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Sfascio finanziario e democrazie fascistizzate

Scritto il alle 11:15 da gremlin

Maurizio “gremlin” B.

C’è un nesso realistico fra lo sfascio finanziario (che do per ampiamente dimostrato in questo blog e quindi scontato) e la perdita dei diritti costituzionali nelle democrazie euorpee?
Per cercarlo, stimolato da alcuni recenti commenti di importanti esponenti politici europei, provo a fare un esercizio di fantasia ed immaginare un mondo in cui non si è mai troppo grandi per fallire.

Scenari d’altri tempi
Finora siamo stati abituati a non temere il fallimento della nostra banca e in quei pochi casi (il più grosso trent’anni fa: moriva il Banco Ambrosiano e con lui Calvi) il correntista è sempre stato protetto abbastanza validamente; solo il detentore di bond di emittenti falliti non è mai rientrato in possesso per intero del suo disgraziato investimento. Situazione questa tranquilla e accettabile socialmente.
Se invece, secondo uno scenario fosco e non so quanto probabile a medio termine, si iniziasse a lasciar fallire le piccole banche riducendo gli interventi istituzionali a protezione dei correntisti e si proseguisse poi con l’introduzione di una norma che escludesse qualsiasi salvataggio fatto con soldi pubblici e annullasse qualsiasi garanzia a favore dei correntisti, ci sarebbe una progressiva corsa allo smobilizzo dei propri conti che verrebbe bloccata dalle banche stesse incapaci di restituire fisicamente i denari in deposito, monterebbe una protesta colossale e la situazione si farebbe socialmente esplosiva non più gestibile politicamente, cioè in modo pacifico. In questo caso le banche, private del sostegno pubblico, reagirebbero confiscando di fatto i soldi dei cittadini in una sorta di ricatto allo Stato che le ha trasformate in normalissime imprese “fallaci” e quindi impossibilitate a perpeturare leveraging in tutte le forme, assunzioni di debiti a sproposito e concessioni di crediti inesigibili alla fonte perchè di natura clientelare.
Si potrebbe arrivare allo scontro sociale anche per un’altra via: è lo Stato che si dichiara in default potendo contare su un governo forte e quindi pronto a tutto, che nazionalizza le banche e le aziende strategiche (o ne stabilisce un controllo equivalente) e che impedisce ai correntisti di accedere ai propri conti, cioè di fatto li sequestra dicendo però che sono solo congelati pro tempore; ovviamente non onora più i suoi debiti (non paga cedole e non rimborsa obbligazioni a scadenza) e limita in qualche modo anche l’erogazione delle pensioni e dei salari ai dipendenti pubblici.
In questo scenario europeo (che vorrei definire apocalittico e addirittura fantascientifico) la gente che farà? dichiarazioni? cortei? molotov e barricate? ok, allora il governo si sentirà autorizzato a mantenere l’ordine sociale reprimendo, ci sarà la legge marziale e il controllo totale dell’informazione, carcerazioni facili e quanto di peggio si possa immaginare senza più il timore di perdere consenso elettorale perchè di elezioni per un po’ di tempo non se ne faranno più…
E’ sufficiente anche un piccolo Stato europeo (Grecia?) che congeli i conti correnti per scatenare il panico in tutta Europa: da qui alla protesta di piazza “dura e pura” e poi a un movimento organizzato e armato antigovernativo sarà solo questione di tempo; ci troveremo di fatto in guerra civile con scenari iperinflattivi e forse pure autarchici (leggi borsa nera) a contorno e con necessaria fascistizzazione degli istituti democratici, ovvero governo dispotico che “congela” i principi costituzionali. Niente di nuovo comunque, solo un ritorno al passato, all’establishment socio-politico dei tremila anni precedenti.
D’altra parte i governi “democratici” sono un esperimento recentissmo, quasi un pullback alle dittature papali, imperiali, monarchiche, napoleoniche e nazi-fasci-comuniste; l’esperimento potrebbe fallire e in Europa le monarchie non sono mica scomparse, con la Nuova Restaurazione si riprenderebbe il trend primario senza nessuno scrupolo dei governanti contemporanei.
La Politica che vuole avere la supremazia sulla Cupola: questa potrebbe essere una possibile chiave di lettura, ma solo in salsa propagandistica, ad uso e consumo per le masse sottomesse; un qualsiasi governo può mantenersi in vita solo grazie agli aiuti che riceve quotidianamente dalla Cupola. E la Cupola sa ben amministrare il proprio potere finanziario anche con i fallimenti di grosse banche perchè sulle ceneri delle banche fallite verranno ricostruite nuove banche, finalmente “pulite” nei conti ma lorde come sempre della logica “denaro = potere”. E’ l’apoteosi dell’Araba Fenice.
Solo in questi scenari le banche possono finalmente perdere potere e anche fallire, ma solo virtualmente per le ragioni anzidette. Non facciamoci illusioni, il destino delle società consumistiche è quello di avere sempre una Cupola regolatrice, non confondiamo le limature degli eccessi con la scomparsa dell’avidità e della corruttibilità del potere.
Purtroppo il sistema bancario-finanziario attuale non possiede meccanismi di autolimitazione dei propri eccessi speculativi, non è in grado di cambiare se stesso ed è talmente potente che nessun intervento esterno può arrestare in tempi brevi questa degenerazione che ci porta verso un abisso, ovvero verso un evento traumatico di portata europea se non mondiale, ultima e unica risorsa per metter fine all’attuale sistema (anche valutario) sulle cui ceneri se ne costruirà uno nuovo anche se poi, con tutta probabilità, non sarà molto diverso da quello che l’ha preceduto.

Barroso minaccioso
In un’intervista all’EU Observer il 14 giugno John Monks, segretario generale dello European Trade Union Congress (ETUC), riferisce che durante una discussione con Barroso avvenuta tre giorni prima sul cosa fare per Grecia, Spagna, Portogallo ecc, il Barroso ha affermato che se questi Paesi non attuano importanti misure d’austerità potrebbero virtualmente sparire nella forma democratica in cui li conosciamo. Praticamente Barroso ritiene che le democrazie europee siano in serio pericolo a causa del loro indebitamento. Monks è invece di parere opposto: secondo lui saranno le misure di austerità a fascistizzare gli Stati. Non entro nel merito ma è evidente ad entrambi che, da una parte o dall’altra, il rischio “fascistizzazione europea” è mooolto concreto!
Anche l’attivista politica tedesca Helga Zepp LaRouche ha preso posizione sostenendo che “se i governi europei continueranno a capitolare al diktat dell’UE e espandere il debito statale in modo inflazionistico solo per salvare o nazionalizzare banche scassate, mentre contemporaneamente tagliano brutalmente i livelli di vita degli strati della popolazione poveri o meno abbienti, allora la minaccia di un’apocalisse è reale” e ha ricordato che i possibili momenti traumatici che potrebbero far collassare il sistema potrebbero essere il 1 luglio quando scadono 442 miliardi di finanziamenti a un anno della BCE alle banche europee, o quando Grecia o Spagna chiederanno un nuovo salvataggio (perchè è matematico che lo chiederanno).

§ § §

Penso che questo basti per evidenziare se non altro la stretta connessione fra il rischio di perdita delle garanzie democratiche e lo schema Ponzi istituzionale, imperante e crescente in progressione geometrica. Se il prezzo da pagare per il risanamento del sistema finanziario attuale fosse un impoverimento del novantapercento della popolazione e la perdita dei diritti civili sarebbe insostenibile. Fortunatamente la Cupola, indifferente alla politica e alla sconfitta delle democrazie, non vede invece di buon occhio l’impoverimento generalizzato e questo è l’unico appiglio per sperare di continuare a galleggiare ancora per decenni in un sistema paragonabile ad un’associazione “a delinquere legalmente” che prima lusinga le sue vittime predestinate con finanziamenti facili e tenore di vita al di sopra delle loro capacità e poi si ripiglia tutto e di più.

Nota iconografica
Affresco rinascimentale “La Caduta dei Giganti”, Giulio Romano, Palazzo Te di Mantova

by Gremlin
gemlin53820@hotmail.it

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