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STRATEGIE : 2007 – L'ANNO CHE E' STATO
Come promesso, eccoci al primo appuntamento che definirei “clou” soprattutto per il sottoscritto, una tappa fondamentale per cercare di riordinare le idee in vista di un 2008 che si presenta sicuramente di non facile interpretazione. Questo post cercherà di mettere un po’ di ordine su cosa è successo nel 2007, cercando di creare le basi per un secondo post che, invece, cercherà di illustrare le prospettive del 2008.
Tante sono le cose che ci siamo detti, molte sono le ipotesi e gli studi fatti nelle ultime settimane. E la maggior parte di essi non portano a risultati molto positivi. Ma attenzione: mai dare nulla per scontato. In queste occasioni bisogna cercare di essere il più obbiettivi possibili, cercando di “estraniarsi dalla massa”, alla ricerca di una verità che puntualmente non si riuscirà a trovare, ma che probabilmente potrebbe quantomeno essere sfiorata.
La mia analisi cercherà di essere quanto più possibile obbiettiva ed indipendente, e sono ben felice di poter ricevere critiche da voi, cari lettori, con la speranza di poterne discutere apertamente in modo costruttivo.
Allora, si comincia…
Annus domini MMVII: 2007 così negativo?
Se ci guardiamo indietro, cosa potremmo dire del 2007?
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Sicuramente il 2007 è stato l’anno dei subprime, della crisi immobiliare, dei derivati, ma anche delle materie prime, con un petrolio capace di sfiorare i 100 $/bar.
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E’ stato soprattutto l’anno dei Paesi Emergenti, i quali malgrado tutto hanno strappato performance veramente da capogiro: Cina, India, Russia, Brasile in primis (il famoso BRIC) e poi Corea, ma anche la vicina Germania. Nulla di fatto per l’Italia. Il listino troppo “finanziario” non ha superato la prova. Già… I titoli finanziari..
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Il 2007 sarà ricordato anche come l’anno del crollo dei titoli finanziari. Ma poi tornerò su questo interessante punto.
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Il 2007 sarà inoltre ricordato come l’anno delle Banche Centrali. Mai nella storia si era vista una tale coesione tra gli istituti centrali, tutti coordinati verso la difesa del mercato ed a sostegno della crisi di liquidità. Mai si era visto in passato un’assistenza così attiva verso una crisi che, già solo per questa spasmodica attenzione delle banche centrali, deve essere presa in seria considerazione.
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Il 2007 sarà anche ricordato come l’anno del crollo del dollaro americano, arrivato alle soglie dell’1.50 vs. Euro.
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Non dimentichiamo poi il carry trade: l’anno che sta volgendo al termine ha visto protagoniste due valute (loro malgrado), ovvero lo Yen Giapponese ed il Franco Svizzero, utilizzate soprattutto dagli hedge funds per operazioni di matrice speculative. Sul carry trade tanto si è già detto in passato. Per chi non ha le idee molto chiare, consiglio di cliccare qui.
Rallentamento ma non recessione, per il momento
E il 2007 sarà anche ricordato l’anno del rallentamento. Dopo anni di crescita, si iniziano a vedere i segnali di stanchezza. Per certi versi è più che fisiologico aspettarsi una frenata, il timore è che non sia un fenomeno temporaneo ma strutturale, e quindi che si tratti di una vera e propria inversione di tendenza. I motivi di questa frenata sono già astati in parte descritti poco fa. E la paura è che gli effetti e gli strascichi di tale crisi si ripercuotano in modo deciso anche nel 2008. Quello che mi incuriosisce e contemporaneamente mi inquieta, è quest’ atmosfera quasi serena che si respira sui mercati. E’ come se la crisi ormai fosse passata e se ci fosse la consapevolezza che anche questa volta ce la faremo, un po’ di rallentamento ma poi…boom! Si torna a salire. Tutto grazie ai tagli della Fed, all’economia dei Paesi Emergenti, alle iniezioni di liquidità. Sono convinto che questi 3 fattori appena descritti aiuteranno non poco in futuro (magari limitando i danni) ma secondo me siamo ben lontani dal poter dire che la crisi ormai sia alle spalle e che il 2008 sarà l’anno della riscossa, a partire dal mese di gennaio. Basta prendere, come esempio, la crisi immobiliare. Si dava già per finita. Ed invece le ultime analisi ci dicono che toccherà il fondo nel 2009. O ancora le svalutazioni delle banche: non stanno assolutamente diminuendo, anzi, ogni tanto un big player se ne esce fuori con una bella nota, una grande svalutazione che viene confessata al mercato (notate bene che artisti…) in contemporanea con la comunicazione dell’ingresso nel capitale sociale di un nuovo socio (quasi sempre si tratta di denaro di provenienza asiatica, in particolar modo sono “fondi sovrani”) che va ad iniettare una valanga di denaro a soccorso della banca in difficoltà. E bisogna proprio dirlo, ben vengano questi fondi e questi denari con gli occhi a mandorla: potrebbero salvare i mercati da un capitombolo ben peggiore di quanto invece rischiamo di vedere nelle prossime settimane.
Scusate se mi sono dilungato un po’. Ma spero di aver riassunto in modo oggettivo cosa è stato nel 2007, cercando di mettere una base su un discorso molto più impegnativo, ovvero tracciare le linee guida del sottoscritto per il 2008.
A presto.
DT