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MOMENTO CLOU: ma a chi giova tutto ciò?

Scritto il alle 09:30 da Danilo DT

draghi yellen kuroda abe

Marzo sarà un mese tosto, molto tosto. Un mese che inizierà con gli strascichi del G20 cinese, che dovrebbe portare ad una maggiore “Unione” contro il rallentamento globale. O per lo meno questo è quanto vorrebbe la Lagarde.
Ma è anche il mese chiave per le banche centrali, che proprio non possono permettersi di “deludere” i mercati.
Eccovi le date che dovete segnare sull’agenda, le date attorno alle quali girerà tutto, le date che tutti attenderanno e che, fino ad allora, porteranno tanta volatilità e poca direzionalità.

BCE (10 marzo)
BoJ (15 marzo) e
FOMC (16 marzo)

Inutile dirlo perché è ovvio che accadrà. Le tre banche centrali non potranno permettersi di agire indipendentemente l’una dall’altra. Mi aspetto un comportamento “coordinato”, magari con una FED che non solo non alzerà i tassi ma rivedrà i suoi piani di rialzo progressivo. Mi aspetto una BOJ che ormai rappresenta una garanzia (si fa per dire, sia ben chiaro) e che continuerà la sua spavalda politica monetaria espansiva, il suo QQE che rappresenta il più arguto esperimento di politica monetaria del pianeta. E poi la BCE. Cosa aspettarsi dalla BCE? E qui è il grande punto interrogativo. Un nuovo LTRO? Un tasso sui depositi al -0.50%? Cambiamenti al QE?
Inutile dirlo ora, vedremo nelle prossime giornate se verrà lanciato qualche messaggio. Intanto però è ovvio che il mercato nutre tante aspettative.
Ma a che pro? Beh, aspettative che aiuteranno il sentiment, ma che nel concreto, come già detto mille volte hanno aiutato poco.
Il denaro iniettato nel mercato non ha contribuito a far salire l’inflazione. Anzi, sembra quasi che sia successo il contrario!

Chart of the day: Eur Inflation Swap Forward vs Bilancio BCE

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Lo sapete benissimo, le banche centrali stanno assistendo in modo quasi impotente alle scorribande del petrolio, il tutto condito da un clima di rallentamento e di rinnovata paura che non può che peggiorare la situazione, portandola alle soglie della deflazione
E’ palese che la FED in questo contesto non può certo alzare i tassi ma allo stesso tempo la BCE è consapevole che qualsiasi intervento potrebbe essere poco utile.
Ma il mercato vuole di più. E poco importa se i tassi di deposito siano ormai tutti a livelli incredibili.
Ora avete capito perché le banche centrali, oggi, si trovano succubi dei mercati finanziari.

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Danilo DT

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10 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 10:34

L’Eni chiude il 2015 con una perdita netta pari a 8,82 miliardi di euro a causa sostanzialmente delle “svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero”. Il risultato netto adjusted “su base stand alone” è invece positivo per 0,34 miliardi (-91%). Il rosso è stato quasi interamente registrato negli ultimi tre mesi dell’anno quando il calo delle quotazioni del petrolio si è intensificato: nel quarto trimestre, la società ha perso 8,46 miliardi (0,2 miliardi se si considera il risultato netto adjusted su base stand alone). Nonostante i conti, il cda conferma il dividendo 2015 di 80 centesimi per azione, di cui 40 centesimi già distribuiti a settembre dello scorso anno: soddisfatto il mercato che apprezza il risultato adjusted.

CONSIDERAZIONI:

1) se una società perde 9 miliardi in 3 mesi a causa del basso prezzo di quel che vende il quale sarà in media ancora più basso nei 12 mesi che seguono perderà ancora più soldi
2) se il CDA conferma il pagamento del dividendo che deprime ancora di più il cash flow (ovvero cash OUT basta vedere l’indebitamento della società) andrebbe impiccato, non fosse che il primo azionista è lo stato italiano il quale è già impiccato da tempo
3) se il mercato porta su il titolo (insieme a tutti gli altri) è perchè la testa di chi vi lavoro ha smesso di pensare anni fa

Non posso che sposare in pieno i target di J. Livermore che anzi mi sembrano un tantino ottimistici.

Che poi eserciti di babbei siano a lì a pendere dalle labbra di quel diranno banchieri centrali che meno ne azzeccano più insistono nella distruttiva medicina che applicano beh questa è esattamente la ragion per cui i target price a 3 anni sono quelli. L’effetto gregge infila sempre più folli nello stesso teatro mentre l’unica porta di uscita diventa sempre più stertta.

aorlansky60
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 10:36

@ DT

Ora avete capito perché le banche centrali, oggi, si trovano succubi dei mercati finanziari.

non si doveva arrivare a questo (in un economia che si possa definire sana)
ma purtroppo sembra essere e-s-a-t-t-a-m-e-n-t-e- come dici.

da quando i vari QE (Boj Fed BCE) sono stati varati, dopo alcuni anni di politica monetaria “accomodante” si ha la certezza che la massa di liquidità immessa nel sistema non è entrata nell’economia reale ma soprattutto nei canali della finanza, contribuendo a fagocitare mercati basati sul NULLA(o poco più) che nel frattempo si sono espansi a livelli GIGANTESCHI (in questo senso, la curva storica del SP500 dice tutto).

l’estate scorsa(2015 prima del crollo di AGO), quando il composite shangai index quotava 5200 (ora sgonfiatosi a 2700) era facile notare in quel listino decine e decine di società che capitalizzavano 1000000000000 con bilanci -se qualcuno si prendeva la briga di andarli a leggere- a 1000 (dati indicativi ma il rapporto in sostanza era QUELLO), il che è pura follia senza un briciolo di razionalità, e questo porta a pensare che dalle altre parti -nelle piazze che contano- sia esattamente uguale con poche eccezioni a parte.

Se è vero che il composite shangai index ha opportunamente corretto negli ultimi 8 mesi, portandosi a livelli più ragionevoli in linea con il vero valore delle soc quotate, da altre parti -specie WallStreet con SP500- non si può dire altrettanto…
(Danilo, Tu sai meglio di me che se si dà un occhiata alla curva storica del SP500 e in parallelo a quella di espansione della Fed degli ultimi 6anni, questa visione conta e dice assai più di qualsiasi altra parola di commento che possiamo mai fare…)

quindi tutti sanno – banche centrali, governi dei paesi coinvolti, grossi edge funds e case d’affari, traders e operatori finanziari- che l’enorme baraccone finanziario che si è creato negli ultimi 6anni, basato sul NULLA(o poco più), stà su solo grazie alla linfa che gli viene assicurata dalla accondiscendenza delle banche centrali stesse.

Infatti le aspettative sono TANTE e non possono essere deluse, dato che il rischio, al punto in cui siamo giunti, specie legato al momento attuale che vede una frenata dell’economia mondiale (Cina in testa) è veramente TROPPO ALTO.

Di conseguenza, non ci sarebbe da stupirsi se le banche centrali -in una strategia comune opportunamente concordata- si mostrassero ancora più accomodanti, per le prossime mosse che adotteranno, rispetto a quanto hanno già messo in atto fino ad ora.

Lukas
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 10:41

Caro Danilo, più che contare su altri interventi di politica monetaria espansiva, sanno che….dovranno spazzare via tutto il casino che c’è in medio-oriente e sul mercato del petrolio….e lo faranno nei modi che ben conosciamo.
Già si profila all’orizzonte una bella spartizione…….Siria sotto l’influenza Russa……e Libia all’Occidente.

kry
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 12:01

john_­ludd@fi­nan­za,

Aiha … questo andrebbe a confermare il grafico per cui Lorepi vede il MIB a 500.

link
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 12:46

Per john_ludd, Condiviso quanto dici su eni, ma a me i dati non sono molto chiari
Riprendo news ” Considerando solo le continuing operations (senza Saipem e Versalis) nel quarto trimestre Eni ha registrato una perdita netta di 6.891 milioni (7.793 milioni nell’intero esercizio) con un sensibile peggioramento rispetto all’esercizio precedente a causa della debolezza strutturale del mercato petrolifero che ha eroso la redditività operativa e il valore degli asset: la svalutazione sugli asset upstrean è di 4,5 miliardi, in particolare in Congo, Algeria e Turkmenistan. A livello consolidato la perdita netta di competenza degli azionisti Eni ammonta a 8.460 milioni nel quarto trimestre e a 8.821 milioni nell’esercizio, includendo anche la perdita di competenza Eni delle discontinued operations. Le svalutazioni rilevate per allineare i net assets di Saipem e Versalis ai rispettivi fair value ha comportato un impatto complessivo di 1.969 milioni.”
quindi della perdita da svalutazione sono 4.5 + 2 sono da svalutazione assets descritti
Ma queste svalutazioni sono presenti nei conocrrenti? ad es, total e shell che hanno già diffuso le triemstrali 15q4
Certo è che se le banche svalutassero al valore di mkt le sofferenze che accadrebbe!

paolo41
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 14:39

link@finanzaonline</stro

a parte il consolidato occorre andare a vedere il risultato operativo dell'attività specifica ENI: Se nell'ultimo trimestre 2015 c'è un calo netto dell'operativo rispetto ai mesi precedenti ha perfettamente ragione John. Da ricordare comunque che ENI è rispetto alle altre aziende petrolifere molto più concentrata sul gas.

PORTELLO
Scritto il 26 Febbraio 2016 at 19:15

Quello che succede ad Eni e’ successo anche a Shell, molti la consigliano per l’ alto dividendo ma i profitti son calati vertiginosamente
http://www.wallstreetitalia.com/crollo-petrolio-ha-mangiato-80-di-utili-shell/

Cosa ne dite di Shell? Altra societa’ da evitare nel futuro?

john_ludd
Scritto il 27 Febbraio 2016 at 11:08

Agosto 2015 è stato il picco globale del petrolio. Le riserve americane sono super sovra valutate in assoluto per ragioni di propaganda (è il supporto rimasto al sistema dollaro centrico) e in ogni caso la quantità di petrolio estraibile non è solo funzione della geologia (il limite ultimo) ma del prezzo ! Sotto i 60-70 USD almeno 1/3 del nuovo eldorado è in perdita. Se poi commentatori da strapazzo continuano a considerare solo il risultato operativo ignorando quanto speso in precedenza per gli investimenti (denunciando bieca ignoranza su come è composta un bilancio dove tutti e 3 i prospetti vanno analizzati INSIEME) eh beh ! Dove stanno mai gli investimenti fatti in precedenza ? Nei 2,1 trilioni di debiti delle aziende private oil&gas. Quando li rivedranno indietro gli investitori ? MAI, anzi continueranno a metterci soldi e a perderli perchè le riserve residue a costi ragionevoli sono OPEC e RUSSIA, il resto è alchimia finanziaria. Ancora 6 mesi con questi prezzi e … Per non parlare del gas, altro miracolo secondo gli stessi analisti l’america ha 100 anni di riserve. Perchè ? Perchè di sì, deve essere così, cribbio altrimenti siamo ….. La geologia dice di no e il breakeven è 3 volte il prezzo attuale e OGGI qualcuno sta perdendo montagne di denaro in quanto le perdite dei drillers è stata trasferita tramite hedging a qualcun’altro, sempre gli stessi per carità che domani pretenderanno un nuovo bail-out. Ma i contratti di hedge sono tutti in scadenza e le perdite finiscono ora in pancia alle compagnie e 1/3 di queste falliranno entro il 2016. Il resto sono chiacchiere da bar, chi conosce l’argomento SA, gli altri si arrangino (della serie “chi poteva prevederlo”) A MASSIVE DOSE OF STAGFLATION TO EVERYBODY !

Scritto il 27 Febbraio 2016 at 16:02

…e buon week end a tutti! 😀

PORTELLO
Scritto il 27 Febbraio 2016 at 17:21

Grazie per la risposta John
Uno scenario potrebbe essere che solo le compagnie piu’ forti o piu’ protette sopravviveranno e magari ne trarranno vantaggi in un mercato con meno players
Sti saudi stan sulle scatole a tutti eppure non han paura e vanno avanti per la loro strada, la Russia non mi pare che si sia dimostrata molto amica del Venezuela nelle sue scelte, probabilmente questi prezzi vanno bene a molti e serviranno per fare affri d’ oro comprando societa’ in difficolta’ o magari c’e’ piu’ strategia politica che economica…i grandi fondi sovrani adesso son costretti a vendere quote di societa’ occidentali che avevan comprato a prezzi piu’ alti e quindi i vecchi proprietari se le ricompran ad un prezzo piu’ basso…
Ci son troppe variabili in ballo..come dici tu troppi interessi e centri di potere…
Sara’ per noi interessante capire a chi queste enormi perdite che le societa’ energetiche e gli stessi stati produttori subiranno saranno fatte pagare e che tipo di cambiamenti sociali ci saranno in un periodo di stagflazione
Buon weekend

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