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TITOLI DI STATO: DEFAULT DELL’ITALIA?

Scritto il alle 13:53 da Danilo DT

Premessa: ciò che ho scritto nel titolo lo ritengo, personalmente, una bestialità che non sta né in cielo né in terra. Però da più parti, compresa qualche email ricevuta dal sottoscritto, e soprattutto come ho avuto modo di legger su alcuni siti internet e anche su qualche giornale, c’è chi pensa che l’Italia possa fare default.
Cliccate qui per prendere visione della prima parte di questo articolo, scritta nella giornata di ieri.
A creare scompiglio è stata la notizia dell’ampiamento degli spreads tra i titoli governativi italiani e quelli tedesci. Le motivazioni sono diverse e ora cercherò di illustrarle.


ITRAXX: aumentano gli spreads

itraxx crossover index cds defaultQuesto indice fotografa perfettamente la situazione che stiamo vivendo. Ma che cos’è l’indice ITRAXX? E’ un indice che dà una sintesi dell’andamento di un paniere di 50 CDS (credit default swap), ovvero quelle famose “assicurazioni” (se ve li chiamo “derivati”, vi sovviene in mente qualcosa?) contro la possibile insolvenza di un emittente. Il sottostante è dato da titoli di rating basso, in genere inferiori al BB+ di S&P. Come mai si è impennato così tanto? Facciamo un salto indietro.
Chi legge il blog da più tempo, ricorderà cosa dissi diverso tempo fa, a proposito dell’asset allocation e dell’ITRAXX.
Come è normale che sia, quando aumenta la paura, aumenta la volatilità (ve lo ricordate il VIX?). Abbiamo visto negli ultimi mesi un differenziale di rendimento tra i titoli governativi e i titoli corporate che assolutamente era improponibile. Non esisteva più il premio al rischio. Poi sapete tutti cosa è successo: mercati azionari in discesa, rischi per l’economia, problemi con subprime e derivati. Nello stesso tempo aumenta quindi il timore che molte aziende, visto il rallentamento economico e la crisi possano andare default. Ed è così che, magicamente, tornano ad allargarsi questi spreads, aiutati moltissimo in questo movimento peggiorativo dalla crisi che attanaglia i mercati. Aumentando quindi il rischio, aumentano anche le suddette assicurazioni.

Ma nel frattempo che succede? Molte istituzioni vanno in crisi di liquidità. I motivi sono sempre gli stessi:sublime e derivati. E si va a vedere incondizionatamente anche assets poco liquidi. E in un mercato poco liquido vengono buttati in vendita valanghe di titoli per il solo motivo di voler creare liquidità.
Ora, cosa c’erta tutto questo discorso con i nostri BTP e CCT?
Tanto per cominciare come dicevo ieri, un po’ di spread è normale fra i titoli italiani e tedeschi. Ma oggi lo spread sfiora i 60 bp. Ma leggiamo anche che proprio in questi giorni c’è una nuova fuga dal risparmio gestito. Altri titoli di Stato che vengono buttati sul mercato e venduti al prezzo corrente. Il tutto, ripeto, in un mercato il liquido. Ad esempio proprio ieri, il BTP 2018 ha scambiato per 100 milioni di Euro, mentre normalmente scambia per 500 milioni. Quindi immaginatevi che succede se arriva un ordine di vendita importante. Come vedete tutto questo non ha nulla a che fare con la solidità del sistema Italia.

Ma c’è di più. Molti operatori stanno vendendo BTP per spostari su scadenze più corte. Molti operatori vendono BTP per passare al Bund (che ha un sottostante molto più liquido), rinunciando al premio di rendimento ma cercando la massima liquidità. Molti hedge funds, che avevano puntato su CCT e OAT francesi, oggi sono in crisi di liquidità e vendono i loro assets alla ricerca di cash disponibile. Molte banche sono di nuovo in crisi di liquidità (basta guardare l’Euribor che è tornato a salire) e quindi vendono Titoli di Stato Italiano.
Che dite, ce n’è abbastanza?

Conclusioni

Stiamo sereni. Non c’è da preoccuparsi per il ribasso di BTP e CCT che detenete in portafoglio. Lo stesso “effetto elezioni” di Aprile è poco influente sui corsi degli stessi titoli di stato. Quindi, come potete vedere, non è una questione di solidità dell’emittente, ma di una crisi di sistema che ha colpito loro malgrado i nostri titoli di stato.
Spero che questo post abbia rasserenato i più timorosi e li abbia disincentivati a fare strane operazioni di disinvestimento (magari a scapito di qualche obbligazione bancaria consigliata dall’operatore di fiducia…non commento in merito…). Nella speranza di avervi come sempre dato un parere molto oggettivo anche se personale, vi invito a cliccare sul bottone nella colonna qui a fianco con la scritta PayPal  e a sostenere il blog.
A presto e…Stay tuned!

DT

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