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SULLA RIVA DEL FIUME
Devo ammettere che negli ultimi giorni sta succedendo una cosa che non mi accadeva da mesi. Non possiamo certo negare che l’economia non sia stata movimentata, ultimamente. Sono ormai un paio d’anni che stiamo portando avanti un discorso che si sta evolvendo periodicamente. Stiamo cercando di mantenere un filo conduttore comune. Ed è così che siamo passati dalla fase di crescita ai primi timori legati all’inflazione, per poi passare alla realtà dei subprime e poi all’ufficializzazione delle crisi gemelle: crisi dell’immobiliare e crisi del credito. Come detto ieri dai vertici della BCE, queste due crisi non si possono assolutamente dire concluse e quindi la crisi rimane ufficialmente aperta. A queste due tematiche, ho aggiunto recentemente un’altra possibile crisi, momentaneamente non ancora dichiarata in modo ufficiale dal mercato ma non per questo meno grave. Si tratta della crisi energetica. Quindi, in sintesi, i grandi mali dell’economia si possono elencare in questo modo:
-crisi immobiliare
-crisi del credito
-crisi energetica
-rischio inflazione
-rallentamento/recessione globale
Su quest’ultimo punto continuo a pensare più ad una recessione che ad un semplice rallentamento. Anche se non posso negare la virtuosità dei paesi emergenti, la vera scialuppa di salvataggio dell’economia globale, con i pro ed anche i contro (vedi per esempio il prezzo del petrolio), mentre perde smalto il motore economico per eccellenza, il consumatore americano. Mr Smith è in crisi. Ma questo ormai è un dato di fatto…
Ma col tempo vedremo come si evolverà la situazione.
A causa di questi elementi stiamo assistendo a degli ovvi cambiamenti nel sistema bancario: tanto per cominciare una diminuzione della leva finanziaria, e una maggior attenzione alla concessione del credito. Quindi, in conclusione, stiamo parlando di un sistema economico in evoluzione o, se preferite, in “work in progress”.
Ma veniamo al punto: quale è il futuro del mercato? Oramai il mio punto di vista è più che noto.
Ma se avete letto un po’ dai post di questo blog e non solo, nelle ultime settimane sembra che la situazione si sia un po’ ripresa. Per carità, io continuo da essere negativo. Però il mercato sembra voler credere all’uscita dalla crisi.
Io non sono d’accordo.
Ma a parte questo parere personale, le borse pian pianino salgono. E sempre un passo dopo l’altro raggiungono i target prefissati. Lo S&P 500, come diceva ieri sera l’amico Scaurus, ha fatto una figura in candlestick poco rassicurante, in prossimità della roccaforte delle medie mobili, la 200. E il target del 61.8% non è così lontano. Il mercato accusa quindi i primi segni di stanchezza.
Personalmente mi sembra di percepire una certa attitudine attendista. Un po’ come se tutti stessero aspettando qualcosa che deve accadere. Guardate i giornali. Leggete i commenti dei “guru” finanziari. Nessuno si sbilancia.Tutti stanno a guardare. Forse anche loro non sono convinti di quanto sta accadendo oggi nelle borse. Forse anche loro stanno aspettando un qualcosa che muova le acque. Conferme di crescita o conferme di crisi.
E quindi, in questo clima, rimane difficile scrivere dei post, in quanto si diventa ripetitivi e noiosi.
Non mi resta che mantenere lo scenario scritto nelle sedute scorse. E dopo queste affermazioni, anche io mi siedo sulla riva del fiume, in attesa che passi qualcosa….