MACROECONOMIA ed ORO: ad un passo dal golden cross

Scritto il alle 14:30 da Roy Reale

GUEST POST: impostazione tecnica che torna molto interessante per i metalli preziosi, gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e degli investitori istituzionali.

Oro e argento hanno accusato nella settimana una correzione tecnica ribassista rispettivamente nelle giornate di martedi’, mercoledi’ e giovedi’, a causa di intense prese di profitto (profit taking) da parte degli operatori a breve termine (short-term traders).
Le quotazioni del lingotto hanno oltrepassato la media mobile a 200 giorni (200-days moving average) posta a 1.306,00 $/oz (grafico sotto); cio’ suggerisce l’ulteriore prossimo abbattimento, a breve, dell’area di resistenza posta a 1.360,00 $/oz.

E’ interessante osservare anche la media mobile a 10 giorni dell’oro, che si e’ attestata sui 1.302,30 $/oz.
Se la media mobile a 10 giorni (10 days moving average) dovesse oltrepassare i 1.306,00 $/oz (media mobile 200 giorni), questo sarebbe un segnale estremamente “bullish” per il lingotto.
Infatti, quando la media mobile a breve termine “scavalca” la media mobile a lungo termine, a livello tecnico si realizza la cosiddetta “croce d’oro” (golden cross), indicazione di ulteriori rialzi nelle quotazioni.
L’eventuale demolizione della resistenza di cui sopra (1.360,00 $/oz) darebbe luogo ad un rally di medio termine, con tre importanti targets:

• 1.433,33 $/oz (raggiungendo il primo massimo di agosto 2013, all’interno dell’attuale configurazione grafica di “doppio minimo rialzista” – “double bottom reversal”);
• 1.491,00 $/oz (raggiungendo la media mobile a 200 settimane – 200 weeks moving average);
• 1.685,00 $/oz, primo grande target/obiettivo dell’attuale configurazione (pattern) di doppio minimo rialzista.

Anche l’argento ha superato di slancio la media mobile a 200 giorni (che si attestava a 21,04 $/oz); il primo target rialzista e’ posto a 22,20 $/oz, mentre il secondo livello di resistenza lo troviamo intorno ai 23,30 $/oz.
Se si dovesse superare quest’ultima resistenza, mi aspetterei un rally del “silver” sino all’area posta a 25,00 $/oz.
Il trend e’ e rimane decisamente rialzista per entrambi i preziosi: questo non esclude eventuali “pullback” (momenti di pause ribassiste) che prenderanno piede all’interno del trend principale, a causa di prese di profitto da parte degli operatori, e correzioni tecniche.
Gli operatori avveduti accumulano soprattutto nelle fasi di “pullback” del trend: identificata una tendenza dominante, essi “entrano” nel mercato proprio nelle fasi di ritracciamento transitorio e vendono (take profit) sui “picchi”.

Vi sono anche altri motivi che mi fanno ritenere che l’oro sia entrato in territorio “toro”.
Innanzitutto, la crescita della massa monetaria negli USA. L’aggregato monetario (M2) “misura” l’offerta di moneta (money supply) e include nei propri calcoli il “contante” (cash), i saldi di conti corrente (savings) e i depositi bancari in generale.
Come puoi vedere dal grafico sotto, da 2012 ad oggi negli USA la massa monetaria e’ in continuo aumento, nonostante il “tapering” (rallentamento dell’espansione monetaria) da parte della FED.

A Gennaio di quest’anno, il ritmo dell’espansione monetaria e’ addirittura balzato all’8,75% (dato mensile ma su base “annuale”, ricavato da Bloomberg’s Precious Metal Mining Team).
Nel 2012 la massa monetaria crebbe del 7,63% su base “annuale” e nel 2013 crebbe di un altro 4,74% su base annuale. A gennaio 2014, in un solo mese, il dato rapportato su base annuale e’ addirittura superiore ai due anni precedenti. Questo è il segno che la FED intende “dare il via” alle dinamiche inflazionistiche, nella speranza di fare riprendere l’economia a stelle e strisce e di erodere il pesante fardello del debito pubblico, privato ed estero, riducendo ulteriormente il valore del dollaro americano…(grafico sotto concernente l’espansione della massa monetaria in USA).

L’altro importante dato “bullish” sull’oro e’ il grafico che ti posto qui sotto, inerente le “gold stocks” ovvero le quotazioni delle compagnie minerarie aurifere, al Philadelphia Gold & Silver Miners Index (XAU).
Come puoi notare, nel corso di TRE DECADI, dal 1984 a oggi, SOLO tre volte le quotazioni delle compagnie minerarie sono risultate essere NEGATIVE PER TRE ANNI CONSECUTIVI. L’ultimo triennio di quotazioni negative e’ quello che parte dal 2011 e arriva al 2013. Il 2014, QUINDI, dovrebbe essere il punto di svolta (the turning point), anche per le quotazioni delle compagnie minerarie.

Riccardo G. – Deshgold

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