Meglio opzionare SHORT o meglio LONG?

Scritto il alle 19:22 da gremlin

Opzioni short put e long call sono posizioni rialziste, short call e long put sono invece ribassiste. Per la serie: “quando anche la terminologia disturba il vissuto e mina il futuro“

Tutto il trading è un’opinione e i mercati sono irrazionali. Che senso hanno allora le analisi di qualsiasi tipo? E le strategie? E le tecniche di trading? Domande retoriche forse, ma comunque domande a cui vale la pena dare una risposta possibilmente non viziata da pregiudizi e inesperienza. Io sono convinto che se questa materia viene trattata con sistematicità e con approccio statistico probabilistico, quindi con approccio “intellettuale”, è in grado di fornire indicazioni di trading e investimento utili per operare con metodo e con schemi razionali.
L’operatività in opzioni è l’espressione più rappresentativa di un approccio razionale al trading e all’investimento. Ad esempio, il trading di volatilità con le opzioni sta al trading in future con stoploss come il giocatore di scacchi sta al giocatore di dadi. E la stessa equivalenza vale anche fra chi fa hedging di portafoglio con opzioni e chi investe con pac azionario per mediare. Distanze planetarie.
Il trading con opzioni non è per niente intuitivo, salvo la banalizzazione di chi si limita ad acquistare (long put e long call). Fare opzioni significa fare spread, lavorare sulla volatilità e sul decadimento temporale, aprire strategie non direzionali e direzionali, aggiustare le strategie per seguire il mercato, proteggere un portafoglio di equity e commodity, costruire un investimento di lungo periodo su titoli azionari di qualità e su indici, fare copertura valutaria…

Il sig. Rossi non si fa incantare dalle opzioni
Uno dei tanti motivi per cui nell’italietta liberista e opulenta il sig. Rossi faccia ancora tanta fatica ad operare con opzioni è dovuto da una parte alla scrupolosa diseducazione organizzata dal “Sistema” (finanziario) a partire da Consob. La diseducazione inizia col far ignorare l’esistenza dello strumento. Però quando qualcuno decide di parlare di opzioni (di solito un accademico, o un superficialotto o chi ha interesse a diseducare), normalmente presenta la cosa al profano in modo criptico e incomprensibile. Se infine si arriva a descrivere le potenzialità di trading delle opzioni allora si passa al terrorismo: la vendita allo scoperto (cioè senza averle, posizione short) può causare una “perdita illimitata”. Da piangere, più avanti argomento la questione..
Dall’altra parte ci si mette invece il mercato nostrano e i broker italici a scoraggiare l’uso delle opzioni. Le opzioni sul mib o le vecchie care sparute “isoalfa” brillano per illiquidità e il market maker si lecca i baffi. I broker invece fanno di tutto in mille modi per limitare l’operatività, forniscono piattaforme penose e disservizi vari (in alcuni casi anche da denuncia), ma per il disturbo chiedono commissioni stellari. Inevitabile che quando il sig. Rossi diventato opzionista praticante inizierà a cancellare il mib dalla sua mente e poi penserà seriamente a lavorare con broker USA.

Uno: le opzioni vanno vendute e non comprate
Banche e broker italici che consentono lo short sia su put che su call si contano su una mano. Certificati e covered warrant si comprano e basta. Col piffero che Unicredit cede il banco al parco buoi. Perché? Provo a rispondere con un’opinione e con dei fatti.
L’opinione è che il mercato delle opzioni è fatto dai venditori; per quanto sia opinione condivisibile presta sempre il fianco alla constatazione che ad ogni vendita corrisponde un acquisto e la partita nel complesso è a somma zero. Molto vero ma analisi del tutto superficiale. Il mercato è dei venditori perché sono loro che influiscono sul prezzo sovrastimando i premi sistematicamente attribuendo valori di volatilità implicita irreali. Facendo un confronto a posteriori fra volatilità storica di un determinato arco temporale e volatilità futura che giornalmente viene stimata dai market maker (volatilità implicita) si nota nelle fasi lateral rialziste del sottostante (80% dell’andamento dei prezzi) una costante sopravvalutazione.
Cui prodest? Al venditore, ovvio, perchè sopravvaluta la sua merce. Sapendo che per la stragrande maggioranza delle opzioni trattate il valore estrinseco del premio è l’unica componente del prezzo e sapendo che le opzioni alla scadenza tendono ad azzerare la componente estrinseca, il compratore – educato al long e terrorizzato dallo short – acquisterà quasi sempre a prezzo da amatore e almeno 8 volte su 10 si troverà alla scadenza con in mano il nulla o meglio, in qualità di compratore vedrà pian piano inesorabilmente giorno dopo giorno erodere il valore del suo acquisto fino all’annullamento di fatto che spesso avviene ben prima della scadenza.
Questo genocidio avviene 8 volte su 10. In quei due casi in cui l’operazione va a buon fine significa che il sottostante si è mosso con grande decisione secondo il trend previsto da una strategia direzionale. Ergo: chi compra e basta si gioca tutte le strategie non direzionali che sono le più importanti. Ma se vuoi fare direzione (perchè non ti capaciti che con le opzioni si guadagna anche quando il mercato è laterale) meglio usare azioni o etf che non ti danno la seccatura di un conto derivati. E continuerai a seguire i mercati con la classica visione binaria “per me si sale/per me si scende” che fa tanta audience, che alimenta apprensioni e speranze, e che dà da vivere a molti guru commercianti.
Vendere a prezzo maggiorato e con la certezza che il tempo passa, e che il passare del tempo riduce il valore di ciò che si è venduto, costituisce un vantaggio unico delle opzioni short, nessun altro strumento finanziario presenta questa caratteristica.
Capito allora perché il sistema insegna ad aver paura dello scoperto? Perché chi vende ha l’80% di probabilità di vincere.
E questo è uno.

Due: ma quale perdita illimitata…
E veniamo ora al terrorismo. Comprare azioni è bello, no? Nel 1999 ve la ricordate la bolla dei dotcom (tecnologici internet)? Bene, se tutti i risparmi di una vita li avessi messi su tiscali nel 1999 e li avessi lasciati per uno, due, dieci anni… non avrei avuto una perdita tecnicamente illimitata, è vero, ma avrei avuto di sicuro una perdita “soggettivamente” illimitata, ma questo è confacente al sistema che ciclicamente regala al parco buoi delle belle bolle e ben si guarda dallo scoraggiare l’investimento azionario, sarebbe contro natura perchè contro i loro interessi…
Vediamo il resto: se io compro o vendo un fib e se le cose mi vanno male ho forse una perdita limitata intrinseca allo strumento? Ovvio che no. Se compro obbligazioni al latte parmense o ai pelati napoletani o esotizzate dal fascino argentino (leggasi “ad alto rendimento”) ho fatto un affare? Ovvio che no.
Il lettore accorto avrà buon gioco ad obiettare che tutti gli strumenti finanziari presentano rischi di varia natura e che sta al risparmiatore investitore speculatore controllare limitare la perdita (stop loss?) quando le cose vanno male. Ben detto, e allora perché lo stesso principio non deve valere anche per le opzioni?
Ok, se compro azioni o opzioni malissimo che vada perdo tutto l’investimento, mentre lo scopertista in opzioni (e il futurista, mai dimenticarlo) può IN TEORIA perdere in modo illimitato, ma solo in teoria.
Bisogna sapere che esiste un garante delle leve finanziarie (Cassa di Compensazione ecc.) che esige che vengano costituiti margini di garanzia a fronte degli scoperti in opzioni e dei future, e i broker hanno tutto l’interesse a farli rispettare nel modo più rigido. In altre parole se sono uno scopertista distratto col mercato che mi viene contro, appena il margine s’è risucchiato tutto il denaro disponibile scatta il margin call e nello spazio anche di pochi minuti il broker se è bravo mi telefona, se invece ha premura mi chiude d’ufficio la posizione. Lo scopertista ha perso un fottìo, come quello delle tiscali dimenticate, ma non ha perso “illimitatamente”.
E questo è due.

Tre: quando occorre le posizioni scoperte si aggiustano, si coprono, si chiudono…
In altre parole chi fa opzioni deve fare un po’ di introspezione e scoprire qual è la sua stella: se è nato sotto il segno della Bella Addormentata nel Parco Buoi si metta nelle mani di un buon consulente di fondi e etf che è meglio. Ma se è uno dinamico come si conviene a chi fa trading una volta aperta una posizione non protetta (tipico lo short strangle o short straddle) se la cura, si dà un livello di allerta e poi interviene per modificarla; non solo non andrà in perdita ma nemmeno si troverà inguaiato con un margin call. Questo solo per accennare che il controllo del rischio è l’aspetto fondamentale del trading e con le opzioni gli interventi a protezione sono molto articolati, altro che stoploss…
E se poi parlassimo di short coperti dal sottostante (tipico il covered call writing) il problema addirittura si ribalta: come faccio a lasciar correre il guadagno del sottostante in caso di rally?
Vuoi vedere che nella sottile arte della diseducazione e creazione di consenso stereotipato (luoghi comuni) il “Sistema” si “dimentica” sempre di far notare la differenza fra una posizione scoperta “nuda e dimenticata” da una posizione scoperta strutturata dove lo short si accompagna con il long?
Perdita illimitata inevitabile? sì, ma solo della credibilità di chi sostiene tesi populiste e interessate…

Un trader è bravo non quando azzecca la direzione del trend ma quando sa trasformare una posizione che si sta rivelando perdente in una posizione di cui a chiusura può ritenersi soddisfatto.
Un trader è ancora più bravo quando guadagna con regolarità, anno dopo anno, con performance superiori alla perdita di potere d’acquisto reale soggettivo del capitale investito…

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20 commenti Commenta
vichingo
Scritto il 6 Ottobre 2010 at 20:25

Bellissimo articolo. Come ti avevo detto tra il 1999 e il 2000 ho tentato la fortuna con i cowered warrant sopratutto quelli “call”. Quel giochino mi è riuscito bene all’inizio anche con uno storico guadagno del 200% in un giorno. Devo dire onestamente che non ho mai capito al 100% quei prodotti e infatti poi mi ci sono scottato. Dopo guadagni, tipo 24 milioni di quel giorno, da un capitale iniziale di 70 milioni ero arrivato a 400 e se qualcuno mi avesse consigliato di comprare due case avrei fatto davvero bingo con l’euro, ma la stupidità mi ha fatto continuare e sono tornato sotto il livello di partenza, anche per colpa della bolla internet e il crollo delle torri. Io penso, come hai detto che per operare con certi prodotti come le opzioni o quant’altro bisogna dedicarcisi come un lavoro a tempo pieno o affidarsi ad un bravo gestore come te. Quando farò gain con i miei titoli, forse ti scriverò, per provare questa nuova avventura, stabilendo a priori il tuo compenso in caso di guadagno. Mi togli una curiosità: Ma te guadagni sempre? Da quello che hai detto un bravo trader guadagna sia in caso di mercato toro, orso o laterale. Da un po’ di tempo sono tornato ad investire in modo molto banale, (cash al 40%) comprando titoli che storicamente hanno sempre pagato ricchi dividendi ed in questo modo da tre anni sono con il segno+. A volte, però torna il demone dello scommettitore e mi perdo con qualche titolo che non ha niente a che vedere con la mia strategia. Ho tanti limiti, uno dei quali è la poca diversificazione, mi piace solo il settore energetico e forse lo sbaglio più grosso e che non faccio le coperture adeguate e devo dire onestamente che mi piace confrontarmi con voi, ma non mi va di dedicare il mio tempo libero solo alla borsa, ci sono cose molto più gratificanti. 😉

m75035
Scritto il 6 Ottobre 2010 at 21:27

Personalmente credo ke il vantaggio maggiore dell’operare in opzioni sia la possibilità di modificare la strategia in caso di mercato avverso con una perdita minima/nulla.

Scritto il 7 Ottobre 2010 at 00:19

Questa miei cari lettori si chiama EDUCAZIONE FINANZIARIA.
Credo che ce ne sia tanto bisogno tra i risparmiatori. Qui la tematica è specifica e forse complessa. Ma promettiamo di tornare sull’argomento anche con cose forse più banali ma sicuramente non meno efficaci.

‘notte!

jt_livingstone
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 01:20

bravo!

Anch’io appartengo alla categoria dei venditori di opzioni. Anche se talvolta compro un’altra opzione per coprirmi dal rischio illimitato. La cosa che turba molti e’ che con i credit spread hai un risk reward inferiore a 1.

gremlin
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 08:51

vichingo,

Guadagnare poco e con regolarità su base annua si può, anzi si deve.
Il nemico da sconfiggere non è il mercato “sfavorevole” ma la propria ostinazione a scommettere contro il mercato.
“Mercato contro” è un concetto relativo: se vai al rialzo e lui scende sarà sfavorevole fintanto che tu mantieni aperta una posizione contraria; se invece fai i necessari aggiustamenti il mercato che continua a scendere diventerà favorevole 😀

gremlin
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 08:54

m75035@finanza,

Ti aspetto da me un venerdì pomeriggio di novembre, ci saranno altre persone, poi ti faccio sapere

gremlin
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 08:56

Dream Theater,

Voglio sfinire il blog con le opzioni… chiederanno le mie dimissioni? :mrgreen:

gremlin
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 09:06

jt_livingstone,

Banalizzo sull’equity con strategie neutrali coperte:

IRON CONDOR con alta volatilità

CALENDAR SPREAD con bassa volatilità

tutto andrebbe contestualizzato; a me va bene anche un r.r. inferiore a 1!

lucianom
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 10:02

Short o long?

vichingo
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 12:56

gremlin,
Quello che dici è sintomo di professionalità. Mi ricordo che con i cw l’oscillazione di prezzo era molto repentina, anche perché bisognava scommettere soprattutto sul sottostante amplificando a dismisura la leva. Sono prodotti che vanno seguiti costantemente anche perché alla scadenza vanno a zero. Con il tuo modo di operare è possibile essere seguiti a distanza e fare quasi contemporaneamente a te le stesse operazioni? Ciao.

gremlin
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 13:51

vichingo,

sono buoni solo quando azzecchi la direzione giusta e il sottastante si muove forte

io non li uso perchè non puoi fare strategie neutre e poi non dimenticare che sono trattati su mercati non regolamentati, è come visitare lo zoo ma da dentro la gabbia della tigre :mrgreen:

clagiame
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 17:36

gremlin: vichingo, sono buoni solo quando azzecchi la direzione giusta e il sottastante si muove forteio non li uso perchè non puoi fare strategie neutre e poi non dimenticare che sono trattati su mercati non regolamentati, è come visitare lo zoo ma da dentro la gabbia della tigre   

Un articolo da 30 e lode. Tripla I: Interessante, Intelligente, Istruttivo. Qualche manuale da consultare? Cosa ne pensi delle Protective Put? Ricordo che hai intenzione di organizzare una seduta a base di opzioni, a quando?

gremlin
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 18:34

clagiame@finanzaonline,

😀

protective put è una strategia di difesa di asset, è un concetto che dovrebbe essere chiaro a tutti e pure applicato da tutti; per realizzarla si possono adottare tecnicismi e strumenti diversi ma va contestualizzato, non basta comprare una put…

se parti da zero o quasi, prima di cimentarti con letture ostiche ti consiglio di fare un’ampia ricognizione su internet e qualcosa trovi di sicuro, se vai qui http://intermarketandmore.finanza.com/author/gremlin magari trovi dell’altro

il primo incontro da me lo facciamo un venerdì pomeriggio di novembre, settimana prossima comunico date e programma, sei persone massimo

vincent vega
Scritto il 7 Ottobre 2010 at 23:58

gremlin: clagiame@finanzaonline, protective put è una strategia di difesa di asset, è un concetto che dovrebbe essere chiaro a tutti e pure applicato da tutti; per realizzarla si possono adottare tecnicismi e strumenti diversi ma va contestualizzato, non basta comprare una put…se parti da zero o quasi, prima di cimentarti con letture ostiche ti consiglio di fare un’ampia ricognizione su internet e qualcosa trovi di sicuro, se vai qui http://intermarketandmore.finanza.com/author/gremlin magari trovi dell’altro il primo incontro da me lo facciamo un venerdì pomeriggio di novembre, settimana prossima comunico date e programma, sei persone massimo  

mi prenoto se sei disponibile 😉
prerequisiti?

gremlin
Scritto il 8 Ottobre 2010 at 09:12

vincent vega@finanza,

ti ho inserito nella mailing list, settimana prossima ricevi comunicazione, ci saranno almeno due edizioni per cui dovrai scegliere una data
prerequisito: conoscenza zero o approssimativa delle opzioni

vincent vega
Scritto il 8 Ottobre 2010 at 13:44

gremlin: vincent vega@finanza, ti ho inserito nella mailing list, settimana prossima ricevi comunicazione, ci saranno almeno due edizioni per cui dovrai scegliere una data
prerequisito: conoscenza zero o approssimativa delle opzioni  

grazie Gremlin, come ho potuto vedere di persona al meeting di Milano sei e siete (S.I.D.) brave persone.

sleep2000
Scritto il 8 Ottobre 2010 at 15:04

Ciao a tutti, soprattutto complimenti a Gremlin, spero di raggiungere presto la tua preparazione.
Qualche giorno fa preso dall’entusiasmo (lo so è un grandisssimo errore, infatti mi ha portato solo problemi) ho smembrato una butterfly, quindi mi sono ritrovato con due call vendute a 173 euro l’una. Causa panico da perdita “illimitata” le ho rinvedute dil giorno dopo a 289, e mi è anche andata bene. Consigli su come avrei potuto utilizzare diversamente le due call invece di ricomprarle?
parlando di iron condor, la sto rivalutando moltissimo, ho notato che con la hìgiusta pazienza si può chiudere con buoni margini di credito. cosa ne pensate?

gremlin
Scritto il 8 Ottobre 2010 at 15:44

Sleep2000
nello specifico non posso dire niente su quello che hai fatto perchè non hai riportato tutte le informazioni necessarie, comunque quello che è stato è stato…
in generale queste strutture standard si aprono e si chiudono in blocco, lo smontaggio è sempre controindicato
la butterfly è una strategia chirurgica che ti fa guadagnare solo su un ristretto range e per questo andrebbe aperta con pochi giorni di vita residua e facendo attenzione anche all’open interest
Iron condor è ottimo soprattutto se lo apri dopo un picco di volatilità
strutture come butterfly e calendar andrebbero sempre valutate su piattaforme specializzate che producono grafici di payoff configurabili perchè molto sensibili anche alla vola implicita

sleep2000
Scritto il 8 Ottobre 2010 at 17:17

Hai perfettamente ragione sul fatto che sia stata una pessima idea lo smontaggio della butterfly.
cmq, la butterfly era stata aperta a credito.. sisi hai letto bene a credito, ci ho lavorato un pochino, ma nel giro di 40 minuti sono riuscita ad aprila a credito, con corpo centrale di 2800 sul djeurostoxx 50.

potresti dirmi come correli l’open interest all’apeertura della butterfly?
Quali sono le piattaforme specializzate di cui parli? e di preciso cosa intendi per i pay-off? sai ancora mi amalgamo con la terminologia aglosassone.

gremlin
Scritto il 8 Ottobre 2010 at 18:57

Sleep2000
qui trovi quello che passa il convento oggi
http://www.additiva.it/ita/documenti.asp?tipo=Broker_e_Piattaforme
payoff è il profilo del risultato della strategia in termini di guadagno perdita al variare del sottostante
la butterfly la costruisci col corpo centrale su uno strike ad elevato open interest
settimana prossimo se riesco posto qualche grafico e relativo commento (ma sono incasinato…)

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