ORO: il barometro settimanale

Scritto il alle 13:00 da Roy Reale

GUEST POST: Gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento

Questa settimana il metallo giallo si e’ spinto sino a $1.695,00 per oncia. A meta’ settimana ha ripiegato dai massimi su prese di profitto (profit taking) da parte di operatori che hanno approfittato della corsa al rialzo (dai minimi di $1.625,00) da inizio anno (+4,30%).

Sul mercato dei cambi l’oro si e’ indebolito su tutte le valute tranne che contro lo yen giapponese. Nei confronti della valuta nipponica il metallo giallo ha raggiunto un nuovo record (misurato per oncia). Ora infatti, ci vogliono ben 151.673 yen per acquistare un’oncia d’oro. Il superamento della barriera dei 200.000 yen per oncia e’ considerata dagli analisti solo una questione di tempo, vista la politica super-espansiva adottata dalla Banca Centrale Giapponese varata in tandem con il governo di Shinzo Abe.

La Camera dei Rappresentanti, negli USA, ha deciso di prorogare sino a meta’ maggio la decisione circa l’innalzamento del tetto del debito (debt ceiling). La Banca Centrale Russa, in un report interno, ha fatto sapere di voler continuare nell’azione di diversificazione delle proprie riserve liquidando parte di esse per l’acquisizione di lingotti in oro.

Al World Economic Forum di Davos, George Soros (uno dei maggiori acquirenti di oro) ha messo in guardia circa i rischi che possono scaturire dall’attuale guerra valutaria (currency war), temendo un repentino rialzo dei tassi di interesse a livello globale. A nostro avviso, questa tesi (perlomeno nell’immediato) e’ alquanto irrealistica.  Oggi il sistema finanziario globale e’ estremamente fragile e instabile. Un crack sui bonds potrebbe trascinare l’intero sistema in un crash globale molto piu’ grave della crisi innescata dal fallimento della Lehman Brothers nell’ottobre del 2008.

Grafico ORO

E’ molto piu’ plausibile che le Banche Centrali continueranno nella loro opera di “repressione finanziaria” manipolando al ribasso i tassi d’interesse tramite massicce iniezioni di liquidita’. Liquidita’ che manterra’ i tassi al di sotto dei livelli.  Un innalzamento dei tassi d’interesse significherebbe un maggiore onere sul servizio del debito (pubblico e privato) che aprirebbe le porte all’insolvenza sistemica del sistema finanziario globale. Non possiamo escludere, pero’, un eventuale sgonfiamento graduale della bolla sui titoli obbligazionari.

La HSBC acquista $876 milioni in lingotti d’argento

La HSBC Holding, uno dei piu’ grandi gruppi bancari al mondo, ha reso noto di aver provveduto ad acquisire in un lasso di tempo di 12 mesi, ragguardevoli lotti di lingotti in argento per un ammontare pari a $876 milioni di dollari americani.

Per questi importanti acquisti la HSBC si e’ rivolta a uno dei maggiori produttori e raffinatori d’argento sul mercato mondiale, la polacca KGHM HG. La KGHM produce lingotti in argento registrati con il proprio marchio, con attestazione “Good Delivery”, rilasciata direttamente dalla London Bullion Market Association e dalla Dubai Multi Commodities Centre.  Come dicevamo sopra, la KGHM e’ una delle migliori e maggiori compagnie mondiali produttrici di rame e argento, con sede a Lubin, in Polonia. I principali clienti provengono dalla Gran Bretagna, Germania e Belgio. A questi si e’ aggiunta l’anno scorso la HSBC.

Il colosso bancario non ha commentato la notizia apparsa sulla stampa internazionale, inerente l’imponente acquisto in argento fisico; gli analisti ritengono che HSBC abbia comperato argento fisico in nome e per conto di alcuni Silver ETF, quotati al NYSE, di cui possiede la maggioranza azionaria. In questo caso HSBC fungerebbe da depositaria per questi fondi comuni di sua proprieta’.

Secondo altri analisti invece, HSBC avrebbe deciso di diversificare i propri assets investendo direttamente in argento fisico in quanto le previsioni circa la domanda sono in forte crescita e la grande banca intenderebbe sfruttare il rally dell’argento.  Analisi di mercato tendono a concentrarsi sul ruolo della Cina nel mercato dell’argento. A dicembre 2012 la Cina ha importato ben 228 tonnellate metriche d’argento da Hong Kong. Nel 2012 i volumi di trading allo Shangai Gold Exchange (SGE) sono stati ai massimi di sempre.

Sul mercato si sono uditi anche “rumors” circa alcuni problemi di reperibilita’ dell’argento accusati dalla Apple, la quale sarebbe in difficolta’ nella produzione del nuovo iMac proprio a causa dei problemi di consegna di argento industriale da parte della Cina.

L’Hedge Fund “Pacific Group Ltd” diversifica un terzo dei propri assets in oro

Un altro grande Hedge Fund, Pacific Group Ltd (fondato da un ex manager del broker americano PaineWebber), ha deciso di diversificare un terzo dei propri assets investendo in oro fisico.

Secondo Bloomberg, il Management del fondo The Pacific Group Ltd (con un portafoglio di oltre 100 milioni di dollari in assets), ritiene che l’oro continuera’ a crescere di valore a causa del fatto che Governi e Banche Centrali continueranno nell’opera assidua di stampare denaro per coprire l’enorme mole di debiti pubblici e privati.  Pacific Group segue le politiche di altri Hedge Funds, la diversificazione nel metallo giallo.

Riccardo G. – Deshgold

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2 commenti Commenta
alfio200
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 20:46

Grazie, Gen,

ineccepibile come sempre.

gennaroporcelli
Scritto il 30 Gennaio 2013 at 14:20

alfio200@finanza:
Grazie, Gen,

ineccepibile come sempre.

Alfio ti ringrazio tanto per il tuo commento ma il lavoro del Barometro viene portato avanti ogni settimana da Riccardo, nostro collaboratore.

E’ giusto che sia lui a prendersi i meriti del lavoro svolto 🙂

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