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REVOLUTION: sempre più ETF e meno fondi e SICAV
So benissimo che la maggior parte dei miei lettori è “silente” e per giunta fa parte di una categoria ben definita, quella dei miei colleghi ovvero promotori e consulenti finanziari che approdano sulle mie frequenze per avere un punto di vista magari alternativo o una chiave di lettura diversa.
Questo post è dedicato soprattutto a queste persone, ma non solo a loro perché quanto sta accadendo non è che l’inizio di una rivoluzione che colpirà il mondo degli investimenti e del risparmio gestito.
Quindi, cari amici, prendiamo coscienza su un fatto. Il mestiere del consulente finanziario è in forte evoluzione e col tempo l’intelligenza artificiale prenderà il posto all’expertise dei pluridecorati gestori, con benefici soprattutto a livello commissionale per l’utente finale. Ed evidenti ripercussioni anche per gli intermediari.
Perché vi sto facendo questi discorsi? Perché quanto è accaduto in questi giorni non è certo uscito sulle prime pagine dei giornali ma potrebbe essere l’ennesimo tassello in un percorso che sarà sempre più forte. La trasformazione di fondi in ETF di tipo “smart”.
Joining the likes of Guinness Atkinson and Dimensional Fund Advisors, J.P. Morgan has announced it aims to convert four of its mutual funds into ETFs, subject to board approval. The transition is expected to complete in 2022.
The affected funds and their assets under management as of June 30 are as follows:
• JPMorgan International Research Enhanced Equity Fund (OEIAX, $5.0 billion)
• JPMorgan Market Expansion Enhanced Index Fund (OMEAX, $1.1 billion)
• JPMorgan Realty Income Fund (URTAX, $2.2 billion)
• JPMorgan Inflation Managed Bond Fund (JIMAX, $1.4 billion)
[Source: ETF.com]
Cari amici, traducendo alla buona quanto scritto sopra, un colosso come JP Morgan decide di convertire dei fondi per un controvalore di 10 miliardi di USD in ETF. Un processo che segue altre realtà che negli USA hanno già preso posizione e già hanno convertito.
Quindi software che saranno sempre più protagonisti dei mercati, con evidenti impatti anche sull’andamento dei mercati finanziari.
Già verso la fine di marzo altre società avevano preso questa strada. Parliamo di mercato USA (e quindi società non cosi note a noi italici).
Guinness Atkinson nota come GAFunds, ha convertito il suo Guinness Atkinson Dividend Builder Fund (GAINX) e il Guinness Atkinson Asia Pacific Dividend Builder Fund (GAADX) in SmartETFs Dividend Builder ETF (DIVS) e SmartETFs Asia Pacific Dividend Builder ETF (ADIV ) .
Poco dopo, a metà giugno, DFA ha lanciato il Dimensional US Equity ETF (DFUS) , il Dimensional US Core Equity 2 ETF (DFAC) , il Dimensional US Small Cap ETF (DFAS) e il Dimensional US Targeted Value ETF ( DFAT) . E guarda caso TUTTI vanno a sostituire fondi attivi con gestore di tipo tradizionale. Il controvalore di questa transazione è pari a circa 30 miliardi di USD.
Ma state pur certi che la rivoluzione non termina qui. Aspettiamo al varco molte altre società, in particolar modo chi già colloca ETF e chi è già esperto con software “smart”. Ora anche chi vende dovrà essere sufficientemente “smart” e soprattutto dovrà possedere l’elasticità e la capacità di accettare il cambiamento e le nuove sfide che il mercato gli pone.
“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”, Charles Darwin
STAY TUNED!
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Ciao Danilo, mi auguro che il tuo periodo di pit stop sia servito a ricaricare le batterie anche se, parlo di me, i pit stop dovrebbereo essere sempre più vicini l’uno all’altro, questo per questioni anagrafiche.
Quello che tu riporti mi ha fatto molto riflettere e c’è una cosa che mi sfugge: perchè avviene questo passaggio fa fondi a etf? Per una convenienza delle casae di investimento o meglio per una loro necessità? Non credo che in questo passaggio l’interesse del risparmiatore sia l’aspetto principale, non credo che la riduzione delle commissioni di gestione renda felici i consulenti, le case di investimento e le società mandanti.
Per quel che mi riguarda il leit motif, della mia società mandante, riguarda i meargini di redditività o profitto.
Se poi parliamo della gestione basata su intelligenze artificiali non ci discostiamo molto dallo scenario attuale in cui, secondo il mio sentiment, i consulenti, le banche retail stanno cavalcando l’onda del mercato azionario come se non esistesse un domani.
Forse sono troppo vecchio per vivere in un mondo dove mi viene detto che le azioni sono le obbligazioni di venticinque anni fa.
Spesso mi chiedo se la mia visione “critica” dei mercati sia totalmente sbagliata: forse ci stiamo avviando verso un mondo discarsa crescita economica ma di grandi soddisfazioni dai mercati azionari grazie alla droga della liquidità.
Con sempre grande stima e riconoscenza . Nimbro