ORO: a caccia di incongruenze

Scritto il 29 Aprile 2024 alle 07:49 da Danilo DT

Nei post precedenti ho parlato spesso di come il mercato si sta evolvendo e anche del ruolo che l‘oro sta avendo. Grande protagonista, non si può negare, con una quotazione record che si aggira sui 2.400 Dollari l’oncia.

Sulle motivazioni vi rimando a quanto già scritto in passato (CLICCATE QUI) e in questa sede voglio focalizzarmi su un aspetto che viene sicuramente sottovalutato ma che potrebbe diventare molto interessante.

E il mio ragionamento parte con una provocazione. Se l’oro è a livelli storicamente elevati, come mai invece le società estrattive sono ancora a livelli di prezzo molto depresso? Solo perchè molte di esse sono indebitate e quindi subiscono l’effetto di tassi più alti del previsto, oppure perchè il mercato le sta semplicemente ignorando? Per assurdo, proprio questo settore, che da questo grafico potete vedere quanto è ignorato, dovrebbe invece beneficiare in modo esponenziale dal rialzo dell’oro e dal cash flow che si va a generare.

Possiamo sicuramente dire che questo settore si trova anche nel suo stato più sottovalutato degli ultimi 40 anni in base al rapporto prezzo/valore patrimoniale netto.

Se poi però andiamo a vedere i big player mondiali, ci rendiamo conto che qualcosa già si sta muovendo. Parliamo in questo caso del mercato del rame, certo, ma questo mi fa intendere che il mondo delle materie prime sta tornando in fermento. Infatti Il gigante minerario BHP Group vuole acquisire Anglo American PLC.

Le materie prime stanno ripartendo, il settore minerario anche ma manca all’appello il settore aurifero. E questo grafico vi riporta il gap tra il Gold Bug Index, che riprende le più grandi aziende estrattrici di oro, e il metallo giallo.
Ognuno faccia le sue valutazioni.