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Mercati finanziari: La politica monetaria deciderà le tendenze
Intermarket intraday: QE3 si oppure no? Qui sta la chiave di lettura per i mercati USA. Ma questa poi è reflazione?
Una giornata abbastanza scarna di avvenimenti, quella di ieri. A tenere banco alcune aste di Titoli di Stato. In Spagna e in Grecia, con emissioni di breve termine, ma anche l’EFSF con un’emissione a 6 mesi. E poi ovviamente il nostro BTP-Italia, ovvero IL BTPI legato all’inflazione italiana. In mancanza di grosse news, i mercato hanno corretto un po’ in Europa, anche se poi le news più importanti sono arrivate dagli USA in serata, con i cantieri di febbraio e le varie interpretazioni del FOMC dove sono state considerate seriamente ulteriori fasi di difficoltà economiche.
La domanda a questo punto, fondamentale in ambito intermarket, è la seguente: la FED darà vita al QE3 quanto prima oppure no?
Dudley (NY Fed) dice: “I recenti miglioramenti congiunturali non dissolvono i grandi rischi per l’economia e in parte sono stati determinati da un significativo contributo delle scorte. E’ troppo presto per dire che si è fuori dal guado e che sta prendendo piede una ripresa forte e sostenibile”.
Evans (Chicago Fed) aveva dato una valutazione analoga riguardo allo scenario macro: “la FED può e dovrebbe attuare ulteriori misure di stimolo monetario, considerando che l’inflazione è probabilmente troppo bassa mentre il tasso di disoccupazione è fra 2 e 3% al di sopra del livello coerente con la massima occupazione”.
Ma non tutti la pensano così. Lacker (Richmond Fed) ribadisce la sua visione opposta: “occorrerà probabilmente alzare i tassi a un certo punto nel 2013, con l’inflazione vicina all’obiettivo del 2%.”
Con un mercato così pilotato dalla politica monetaria, certe decisioni avranno senza dubbio un’influenza fondamentale sull’andamento dei mercati finanziari.
Intermarket Intraday
La griglia intermarket (con ben 12 grafici) che ho ideato ha un timeframe intraday con uno sviluppo di 5 giornate lavorative. Quindi un grafico intraday a 5 giorni. Come già detto, il grafico intermarket intraday ha come obiettivo il cercare di fotografare lo scenario di breve periodo dei mercati finanziari, analizzando cosa è successo nelle ultime giornate di borsa, alla ricerca delle divergenze intermarket intraday.
Partendo dall’alto a sinistra (quadrante 1), e poi proseguendo via via (fino al quadrante 12 in basso a destra) troverete:
1. Future mini SP 500
2. Shanghai Comp Index
3. Bank Index
4. Dax Future
5. VIX Volatility index
6. T Note Gov.
7. Dollar Index
8. Bund Future
9. Future WTI
10. Gold Future
11. CRB index
12. Future Copper (Rame)
Questa analisi diventa interessante quando si vanno a considerare le divergenze tra le varie asset class. Tali divergenze illustrano eventuali scenari di inversione. Quindi, badate bene, non è un tentativo di prevedere il futuro analizzando semplicemente il trend dei giorni precedenti (che è segnato in azzurro e che se mantenuto, significherà continuazione di tendenza) ma è un modo per cercare di anticipare eventuali cambiamenti di polarità dei mercati.
La prima area (1-2-3) EQUITY AREA .Quadro lateral confusionario alla ricerca di conferme. Questo in ambito intraday come in ambito daily. Siamo su resistenze chiave e il mercato è in fase “attendista”.
Seconda area (4-5-6) RISK AREA: In ripresa il VIX (aumento lieve del rischio) ma con Treasury, Bund e US Dollar in correzione. Frutto del quadro intermarket in evoluzione. Stasera in TRENDS approfondiremo questo aspetto e cercheremo di capire in ambito daily cosa sta succedendo. In questo momento intanto il mercato vede tassi in aumento e curva dei rendimenti in ascesa.
Terza area (7-8-9) COMMODITY AREA . E di conseguenza le commodity patiscono tranne l’oro, bene rifugio in un momento topico (VEDERE POST IN USCITA PIU’ TARDI!) e il petrolio, sempre crocevia delle tensioni geopolitiche internazionali e non solo.
ANALISI DIVERGENZE
In massima sintesi, mercati azionai che si domandano che strada prendere, essendo tutti molto tirati. Da una parte LTRO e QE che alimentano la positività. Dall’altra un tuffo nella realtà che preoccupa gli operatori. Ma la chiave è proprioil mercato dei bonds e dei tassi. Questa alla fine è reflazione oppure no?
Buona giornata e buon trading a tutti….
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DT
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Reflazione. Proprio quello che vogliono le banche centrali. Inflazione al 4-6% con tassi 1-2% ovvero tassa occolta sui risparmiatori.
Inflazione molto probabilmente NON dichiarata, of course…
PERFETTO
infatti la fed prende in considerazione solo la core, alla fed non interessano i rincari di cibo e energia per il QE
In realtà NON ESISTE una misura dell’inflazione, esistono solo convenzioni, panieri, medie ponderate quindi misure discrezionali che variano nel corso del tempo e udite udite da paese a paese. Comparare l’inflazione in Italia e USA non è tanto diverso dal comparare le mele con le pere. Difficile identificare una strategia efficace. Alla fine, dopo avere verificato l’estrema correlazione tra i vari mercati e tipologie di asset una volta scorrelati, ritengo sia impossibile. Il destino di qualunque persona non appartenete all’1% degli intoccabili e qualche raro abile navigante è di essere scuoiata in un modo o nell’altro. La repressione finanziaria che può essere messa in campo da chi ha il monopolio della creazione e gestione del denaro è implacabile. L’alternativa è il crash del sistema e invece di perdere tutto poco per volta si perde tutto all’istante.
se la FED non vuole dire ora cosa farà nei prossimi 3 mesi c’è un modo sicuro. Alcuni esponenti devono affermare che servirebbero altre manovre espansive, altri che prima del previsto serviranno manovre restrittive. Infatti è quello che sta accadendo. Con un orizzonte temporale più lungo la possibilità che non vi siano altre e persino più cospicue manovre espansive in USA, Europa, GB, Giappone e Cina è ZERO ASSOLUTO.
john_ludd@finanza: se la FED non vuole dire ora cosa farà nei prossimi 3 mesi c’è un modo sicuro. Alcuni esponenti devono affermare che servirebbero altre manovre espansive, altri che prima del previsto serviranno manovre restrittive. Infatti è quello che sta accadendo. Con un orizzonte temporale più lungo la possibilità che non vi siano altre e persino più cospicue manovre espansive in USA, Europa, GB, Giappone e Cina è ZERO ASSOLUTO.
…COME NON ESISTE UN VERO PIL…. SONO TUTTI PARAMETRI TALMENTE SMANETTABILI CHE RENDONO RELATIVO PRATICAMENTE IL VALORE FINALE. COERENTEMENTE CON UN MONDO FINANZIARIO FATTO DI FUFFA…AHIME’…
Il PIL è più misurabile anche se affetto da una incertezza statistica che rende risibile il dato quando si parla di crescita sotto 1%. Il problema del PIL è che significa poco o nulla: misura i costi e stop. Ergo se mi indebito senza alcuna relazione a quello che effettivamente che produco che crescita è ? Guarda caso in USA la quantità di debito necessaria a produrre un incremento di PIL è decuplicata nell’arco degli ultimi 30 anni. Stiamo quindi parlando di nulla, un’umanità asservita a un paio di dati statistici poco significativi e concettualmente sbagliati. Nei cartoni animati di Willy Coyote, il mitico animale inseguendo Bip Bip andava regolarmente dritto alla curva e proseguiva zampettando nel vuoto. Solo quando guardava sotto iniziava a precipitare.
Un assaggio dell’ultimo TRENDS…
Per la cronaca…
REFLAZIONE Nel linguaggio economico, moderata nuova inflazione successiva alla deflazione innescata dalla iniezione di una maggior quantità di moneta, e che si accompagna solitamente a una ripresa economica. (treccani)