Portogallo: perché chiede ORA gli aiuti alla BCE?
Il fatto che il Portogallo abbia chiesto aiuto alla BCE non è una cosa che ci coglie impreparati. In passato, nei vari post sui CDS che potete visualizzare cliccando QUI, abbiamo messo in evidenza che il mercato, da tempo, aveva fatto la sua scelta.
Da una parte Grecia, Irlanda e Portogallo. E dall’altra tutti gli altri. Per la cronaca, i CDS, oggi illustrano addirittura un leggero miglioramento della curva del credit default swap portoghese. Però, guardate cosa è successo prima.
Il mercato ha quasi “spinto” il paese a dei livelli tali da dover chiedere gli aiuti continentali.
Infatti, quello che ha fatto la differenza è stato l’innalzamento del CDS dovuto alla forte pressione sui titoli di stato i quali sono arrivati ad avere rendimenti insostenibili per il governo di Lisbona.
Quindi ecco spiegato perché il Portogallo chiede aiuto ORA e non prima: non può più gestire le scadenze del debito. Il cosiddetto rolling del debito viene fatto a tassi insostenibili. Il mercato non si fida più e il tasso pagato è diventato onerosissimo (se poi teniamo conto che proprio oggi hanno alzato i tassi di interesse BCE). Anche perché il Portogallo ha poi questo piccolissimo problema…
Questo è il debito del Portogallo suddiviso per scadenze. Potete notare che nei prossimi due anni ci saranno tanti bond in scadenza, che sulla percentuale del debito pubblico, fanno veramente la parte del leone.
E nel dettaglio, potete vedere che proprio il mese di aprile (15/4) e il mese di giugno saranno fondamentali con scadenze importanti. E allora, per evitare salassi inutili, che avrebbero poi portato il Portogallo a chiedere comunque l’aiuto dell’Unione Europea in un secondo tempo, si è preferito intervenire.
Scelta, da parte di Lisbona che possiamo definire obbligata, necessaria e corretta, anche se fino ad oggi ha fatto il possibile per evitare il ricorso agli aiuti.
Avanti il prossimo…o forse anche no….
STAY TUNED!
DT
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è tutto fallito il mondo ! NON SO’ COME MA QUà SI ANDRà IN GUERRA ! STIAMO IN MANO AI PAZZI !
Dai dati in mio possesso, Lisbona dovrebbe disporre della cifra verso fine maggio, probabilmente in concomitanza con le scadenze del mese di giugno.
Questa motivazione andrebbe a collimare con quanto diceva tommy prima in merito ke aprile era già coperta. Cosa ke io davo x certa in quanto tecnicamente l’Esfs ha bisogno di qualche giorno…
ieri a Sky Economia davano per scontata una imminente ristrutturazione del debito della Grecia. C’era un noto giornalista economico tedesco (di cui non ricordo il nome) che ha affermato che la Germania, la Merkel e le banche tedesche si sono ormai convinte che dovranno subire una perdita dalla ristrutturazione dei paesi periferici.
Personalmente ho dubbi al riguardo, a meno che, in questo frattempo, non abbiamo scaricato assets tossici alla “suddita” BCE.
Non possiamo inoltre dimenticare che il fondo salva stati è alimentato in misura notevole e sproporzionata anche dai paesi periferici come Italia e Spagna, le cui banche sono le meno esposte verso Grecia, Irlanda e Portogallo.
E’ una vergogna e noi continuiamo a subire….
Dream Theater: Dai dati in mio possesso, Lisbona dovrebbe disporre della cifra verso fine maggio, probabilmente in concomitanza con le scadenze del mese di giugno.
Questa motivazione andrebbe a collimare con quanto diceva tommy prima in merito ke aprile era già coperta. Cosa ke io davo x certa in quanto tecnicamente l’Esfs ha bisogno di qualche giorno…
Il problema maggiore, al momento, è giugno.
Forse per questo, onde evitare ulteriori bagni di sangue, è stata fatto richiesta di “soccorso” nonostante la situazione non sia drammatica.
Aldilà di questo, sarà interessante vedere quale tasso verrà applicato al Portogallo.
Come sappiamo, la Grecia ha ottenuto un trattamento di “favore” rispetto all’Irlanda.
Non mi è ancora chiaro il motivo di tutta questa fretta …
D’altra parte, da un punto di vista giuridico, non saprei neppure se l’attuale governo possa farsi carico di un compito così delicato. Non mi pare che simili accordi possano rientrare nei compiti dell’ordinaria amministrazione di un governo dimissionario.
Anche perchè poi vincolano, comunque, il prossimo esecutivo.
paolo41: Dream Theater,
ieri a Sky Economia davano per scontatauna imminente ristrutturazione del debito della Grecia. C’era un noto giornalista economico tedesco (di cui non ricordo il nome) che ha affermato che la Germania, la Merkel e le banche tedesche si sono ormai convinte che dovranno subire una perdita dalla ristrutturazione dei paesi periferici.
Personalmente ho dubbi al riguardo, a meno che, in questo frattempo, non abbiamo scaricato assets tossici alla “suddita” BCE.
Non possiamo inoltre dimenticare che il fondo salva stati è alimentato in misura notevole e sproporzionata anche dai paesi periferici come Italia e Spagna, le cui banche sono le meno esposte verso Grecia, Irlanda e Portogallo.
E’ una vergogna e noi continuiamo a subire….
Le banche spagnole sono esposte in maniera massiccia verso il Portogallo, mi pare di ricordare per un’ottantina di MLD.
E’ la sola Italia poco esposta verso Irlanda, Grecia e Portogallo.
La soluzione al problema “Grecia” ci potrebbe essere, manca al momento la volontà politica per risolverla in modo efficace ed indolore.
Ormai tutti parlano di “ristrutturazione”, ma è una parola talmente complessa che si può dire tutto o niente.
Alla fine, se l’incedio sarà circoscritto alla sola Grecia, Irlanda e Portogallo credo che il EFSF abbia risorse a sufficienza per chiudere bene la questione senza fare troppi danni.
Il fatto che i vari paesi che si sono succeduti nei default non abbiano subito chiesto aiuto e’ da imputarsi ad ancora un po di autostima, cosa rara nei politici dei giorni nostri , che devono fare i conti con “sua maesta’ l’euro” , moneta simbolo di una unione mai iniziata ma ad uso e consumo dei burocrati e delle banche.- Ci penseranno i popoli nelle varie elezioni a fare cadere i governi , simbolo del disagio di una generazione che ha dovuto subire l’avvento di una moneta forse troppo presto o che non andava messa mai in cantiere stanti le diversita’.- Purtroppo l’euro e’ figlio degli orrori delle due guerre mondiali , in quanto chi credeva nell’europa unita le aveva vissute e non voleva che piu’ accadessero. Il fatto che si dica che l’euro non sia in discussione e’dovuto al fatto che precisamente E’ IN DISCUSSIONE, basta chiedere al cittadino tedesco o francese se sia pronto a dare di sua tasca 100 euro per il debito di un greco.- Rimane ora solo da gestire il rientro dall’avventura dell’ euro ed e’ qui il difficile.-
Non dimentichiamo però che il progetto dell’unificazione europea.. e del conseguente euro, nasce subito dopo la seconda guerra mondiale (per lo più su spinta degli intellettuali e dirigenti industriali dell’epoca) per evitare il suo ripetersi.
Adesso che stiamo affrontando una crisi, per certi aspetti, simile al ’29 (anche se siamo più o meno protetti dall’interconnessione dei mercati finanziari, del commercio, valute e via dicendo) il progetto “non ancora compiuto” a livello di vera integrazione, viene rimesso in discussione soprattutto per un rigurgito di nazionalismo. Spesso per la ristretta visione politica… che deve assolvere i bisogni dei propri elettori nazionali… e quindi locali.
E’ accaduto lo stesso nel ’29… un bel ritorno di nazionalismo… economico e politico… che alla prima scintilla, ha condotto alla seconda guerra mondiale.
Speriamo di non fare lo stesso errore… anche perché la terza, non potendo farla (per ovvi motivi di autodistruzione visti gli arsenali… esistenti) veramente, sarà più economica e politica… come l’impoverimento generale in corso. Quindi la crisi dell’euro… diventa solo una strumentalizzazione… per nasconderci altro. 🙁
Forse in futuro i libri di storia ne parleranno…
lampo: E’ accaduto lo stesso nel ’29… un bel ritorno di nazionalismo… economico e politico… che alla prima scintilla, ha condotto alla seconda guerra mondiale.
è andata così?
Questa è ovviamente una mia opinione… poi i libri di storia devono pur riportare motivi più plausibili per chi studia.
Però è indubbio che lla crisi del ’29… ha creato un grosso stravolgimento alla capacità produttiva dell’epoca, quindi all’occupazione, ai salari, consumi, politiche sociali, ecc. Una bella depressione economica… evidenziata dal segnale dato dal crollo della borsa. Sicuramente la depressione aveva lontane origini dalla prima guerra mondiale e dagli “accordi” finanziari successivi…
Sicuro che dopo il ’29 la capacità produttiva antecedente la crisi in certi stati si dimezzò con tutte le conseguenze immaginabili. Mi pare più che lecito in simili condizioni un bel ritorno al nazionalismo oppure le varie rivolte o movimenti dell’epoca,
Poi con il New Deal (il QE dell’epoca se mi permetti)…venne la svolta…anche se a livello internazionale rimase una grave frantumazione, specie a livello commerciale. Poi la guerra delle valute, la caduta del dollaro ed i vari interventi statali (pensa al denaro a buon mercato dell’Inghilterra e Italia dell’epoca).
Poi la fine del liberismo… e l’inizio del nazismo, che comunque concedeva molti sussidi alle industrie private oltre a varie esenzioni negli investimenti… al fine di prendere piede.
Poi sappiamo come è andata a finire…
Ma per certi aspetti… oggi non è che siamo molto lontani..la crisi c’è, la disoccupazione è evidente (statistiche ufficiali a parte) … manca solo il crollo della borsa
Evidentemente siamo ancora nella fase dell’EUFORIA 😳
Poi con il New Deal (il QE dell’epoca se mi permetti)…
purtoppo completamente diverso…
il new deal è stato per lo più un investimento a debito MA in america, non una concessione infinita di denaro a banche affinche loro potessero investire ovunque eccetto che in america… .
lampo: Sicuramente la depressione aveva lontane origini dalla prima guerra mondiale
tutto da dimostrare… o meglio… un conto è un probabile rallentamento dell’economia, un conto è la recessione e la crisi DEFLAZIONISTICA del 29…
lampo: l’inizio del nazismo, che comunque concedeva molti sussidi alle industrie private oltre a varie esenzioni negli investimenti… al fine di prendere piede
il nazismo è successivo ai casini nella germania dell’epoca. è sempre difficile parlare di nazismo in termini oggettivi e di certo non lo farò io, ma rimane il fatto che la germania era collassata prima.
per me la crisi del 29 è interpretabile come il solito abuso del credito, che alla fine è semplicemente e come sempre esploso.
Gli anni che vanno tra il 1930/1940 sono complessi, non c’è dubbio che la crisi del 1929 si estese in Europa, con varia intensità, ottenendo risposte diverse da nazione a nazione.
In massima parte si risolse con l’instaurazione di regimi totalitari.
In Francia si ebbe la stagione del “Fronte Popolare”, in Germania la crisi di Weimar sfociò nel Nazismo ed in Italia nacque l’IRI.
Nel mezzo la sanguinosa guerra di Spagna che poco c’entra con la crisi del ’29, ma rientra nello scontro europeo tra democrazia e fascismo.
Nell’Europa dell’Est salirono al potere vari governi autoritari mentre l’URSS di Stalin, pressata ai confini, iniziava ad avviare i suoi piani quinquennali che diedero avvio ad una crescita infrastrutturale senza precedenti.
In America il New-Deal che trovò successivo compimento con la ripresa industriale seguita all’entrata in guerra degli USA.
Risulta difficile scindere le politiche economiche rispetto alle scelte politiche.
Dobbiamo chiederci se la ripresa economica, verso la fine degli anni ’30, ci condusse poi inevitabilmente verso lo scontro bellico.
Una riflessione che si inizia a vedere da alcuni mesi nei paesi del sud Europa e che ritrovo oggi sul WSJ si puo’ sintetizzare cosi’: taxpayers should not be responsible for paying the debt of a private institution.- Ritengo questo assunto un punto fermo e di inizio di una nuova era di presa di coscienza da parte dei privati risparmiatori di tutto il mondo, specie europei e dei PIIGS.- Si dovra’ arrivare al punto in cui le banche che hanno speculato sui periferici EU dovranno accollarsi le perdite, perche’ gli Stati non gireranno piu’ sulle popolazioni i bailout di queste istituzioni .Conseguentemente questo importante punto di inizio , cioe’ il rifiutarsi di pagare per gli errori e/o il greed altrui dara’ la scintilla per il disgregamento dell’euro -zona in quanto ciascun stato non si riconoscera’ piu’ in una unione che da’ solo sacrifici e nessun beneficio. In questo scenario si potra’ inserire l’America perche’ avra’ necessita’ di flussi di capitali per le sue aste. Se gli investitori mondiali cominceranno a spostare i loro capitali dall’area euro al dollaro il cambio potrebbe tracollare dagli attuali 1,44 alla parita’. Comunque accada la strada dell’unione europea appare segnata, dopo il Portogallo tocchera’ alla Spagna e poi all’Italia. –
“Il mercato ha quasi “spinto” il paese a dei livelli tali da dover chiedere gli aiuti continentali.”
Dato che la BCE sosteneva i titoli dei paesi periferici, devo dedurre che il mercato è la BCE, e un comportamento del tipo “ti metto in difficoltà, così posso obbligarti a accettare il mio aiuto, in modo che sarai obbligato a fare quello che ti dirò di fare (austerity)” a me sembra identico a quello dei mafiosi che bruciano un negozio per poter obbligare il negoziante a accettare un prestito che dovrà rimborsare a tassi usurai sempre più alti fin quando il negoziante soccomberà.
calciatore@finanza:Comunque accada la strada dell’unione europea appare segnata, dopo il Portogallo tocchera’ alla Spagna e poi all’Italia. –
Io non penso che si arriverà a questo punto; i PIG sono pesci piccoli, e ora che le intenzioni dell'”Europa” (ormai mi sembra il caso di metterla tra virgolette) sono chiare, nel momento in cui tenterà di mettere le mani su Spagna o Italia l'”Europa” sarà finita. I tedeschi lo sanno bene e spero che siano abbastanza intelligenti da capire che essere troppo “crucchi” (o avidi) non gli conviene…
Io sono sempre stato convinto (e non sono il solo a sostenere questa tesi) che la Comunità Europea ha avuto la spinta determinante dalla unificazione delle due germanie; è la stretta conseguenza della caduta del muro di Berlino e del dissolvimento dell’ Unione Sovietica.
Dobbiamo ricordarci che gli USA e UK erano inizialmente profondamente contrari all’unificazione di cui sopra e solo la pressione francese e degli stati europei centrali che volevano un blocco di contrasto all’URSS (della quale, al momento, non erano leggibili le intenzioni) e, non ultima, la veloce furbizia degli statisti tedeschi portarono alla ricongiunzione delle due Germanie.
Per consolidare, nel modo più veloce possibile, il blocco europeo la soluzione più semplice fu l’utilizzazione di una moneta comune, grosso errore che passò come uno tsunami sopra le diversità di culture, di leggi e usi, di abitudini, di diversità di lingua, di diverse connotazioni sociali, imponendo una burocrazia centrale a costi via via sempre più alti e leggi discriminatorie sempre a favore dei paesi più forti.
Tutto questo per controllare un paese che, storicamente, ha fatto sempre paura agli altri paesi europei… pensate se, con la forza industriale che la Germania ha in questo momento, le fosse stato permesso di reinvestire anche nell’armamento della nazione….
non mi meraviglierei che prima della Spagna e dell’Italia, ci sarà una ristrutturazione del debito greco; e quando dico ristrutturazione non intendo riduzione dei tassi o traslazione del debito, ma taglio netto del debito, es: rimborso solo del 70% o addirittura meno…
E’ una bella questione perchè li chiede ora, con un governo dimissionario e con le elezioni già previste per il 5 giugno.
La scadenza di aprile è già coperta mentre rimane incerta quella di giugno.
E’ veramente strano che l’esecutivo socialista abbia gettato la spugna così improvvisamente.
Ci sono state pesanti sollecitazioni da parte della Banca Centrale e da tutte le banche locali, per evidenti motivi ma sinora Soares aveva tenuto la posizione.
Eppure anche l’ultima Asta qualche “aiutino” da parte del Brasile c’era stato, pagato però a caro prezzo ( il 6 mesi aveva pagato interessi superiori a quelli dei bot/greek).
Quasi certamente la motivazione è da leggersi in termini politici: non sarebbe certamente stato il caso di gettarsi in campagna elettorale con un programma fatto di tagli e “rigore”. Meglio far gestire tutta la questione al prossimo Governo.
Invece il Portogallo ha piegato la testa.
Ed oggi si troverà con il piattino in mano all’Ecofin.