in caricamento ...
MIX ESPLOSIVO sui mercati finanziari!
In questi ultimi giorni i mercati e gli operatori si sono concentrati soprattutto sulle problematiche delle banche italiane ed europee. La volatilità ha poi contribuito a distogliere l’attenzione anche dalle altre tematiche, concentrando tutte le energie sui grafici e sulle news in arrivo dal mondo degli istituti di credito.
Peccato che ci sia anche dell’altro. E quell’altro, ricorderete bene, avrà anche un impatto reale sull’economia nel medio lungo periodo, però in finanza il medio lungo è uguale ad “oggi” e quindi resta un grande errore pensare che certe problematiche, al momento, possano venire accantonate.
Noi vi avevamo avvertiti. NON sottovalutate mai la BREXIT.
E’ vero, anche la procedura di uscita è un cantiere a cielo aperto, o forse anche solo un qualcosa che resta solo sulla carta. Ma il mercato si sta già muovendo, eccome se si sta muovendo.
Il grande problema è che mixare più problematiche insieme, comporta un sovraccarico per il sistema che quindi “salta” ed aggiunge volatilità alla volatilità.
Quindi BANCHE + BREXIT. Mix veramente esplosivo
Un mix che ha anche dei punti in comune. Innanzitutto le due “crisi” comporteranno per forza ad un ricalcolo delle previsioni di crescita economica. In altri termini, aspettiamoci pure una bella frenata.
Se poi guardiamo all’Italia, possiamo delineare l’area di rischio in TRE sub aree:
1) Le banche (e questo è palese)
2) La blanda crescita economica (che per forza di cose sarà ancora più blanda se non recessiva)
3) Il rischio politico (referendum e caos generalizzato)
Indicando le prospettive per l’economia italiana, l’Istituto sottolinea che “nel primo trimestre le performance delle società non finanziarie hanno confermato la tendenza al miglioramento dei mesi precedenti: rispetto al trimestre precedente il valore aggiunto è aumento dell’1,2%, il risultato lordo di gestione dell’1,5% e gli investimenti fissi lordi dell’1,0%. A questi segnali corrisponde, tuttavia, un’evoluzione modesta ed eterogenea degli indici di fiducia nel secondo trimestre che segnalano il lieve miglioramento dei giudizi delle imprese manifatturiere e di costruzione a fronte del peggioramento di quelli delle imprese dei servizi di mercato e del commercio”. E quindi la sentenza, ancora per altro da completare in attesa del pieno dispiegarsi di Brexit: “In assenza di una quantificazione dei possibili effetti economici dell’esito del referendum del Regno Unito, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha evidenziato un’ulteriore decelerazione, proseguendo la tendenza in atto da inizio anno”. (Source)
Sulla questione crescita in parte ho già detto e per molti aspetti dipenderà molto da cosa accade altrove.
Sul rischio politico, preferisco non esprimermi.
Sul problema “Banche Italiane” si sta cercando di rattoppare come si può (e come si vuole, sia ben chiaro) un problema che NON è solo italiano. E questo deve essere ben chiaro.
Cosa occorrerebbe? Quando arriva la crisi, l’instabilità e l’incertezza, ciò che occorrerebbe, a mio parere, è un potere FORTE, ovvero un vertice che gestisce e amministra i problemi in modo deciso e concreto. Questo vertice, nel nostro caso, si chiama UNIONE EUROPEA.
E QUESTA Unione Europea Colabrodo rappresenta il problema nel problema.
Auguri.
Riproduzione riservata
STAY TUNED!
(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Segui @intermarketblog
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email (intermarketandmore@gmail.com). NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
Adesso ci manca soltanto che si espanda una bella recessione diffusa anche in America: a proposito nel primo trimestre 2016 gli utili delle società dell’S&P sono calati, per l’ultimo trimestre gli analisti stimano un calo leggermente più contenuto; sarà che non ho studiato Economia all’università, ma come fanno a calare gli utili se il pil cresce? (la Fed di Atlanta da ancora crescita intorno a 2.6). In ogni caso sembra che al momento i rischi di recessione negli USA siano scarsi.
<a href="mailto:albertopletti@gmail.com">albertopletti@gmail.com</a>@finanza,
Quando il mercato orso parte , l’economia è ancora in espansione e viceversa, quando parte un mercato toro l’economia mostra ancora segnali recessivi .ESEMPIO:
– QUANDO è PARTITO IL MERCATO ORSO IL 10 MARZO 2000, L’ECONOMIA ERA SOLIDA E PROSPERA.
– QUANDO è PARTITO IL TORE NEL MARZO DEL 2003, L’ECONOMIA ERA ANCORA DEBOLE.
– QUANDO è PARTITO L’ORSO NEL MAGGIO 2007 , L’ECONOMIA ERA FORTISSIMA.
– QUANDO è PARTITO UNO TRA I Più FORTI MERCATI TORO, L’8 LUGLIO 1932, L’ECONOMIA ERA IN PROFONDA GRANDE DEPRESSIONE.
SE ASPETTATE SEGNALI POSISTIVI DAL PIL PER COMPRARE O SEGNALI NEGATIVI PER VENDERE STAI ERAMENTE TROPPO “DIETRO LA CURVA” CIOè IN RITARDO.
Vero. La borsa anticipa l’economia di 6-8 mesi.
jesselivermore@finanza,
Mi permetto di dire che il mercato ITALIANO è ORSO DA aprile 2015. TUTTE queste notizie , brexit e prestiti npl si inseriscono in un trend al ribasso già in essere. Si vede molto bene su un grafico su base mensile e in scala logaritmica a partire dal 1997 ad oggi. IL TREND è BEN DEFINITO e ci porterà in area 8000- 8200 ( minimo del 1992) base del trend discendente NEL 2017 ( LUGLIO OTTOBRE). DA LI FATTA TABULA RASA DI TUTTI GLI eccessi, ripartirà un vero nuovo bull market secolare.