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SEVEN! Quando i mercati vanno OLTRE la semplice statistica.
A volte la statistica procura delle cantonate abissali. Altre volte invece, offre degli interessanti spunti di riflessione. Essendo, appunto, statistica, non si ha mai la certezza che certi eventi e certe situazioni si ripetano in modo sistematico nel tempo. Ma quando poi si nota che poi certe cose accadono con sorprendente puntualità, qualche domanda occorre farsela.
Forse perchè il ciclo naturale delle cose fa si che la statistica diventi molto più di una semplice ipotesi.
Questa premessa ho voluta farla in quanto l’analisi puramente statistica, che avevo già visto girare e che l’amico Mirko mi ha ricordato ieri, oggetto di questo post potrebbe lasciare il tempo che trova vista la sua relatività. Ma incuriosisce il fatto che, in modo metodologico,si ripete ogni 10 anni. E ogni volta che ci troviamo con il 7 finale.
L’analisi l’avevo vista redatta da Dana Lyons, un analista nonchè partner di J. Lyons Fund Management Inc., il quale ha notato che le performance del mercato azionario nella seconda metà degli anni che terminano nei 7 anni sono state tra le più disastrose.
Solo il 1927 si è salvato e per tutte le altre decadi con un 7 finale, non abbiamo avuto risultati eclatanti. Graficamente parlando, eccovi spiegato il tutto… Qui sotto il grafico Dow Jones nelle varie ricorrenze con il “7”…
Ripeto, è solo statistica, ma per l’ennesima volta vi propongo un indizio che invita alla prudenza. Poi se proprio volete ancora rincarare la dove, potrei anche citarvi questo articolo…
(…) I manager e i consiglieri di amministrazione delle sei maggiori banche americane dall’inizio dell’anno sono corsi al disimpegno nei confronti dei loro stessi gruppi. (…) Un fatto curioso se si tiene conto delle raccomandazioni di acquisto che gli analisti, delle stesse banche Usa, che invitano invece all’acquisto. (…)
Che dite, ennesimo “deja-vu”?
(…) Gli “insider” di JpMorgan Chase, Bank of America, Wells Fargo, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno ceduto in totale 9,32 milioni di azioni nel corso dell’anno. Anche a voler togliere dal computo il pacchetto di Wells Fargo venduto da Warren Buffett per questioni regolatorie, l’ammontare ceduto resta 14 volte superiore a quello acquistato, sottolinea il Financial Times. (…) Di certo non si tratta di un bel segnale al mercato. Gli “insider” sembrano credere nel fatto che il rally per le banche sotto l’effetto Trump sia giunto al termine. E se non ci credono loro, difficile che riescano a convincere gli investitori. (…) [Source]
Buona giornata a tutti.
STAY TUNED!
….. che Trump sia ormai divenuto uno dei market mover è indubbio…..
ieri ha sollevato il casino sull’acciaio cinese in contrasto con quanto avevano concordato i suoi assistenti e risollevando la questione dei dazi e…… in serata è partito un missile coreano a conferma di quanto penso da tempo che Kim fa quello che gli dicono gli amici cinesi…. insomma lo usano come leva …… nelle trattative ….. sempre nella speranza che a quel matto di Trump non venga l’idea di …. premere il grilletto!!!!!!!