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Pericolo giallo: esiste un rischio bolla cinese?
Leggendo qua e là, mi sembra di comprendere che sia nella City di Londra che nella culla finanziaria di Wall Street una certa apprensione su quanto sta accadendo sul mercato. Non solo per un’apparente serenità e tranquillità (la quiete prima della tempesta?) ma soprattutto per il cosiddetto “pericolo giallo”.
E se fosse proprio la Cina il detonatore che fa partire una nuova ondata di vendite, scaturendo un violento aumento della volatilità?
Si parla in questi termini proprio perché molti operatori sembrano sorpresi a vedere un listino azionario che, senza intoppi, non fa che salire…salire…salire….
Ma i dati, come ben sapete, sono quelli che sono, i problemi sono presenti e i conti, per chi è un po’ più dentro al settore, faticano a tornare.
Quindi la domanda che in molti si pongono non è se ci sarà la correzione. Questa è data per scontata. La domanda è quando. Ma non voglio andare oltre, già sono visto come un corvaccio e su questo argomento ho scritto tanto e ancora scriverò.
Ma parliamo di Cina. Che cosa è che preoccupa il mercato? Gli elementi che inquietano gli operatori sono molteplici. Per sintetizzare il tutto proviamo ad elencarli:
a) Crescita troppo rapida e rischio surriscaldamento economico: questo scenario causerebbe un fenomeno molto pericoloso, ovvero si parla si bolla speculativa cinese in tanti settori. Ma non solo sul mercato azionario, anche valutario e soprattutto immobiliare (si stanno vedendo cose assurde: aeroporti costruiti e praticamente deserti, città fantasma pronte per essere abitate ma al momento senza abitanti, oppure prezzi assurdi, circa 8000 $ al metro quadro, in città dove lo stipendio medio si aggira sui 1000 $ al mese)
b) Inflazione: ma siamo sicuri che l’inflazione reale sia quella che ci hanno comunicato, ovvero al 2.7%
c) Debito pubblico: molte fonti ci portano ad un dubbio amletico. Le statistiche che ci forniscono a livello governativo sono molto “fumose” e risulta molto spesso fare conti, valutazioni certe, corrette analisi. Addirittura, secondo il WSJ, il rapporto debito /PIL cinese non sarebbe pari a circa 22% , bensì raggiungerebbe quasi il 100%.
Tutti questi dati sono al momento delle paure che preoccupano , e non poco.
E nel frattempo sulla Cina e sul mercato cinese, considerato il motore economico mondiale in questa fase di crescita anemica, arriva la prudenza, e la si vede dal grafico del Shanghai Composite Index.
Grafico Shanghai Composite Index
La formazione triangolare è evidente. Oggi le quotazioni convergono esattamente nel crocevia delle tre medie mobili, 21-55-200. Segnale chiaro dell’incertezza e dei dubbi che preoccupano.
Certo è che una violazione delle tre medie con contemporaneo break del supporto sarebbe un segno indiscutibile del cambiamento della tendenza sul mercato cinese. E non sarebbe un bel segnale per tutte le borse.
STAY TUNED!
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