fonte: LaVoce
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mah…..
vendere treasury se vince Trump mi pare proprio una cagata…. con l’aumento della volatilità e ribasso mercati i treasury difficile che scendano, semmai nel medio periodo..
Comunque ne ho lette tante di queste tabelle e si legge tutto e il contrario di tutto, pure che se vince Trump si risveglierebbero i Maya dalle loro tombe
I TREND DEI MERCATI NON GUARDANO LE ELEZIONI POLITICHE.PROSEGUONO E BASTA NEL LORO TREND GIà IN ESSERE.
ore 19:02 8-11-2016 ho aperto una posizione full leverage short su mib 40 e s&p 500 at 2.144,37 QUALUNQUE Sarà IL RISULTATO, I MERCATI VERRANNO GIù A PICCO.
jesselivermore@finanza:
I TREND DEI MERCATI NON GUARDANO LE ELEZIONI POLITICHE.PROSEGUONO E BASTA NEL LORO TREND GIà IN ESSERE.
ore 19:02 8-11-2016 ho aperto una posizione full leverage short su mib 40 e s&p 500 at 2.144,37 QUALUNQUE Sarà IL RISULTATO, I MERCATI VERRANNO GIù A PICCO.
In bocca al lupo
Qualcosa mi sfugge…
se WS ama Clinton non penso che le banche siamo da vendere…come i farmaceutici (Obamacare)…e la tecnologia !!! A questo punto si scommette sul tycoon! !! Ma anche li ieri sell Gold Long wti …Long mxn brl Short euro. ..flat social media!!! Quindi o qualcuno bluffa. …o Pictet non ha le idee chiare!!! Forse sono io che leggo male il mercato…o come dice Jesse….only Short! !!
-elezioni novembre 2000: il mercato era orso da marzo 2000 ed ha proseguito il trend al ribasso fino a marzo 2003
-elezioni novembre 2004: il mercato era toro da marzo 2003 ed ha proseguito il trend al rialzo fino a maggio 2007
-elezioni novembre 2008: il mercato era orso da maggio 2007 ed ha proseguito al ribasso fino a marzo 2009
– elezioni novembre 2012: il mercato era toro dal 2009 ed ha proseguito il rialzo fino a marzo 2015
elezioni novembre 2016: perché mai questa volta le elezioni politiche dovrebbero modificare il trend già in essere che è orso in europa e laterale tendente all’orso in usa da marzo 2015?
Per gli amanti delle statistiche, erano 36 anni che l’S&P 500 non chiudeva in negativo per 9 sedute consecutive (dal 25 ottobre al 4 novembre 2016). L’ultima volta fu dal 1 dicembre all’11 dicembre 1980.
Certo, con vittoria Clinton vedere selvaggiamente le banche. Quale nemico peggiore per Wall Street se non Clinton? Blankfein e soci stanno tremando all’idea di una presidenza Clinton.