MERCATI EMERGENTI: CDS E PROSPETTIVE
La crisi ha colpito proprio tutte le economie e tutti i mercati finanziari. Non per ultimi i mercati emergenti, i quali, vittime anche delle operazioni montate “a leva” dagli Hedge Funds, hanno visto prima il paradiso, per poi piombare rapidamente nell’inferno.
A dare poi un ulteriore spinta ribassista ci hanno pensato le materie prime. Come ben sapere, molti paesi emergenti devono la loro “nuova ricchezza” proprio alle commodities.
Ultimamente invece, il crollo del CRB ha invece fatto riapparire l’incubo del default per alcuni Stati, e non solo per l’Argentina.
Globalizzazione, e quindi crisi anche sugli emergenti
Innanzitutto un dato oggettivo. Lo avrete già sicuramente riconosciuto. E’ il solito tabellino dei CDS, alias Credit Default Swap, questa volta sugli Stati Sovrani (Sovereign).
Da qui si può vedere, in modo più o meno valido, quali sono i Paesi che sono messi peggio dal punto di vista finanziario o, come dir si voglia, dove oggi possiamo trovare il maggiore rischio default.
Al top della classifica troviamo, come già detto qualche giorno fa in un post dedicato (QUESTO POST) la sempre critica Argentina, seguita dal Venezuela. In forte recupero l’Islanda a seguito dei finanziamenti ottenuti.
Ma quali sono le aree e i paesi da privilegiare?
L’andamento peggiore (-32,6%) è stato registrato in America Latina, dove Argentina (-44,0%), Brasile (-37,9%), Perù (-34,3%), Messico (- 18,7%) e Cile (-10,4%) hanno tutti accusato ribassi a due cifre. La regione EMEA ha fatto segnare una contrazione del 28,6%, con in testa la Russia (-45,3%), la Polonia (- 15,8%) e l’Ungheria (-19,1%). L’Asia (-23,1) ha espresso il rendimento regionale migliore e le Filippine (+3,1%) sono state l’unico mercato emergente a chiudere il periodo in territorio positivo.
Tutti gli altri listini hanno subito flessioni a due cifre. Sebbene la crisi creditizia abbia avuto origine negli Stati Uniti e in alcuni paesi dell’Europa occidentale, i mercati emergenti sono stati colpiti da ingenti ondate di vendite che hanno interessato tutte le classi di attivo.
Si osservi che l’attuale ondata di vendite di titoli sui mercati emergenti differisce fondamentalmente dalle crisi precedenti. La dinamica del debito pubblico e il fabbisogno finanziario nella maggior parte delle economie in via di sviluppo sono solidi. Molti dei paesi emergenti più importanti a livello sistemico hanno iniziato ad aggiungere liquidità in dollari laddove necessario e hanno annunciato misure mirate ad attenuare le tensioni nel settore bancario.
Il fatto che abbiano la possibilità di intervenire in tal senso costituisce un’importante differenza rispetto al passato. Cosa significa tutto ciò? Che i paesi emergenti stanno diventando grandi.
Chi preferire?
Personalmente non vedo male, a queste quotazioni, la Turchia (ovviamente sconsiglio l’acquisto diretto di azioni bensì l’utilizzo di un fondo), la solita India e anche qualche paese dell’Est Europa.
La Cina è ancora troppo dipendente dalle esportazioni, e di conseguenza potrebbe subire ulteriore debolezza. Manterrei in sottopeso i paesi produttori e esportatori di materie prime.
Notate bene, sono pareri personali…..
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