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RISCHIO ITALIA: il termometro dei mercati non è solo lo spread BTP Bund
“(…) Dopo le elezioni negli Stati Uniti i rendimenti obbligazionari sono aumentati in tutte le economie avanzate; lo spread sui titoli pubblici italiani è salito. (…) Gli indicatori di mercato registrano un aumento della volatilità attesa sulle azioni italiane nella prima settimana di dicembre, in corrispondenza con il referendum sulla riforma costituzionale.”
Questo è quanto recita il Rapporto sulla stabilità finanziaria, redatto da Bankitalia e che potete scaricare CLICCANDO QUI.
Quasi per incanto, dopo le vicissitudini della Brexit e le elezioni USA, dove abbiamo avuto esiti (non scontati) che potevano innescare il famoso “cigno nero”, cosa che poi non è avvenuta, ecco che l’attenzione di tutti gli operatori internazionali e non solo italiani, si sposta proprio sul Bel Paese e quindi sull’Italia.
Occhi puntati sul 4 dicembre, giorno del referendum costituzionale. A far la differenza, stavolta, sono proprio gli investitori stranieri che, leggendo i sondaggi che vengono snocciolati da più parti, stanno dando per vincente NO.
Questo è quanto posso darvi ad oggi. Un mix dei più recenti sondaggi con un grafico che li sintetizza.
Quindi il fronte del no, al momento, sembra predominare. Ovviamente in questo caso, a fare la differenza e probabilmente smentiranno quanto scritto è il popolo degli Indecisi.
Intanto però da fuori dell’Italia la preoccupazione aumenta.
La sconfitta di Renzi è vista come primo passo verso una crisi politica ed un’ instabilità che potrebbe avere effetti anche sul futuro dell’Eurozona.
Cosa può fare allora l’investitore dall’estero? Nel dubbio, VENDERE ITALIA, partendo proprio dal Titolo di Stato e poi, a cascata, tutto il resto, con in pole position ovviamente le banche.
Il vero termometro è lo spread? Nemmeno troppo.
Tanto per cominciare lo spread BTP Bund sta ovviamente salendo, siamo ancora sotto l’area di “pericolo” dei 200 bp. Il grafico è chiarissimo. Lo Spread BTP Bund su tutte le scadenze (2. 5. 10. 20) sta salendo.
Spread BTP Bund
Ma quello che più di tutti ci aiuta a percepire il “Rischio ITALIA” è lo spread tra i titoli di stato italiani e spagnoli, lo spread BTP Bonos. Il motivo? L’allargamento di questo spread mette a nudo l’aumento della percezione del rischio Italia, andando a filtrare quello che invece può essere un indebolimento dovuto ad altri fattori di mercato.
Spread BTP Bonos
Guardate qui sopra. Certi livelli di spread si erano raggiunto solo nel 2011. E non è quindi un caso che proprio in questi giorni tale rapporto stia nuovamente lievitando.
Inutile fare ragionamenti o previsioni, vista anche l’attendibilità e la credibilità dei sondaggi, sempre più relativa.
Ci tocca attendere il post referendum. Intanto però la situazione si fa sempre più difficile e qualunque sia la decisione presa (tenere o vendere a questi prezzi) rappresenta una scommessa. La cosa migliore da fare era sottopesare come abbiamo più volte suggerito. Idem per MPS, anche se li il SELL da parte nostra dura da molto più tempo.
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anno nerissimo il 2016 per la cosiddetta “informazione”: dopo aver vaticinato l’apocalisse in caso di Brexit si è passati alla matematica vittoria della Clinton e ora qualche aggiottatore di popolo si limita a dire che l’Italietta esce dall’euro… ma perchè non ci racconta anche dell’invasione degli alieni?
Italia terza “potenza” economica della UE esce dall’euro come? dopo quanto tempo (e sangue)? la Grecia resta e noi torniamo alla lira coi BTP onorati da SP con un CCC- e con una politica monetaria BCE da reinventare?
Cui prodest? al FT per vendere più copie?
@ AlbertoPletti
“Per quanto riguarda le prospettive politiche dell’Europa il referundum vale, ma non tanto quanto le elezioni in Francia e in Germania”
…
punto di vista condivisibile fino ad un certo punto;
non è da dimenticare che l’Italia rappresenta la terza economia in assoluto dell’eurozona, con oltre 60 milioni di abitanti, e che negli stessi giorni del referendum costituzionale ITA andrà in scena anche la votazione presidenziale in Austria; un effetto combinato di questi due -se prevarranno in entrambi idee e fronti antieuropeisti- sarà in grado di dare un deciso scrollone alle fondamenta UE; è chiaro che anche il solo prevalere del NO Italiano sarebbe MOLTO significativo in prospettiva futura per il progetto europeo;
La Germania per il momento -anche se a fatica perchè l’opposizione a CDU e a merkel è in costante crescita- sembra essere l’ultimo baluardo con cui l’UE cerca di difendere i propri interessi (quelli dei suoi burocrati e più velatamente proprio gli interessi e i privilegi tedeschi che in UE dettano legge a scapito degli altri) e il suo stesso “esistere” ;
La Francia è il paese che potrebbe verosimilmente dare il VERO colpo di grazia alla UE, perchè è notoriamente il secondo paese in ordine di importanza [economica e quant’altro] in area UE e perchè da quelle parti il FN e la destra euroscettica sembrano al momento in netto vantaggio rispetto alle altre forze politiche francesi più inclini al progetto di “Europa unita”, per ora destinato a rimanere tale e peraltro anche male concepito per quello che i fatti documentano da molti anni :
che a beneficiare del progetto euro sono solo i tedeschi, con gli altri paesi che arrancano (Italia e Spagna) quando non soffrono di brutto (Grecia e Portogallo); altri sono in difficoltà (Francia e Finlandia) anche se non vogliono ammetterlo.
Un quadro di certo NON idilliaco che non favorisce per nulla la realizzazione del progetto europeo.
Per ritornare al tema del thread di DT
il “rischio italia” è un rischio che non esiste, non almeno nelle proporzioni che la stampa estera -in particolare anglosassone- vorrebbe far credere tutte le volte che punti i riflettori verso il DEBITO PUBBL ITALIANO, forse facendolo per depistare i loro problemi (Inglesi e Giapponesi sono, se presi PRIVATAMENTE -famiglie e imprese- I PIU’ INDEBITATI SULLA FACCIA DELLA TERRA, e ricordo che dal 2015 l’UK è il paese con DEBITO PUBBL dal valore assoluto più elevato in europa, anche maggiore di Germania Francia e Italia – fonte dati Eurostat),
dato che l’Italia -per mezzo dei suoi CITTADINI- è in grado di vantare il RISPARMIO PRIVATO più elevato (e più invidiabile) del mondo, tra beni mobili e immobili, a fungere da vera GARANZIA. Questo, ancora prima di considerare la stima del patrimonio immobiliare PUBBLICO italiano;
non fatevi prendere in giro da quello che la stampa estera vorrebbe far credere quando tratta del nostro paese.
Siamo d’accordo; in ogni caso da qui a dire che un “no” al referundum implica una strada verso l’uscita dell’Italia dall’euro ce ne passa.
certo che sono/siamo di fronte ad un gran e bel dilemma … Tutto dipende da ciò che farà poi il premier Renzi… se dovesse mantenere quanto detto, si ci sarebbe una bella confusione, perchè non reputo poi tanto plausibile la formazione di un governo, se non di tipo balneare, per traghettarci alle elezioni con l’attuale sistema elettorale…
Questo sarebbe si caos. E’ plausibile?
Certo che di fronte a questa situazione a mio avviso le conseguenze non saranno affatto semplici da affrontare perchè, già che stiamo traballando, può si essere l’inizio della fine …
Si, direte che sono un seminatore di terrore, di paure, ma voi cosa vedete il giorno dopo nell’ipotesi in cui vinto il No Renzi si dimette? Ovvio vi sono diverse ipotesi, e per me quella più incerta è se poi il premier mantiene le promesse, forse ieri Napolitano ha detto che alla fine Renzi non si dimette per amor di patria anche se voleva … Vorrei ma non posso, nuovo partito dello scenario politico mondiale da Trump (vorrei costruire il muro ma non posso) alla Theresa May… passando per Renzi.
Solito poi scarica barile…
Direte che seguo il gregge del main stream, della carta stampata, delle banche d’affari: voi, di fornte a questa soluzione vedete qualcos’altro? Personalmente il giorno dopo la brexit ho comprato un bel po’ di azioni, seppur non abbia patrimoni da gestire personalmente, vendute poi il 7/11. Quindi vedevo nella brexit un’occasione per l’acquisto e non quanto riteneva la carta stampata e vedo in Trump un momento buono per prendere profitto, mantenendo però i dollari …
Guardando un po’ in giro se vince il no, parrebbe che ci possa essere uno tsunami, forse non come quello di brexit, ma gli operatori si aspetterebbero forti movimenti.
Il 5 dicembre se vince il no sarà un bel casino o casinò, però guardando un pò di date potrebbe essere l’occasione per sistemare alcune cose, il 5 renzi da le dimissioni, panico, poi il 7 via a un bel governo super-tecnico da parte di matterella, richiesta di intervento esm per monte paschi di siena, il 9 draghi prolunga il qe e dichiara di comprare anche la spazzatura (btp), la yellen il 14 ha la scusa per non rialzare, e per fine anno italia sotto controllo per un anno e mezzo e wall street via a nuovi massimi, qualcuno un pensierino lo fà.
per me il 14 Mrs Yellen, alias neo falchetto, rialza eccome.
pdf79@finanza,
ci dimentichiamo dell’Austria! Il 4 si vota pure lì e la dx estrema è data in vantaggio… In Francia poi parte la campagna fra Fillon e la Le Pen … Quindi di carne sulla brace ce n’è abbastanza e mi sembra strano che la situazione possa rimanere sotto controllo… L’ESM entrerà si nella MPS ma anche nlla BPVi, in Veneto Bnaca nelle cr romagnole e via discorrendo.. sarà fuga dall’Italia (chi poi è rimasto qui….) e qualcosa di isolato può poi dar vita ad un evento ben più vasto…
Il brutto è che siamo sotto ritorsione … O così o salti fuori dalla finestra … Certo che chi sostiene il NO afferma che le cattive banche vogliono il SI, il giorno dopo devono andare a bussare alle cattive banche/commissione kattifa per poter mangiare qualcosa a Natale… mi sembra un controsenso….Siamo davanti ad una aporia più che ad un referendum!!!
Sì/No e i timori per i mercati finanziari… bah
Per me chi vota Sì non perchè ci crede ma perchè ha paura dei ribassi è una pu..ana, oppure non ha senso civico. Idem chi vota No solo per mandare a casa il governo.
Si vota in base al contenuto, e ognuno fa le sue valutazioni e ha le sue preferenze, non si vota per convenienza o per paura, altrimenti non è democrazia. E se vince il No Renzi non deve dimettersi e deve adeguarsi alla volontà del popolo.
Se questo è il punto di partenza (area 16000-16500) per me che non me ne intendo se vince il no si va ai minimi degli ultimi anni (area 13000).
gainhunter:
si quello che lei dice dovrebbe essere così, però le cose mi paiono diverse.
<a href="mailto:albertopletti@gmail.com">albertopletti@gmail.com</a>@finanza,
Ognuno ha la propria coscienza civica con cui (se vuole) fare i conti.
Di quello che fanno gli altri ce ne si dovrebbe fregare, ancora di più di quello che i “leader” politici, gli “esperti” e gli “opinionisti” dicono di fare, e anche di quello che prevedono avverrà sui mercati, come Brexit e Trump insegnano.
Secondo me il 9/12 il ftsemib non sarà molto lontano dal valore del 2/12, indipendentemente dal risultato: diamogli qualche giorno di scenate (alias volatilità), ma poi (salvo movimenti su tutte le borse dovute a altri fattori) tornerà la calma e recupererà eventuali spike nell’una o nell’altra direzione.
Se lei c’azzecca mi fa piacere.
gainhunter,
Per quanto riguarda le prospettive politiche dell’Europa il referundum vale, ma non tanto quanto le elezioni in Francia e in Germania che ci saranno tra qualche mese (tra l’altro a giorni si vota anche per il presidente della repubblica in Austria).