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Manovra finanziaria: salasso per il piccolo risparmiatore
La manovra finanziaria del governo è stata al centro dei dibattiti di molti lettori in questi ultimi giorni, Ora che i giochi sembrano fatti, e che la manovra finanziaria sia definitiva, è giusto tirare le somme. Tra le tante cose lette, una in particolare mi è piaciuta, sia per l’autore, il Luigi Zingales (pseudonimo di Robert McCormack) di cui già diverse volte ho parlato, e sia per il taglio che illustra in modo ottimale che alla fine paga sempre Pantalone. Avevamo dubbi? Assolutamente no. Nel post ADESSO BASTA! Avrete letto il mio malcontento per il sistema e per il mondo che ci circonda. E la nuova manovra finanziaria alla fine massacrerà ancora il lavoratore, ma non il milionario, bensì l’operaio che cerca di mettere da parte 100 € al mese perché il futuro, oggi, è tutto fuorchè ricco di certezze.
Dopo dichiarazioni, smentite, e controsmentite, il governo ha finalmente partorito la manovra finanziaria, una manovra complessa con pensanti riflessi sul mondo finanziario e del risparmio. Nel frenetico lobbying dell’ultima ora, chi vince e chi perde?
Apparentemente le più penalizzate sembrano essere le banche e le società finanziarie soggette ad un addizionale Irap pari allo pari allo 0,75 per cento. (…)
Le banche, penalizzate dall’addizionale Irap, guadagnano però da molti altri punti di vista. Innanzitutto, l’imposta sui depositi si riduce dal 27% al 20%. Per le banche ancora più importante che la riduzione dell’aliquota sui depositi è la sua equiparazione a quella di tutti gli altri strumenti finanziari (titoli di Stato esclusi). Da oggi depositi, obbligazioni corporate, e fondi comuni competeranno ad armi pari (almeno fiscalmente parlando). È l’aspetto di gran lunga migliore della manovra.
La differenziazione delle aliquote era un residuato storico che non aveva molto senso dal punto di vista logico.
Le banche vedranno anche ridurre il costo della raccolta grazie all’aumento vertiginoso dell’imposta di bollo sul deposito titoli che passa dai 34,2 euro attuali a 120 euro annui. Questo scoraggerà i piccoli risparmiatori dal detenere titoli e li spingerà verso i depositi. Le banche guadagneranno anche indirettamente dall’esenzione dei titoli di Stato dall’aumento dell’imposta sostitutiva. Questa esenzione probabilmente è stata introdotta per paura di turbare il mercato dei nostri titoli di Stato, già penalizzato dai giudizi delle società di rating. Ha però un effetto sullo stock dei titoli di Stato esistenti, che relativamente alle altre obbligazioni avranno un rendimento al netto delle imposte più elevato e quindi un valore di mercato più elevato.
Anche i fondi obbligazionari beneficeranno di questo aumento del valore dei titoli di Stato in portafoglio. Ma a fronte di questo beneficio vedono un aumento delle imposte future ed una eliminazione del vantaggio fiscale rispetto ai depositi. Per compensarli è stato promesso loro un trattamento fiscale di favore per investimenti di più lungo periodo. L’idea è buona ma deve essere realizzata in modo coerente. Per allungare l’orizzonte temporale degli investimenti non basta richiedere agli investitori di detenere i fondi per più di tot anni. Se i fondi cambiano completamente il loro portafoglio in media una volta all’anno, poco serve che i loro sottoscrittori non vendano. I piani di risparmio, quindi, devono essere disegnati in modo da favorire l’investimento di lungo periodo anche da parte dei fondi.
Il vero sconfitto dalla manovra è il piccolo risparmiatore. L’unificazione dell’aliquota su tutti redditi da capitale gli raddoppia quasi il prelievo fiscale. L’aumento di quattro volte dell’imposta di bollo trasforma questo aumento in un esproprio, per giunta fortemente regressivo. Tra imposta di bollo e imposta sostitutiva un risparmiatore con 10.000 euro in titoli che abbiano un rendimento medio nominale del 3% paga 180 euro all’anno in imposte pari al 60% del proprio reddito nominale e 180% del proprio rendimento reale (assumendo un tasso di inflazione pari al 2%). Un risparmiatore con 30.000 euro in titoli paga il 33% del proprio reddito nominale e 100% del proprio rendimento reale. Un risparmiatore con 100.000 euro in titoli paga il 24% del proprio reddito nominale in imposte e il 72% del proprio rendimento reale. Questo esproprio non solo è contro la logica economica, ma anche contro quella costituzionale che auspica la tutela del risparmio e la progressività delle imposte. Ben venga un’unificazione delle aliquote, ma non a spese dei piccoli risparmiatori. (Source)
Come avete notato, non si parla poi del passaggio dell’aliquota sui frutti delle obbligazioni, quindi sulle cedole, dal 12.5% al 20%. certo, sarebbe stata una bell mazzata, ma non dimentichiamo che avrebbe significato un allineamento alla media europea. Ma noi, che siamo italiani, non amiamo le cose lineari (anche perchè secondo me è un decisione, questa, solo rinviata…) e preferiamo attaccarci ad altre cose…
Anche la scelta di mantenere la cedolare secca sui titoli di Stato al 12,5 per cento in luogo del nuovo e più elevato livello del 20 per cento rappresenterebbe una inopportuna discriminazione a favore del deficit pubblico e a scapito degli impieghi nel privato: si tratterebbe di una misura evidentemente distorsiva (disincentiverebbe gli investimenti nei settori che più contribuiscono a ”fare” il PIL), volta illusoriamente ad agevolare il classamento dei titoli di Stato presso i risparmiatori italiani.
Gli estensori di questo appello invitano il governo e le forze politiche a riflettere sull’opportunità delle misure in esame. I conti pubblici italiani hanno bisogno di interventi severi di riduzione di spesa, possibili e opportuni intervenendo nelle sacche di inefficienza e rendita che in essa si annidano: eludere i sacrifici e illudersi di “fare cassa” inasprendo la tassazione del risparmio sarebbe un errore fatale per le prospettive di crescita del Paese. (Source)
MI ASSOCIO ALLA RICHIESTA DI MARIO SEMINERIO, e ringrazio Carlo G. che mi ha segnalato questo post.
Resta da chiedersi, con i tassi attuali, che senso ha investire per tutti quei piccolo risparmiatori che, oggi hanno da parte cifre pari a circa 30.000 € o inferiori. Tanto vale lasciarli sul conto corrente. E per fortuna che la forza dell’Italia era il piccolo risparmiatore… ma stiamo sereni. Almeno le banche, sempre loro, qualche beneficio in più ce l’avranno….
NB: leggere i commenti con gli ultimi aggiornamenti…..
STAY TUNED!
DT
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DT, credo che L.Zingales si chiami proprio L.Zingales, non Robert Mc…. . Ha la cattedra intitolata a McCormack , quello si’, se Wikipedia e’ corretta. 😉
Passi la parificazione del capital gain al 20% (anche se io avrei differenziato tra investimenti speculativi e non) ma il bollo a 120 € è un furto, bisognerebbe chiudere tutti i conti correnti….
non ho capito una cosa: ma sulle cedole delle obbligazioni si paga ancora il 12,5%? sapete se le gestioni separate saranno anche loro tassate al 12,5%?
Grazie
mattia06: non ho capito una cosa: ma sulle cedole delle obbligazioni si paga ancora il 12,5%? sapete se le gestioni separate saranno anche loro tassate al 12,5%?Grazie
mi permetto un appunto in attesa di conferme o smentite.
Mi pare d’aer caspito che il bollo che aumenta non è quello del c.c ma quello del deposito titoli.
Mi vien da fare un ragiomento stupidino…
il D.a, come sappiamo è tassato.
La rubrica fondi e le rubbriche polizze no.
Avete presente se d’ora in poi, per rispariamre sul bollo, ci mettiamo tutti a comprare fondi o, meglio ancora, le mitichepolizzefinanziarieacapitalegarantito ?
Fantafinanza…sicuramente.
tasse o non tassse , una sola cosa si evidenzia :in questo paese vanno bene i ladri ! comunque ad ottobre non serviranno tasse , ma molte bare o fosse comuni !
se i risparmi di un lavoratore sono 30.000 euro è ALTAMENTE consigliabile che li lasci su un conto corrente, magari di deposito.
Da un vertice segretissimo:
”Dunque care banche , vi aumento un pochino l’irap tanto per gettare un po di fumo, ma al tempo stesso, faccio in modo che il risparmiatore sia disincentivato a lasciarli in dt, come conseguenza l’allocco vi lascierà i suoi (sudati eh?) denari in c/c magari un pizzico renumerati però, mi raccomando!”
ma…….
a voi il termine riserva frazionaria non è che vi suggerisce un nonsochè di sinistro?
🙄
Krugerrand forever!
Ehhh…così fornisci la liquidità alle banche… che con la fame che c’è oggi non fa certo schifo…
Commento in stile Tremonti:
“aumento spvopositato, impovto spvopovzionato, timing inadeguato”
Timing inadeguato perchè colpire il risparmio, soprattutto delle famiglie, in questa fase potrebbe essere controproducente.
Come possiamo fare per non farci colpire da dooH niboR?
– Chi ha più conti potrà unificarli, rinunciando alla diversificazione tra intermediari e rinunciando a sfruttare le migliori offerte e i migliori servizi delle varie banche (bella bastonata alla concorrenza…) 👿
– Il trader hobbista che ha un solo conto titoli, o rinuncia all’hobby e si affida ai fondi o sposta tutto all’estero (sempre che voglia fare la dichiarazione dei redditi con tutti i conteggi del caso).
– Il risparmiatore fai da te, che magari vuole farsi la pensione con qualche btpi, avrà serie difficoltà a portare i risparmi all’estero, magari in Svizzera, sia per via della dichiarazione dei redditi sia perchè i costi delle banche svizzere lo rendono antieconomico (e poi di broker esteri che trattano il MOT non ce ne sono molti). E allora dovrà subire e pagare, o mollare il fai da te e passare ai fondi o ai conti deposito, oppure potrebbe spendere i propri risparmi e contribuire alla crescita del PIL, mandando a monte il progetto “la pensione me la faccio da me” o “metto via qualcosa per i figli”…
A parte questo, nella manovra si parla anche dei tanto auspicati tagli ai politici, che nel caso degli stipendi dei parlamentari ammonta a circa il 50% (poi bisogna vedere se l'”omnicomprensivo” comprende anche tutte le varie indennità e spese …); partirà dalla prossima legislatura (ovviamente chi l’avrebbe votata se fosse partita subito?).
Teniamoli d’occhio, per non lasciare che questo articolo resti inapplicato, come purtroppo accade spesso…
winfor@finanza: Da un vertice segretissimo:”Dunque care banche , vi aumento un pochino l’irap tanto per gettare un po di fumo, ma al tempo stesso, faccio in modo che il risparmiatore sia disincentivato a lasciarli in dt, come conseguenza l’allocco vi lascierà i suoi (sudati eh?) denari in c/c magari un pizzico renumerati però, mi raccomando!”ma…….a voi il termine riserva frazionaria non è che vi suggerisce un nonsochè di sinistro? Krugerrand forever!
Ma non era a giugno?
7voice@finanza: tasse o non tassse , una sola cosa si evidenzia :in questo paese vanno bene i ladri ! comunque ad ottobre non serviranno tasse , ma molte bare o fosse comuni !
Sbagliato volevo “quotare” questo
Ma non era a giugno?
Peggio molto peggio…
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-04/manovra-stata-trasmessa-colle-125222.shtml?uuid=AaUu3BlD
Nuova imposta di bollo variabile per i depositi titoli. Lo prevede il testo definitivo del decreto legge sulla Manovra che é stato trasmesso al Quirinale e che Radiocor anticipa. Si passa da 10 euro per quello mensile a 120 per quello annuale; dal 2013, poi, per importi sotto i 50mila euro da 12,50 euro a 150 e per quelli sopra i 50mila euro da 31,66 a 380 euro. Il decreto é di 39 articoli e due allegati e dovrà essere esaminato e controfirmato da Giorgio Napolitano prima della sua pubblicazione in Gazzetta.