Macroeconomia e oro: Bernanke e gli effetti del “no taper”

Scritto il alle 09:00 da Roy Reale

GUEST POST: analisi della politica monetaria USA,  intermarket e il comportamento delle banche centrali. Il solito barometro settimanale dell’oro e gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e degli investitori istituzionali.

Mercoledi sera, la FED ha annunciato che non vi sara’ alcuna svolta nell’attuale politica di espansione monetaria (quantitative easing).  La Fed continuera’ ad acquistare assets (titoli del tesoro e obbligazionari) all’eccezionale ritmo di 85 miliardi di dollari mensili. Dette politiche espansionistiche rafforzano il ruolo dell’oro e dell’argento a titoli di “safe haven” in quanto, protratte per lungo tempo, sfoceranno nella distruzione di valore del biglietto verde e nell’iperinflazione globale.

Di seguito sotto un grafico che evidenzia la correlazione tra il valore dell’oro – in giallo –  e l’espansione monetaria ‘quantitative easing – in bianco.

Ieri sera gli operatori sono tornati a speculare al ribasso sull’oro. La causa: un’intervista a Bloomberg TV al Presidente della Fed di Saint Louis, James Bullard.    

Bullard ha sostenuto, che a dispetto di quanto affermato da Bernanke, la FED e’ pronta a ridimensionare l’allentamento quantitativo a partire dalla prossima riunione di ottobre. Bullard ha aggiunto che il “tapering” sara’ messo in atto “se i dati economici lo permetteranno”. 

Grazie per avercelo ricordato James. Sono le stesse cose che Bernanke ci dice da mesi. Il solito gioco delle parti tra i membri votanti del FOMC (il braccio operativo della FED). Durante la conferenza di mercoledi’ rilasciata ai giornalisti, “Elicottero Ben BernaQE” ha commentato la decisione di cui sopra in questi termini:

“L’economia non e’ ancora sufficientemente robusta (strong enough), pertanto non possiamo iniziare il ‘tapering’ o assottigliamento dell’espansione monetaria”.

L’economia non e’ sufficientemente robusta? Ma cosa stai dicendo Ben? La stampa “mainstream” che ti regge il sacco continua a declamare “Ripresa! C’e’ la ripresa!” e oggi ti “accorgi” che l’economia non va come dovrebbe andare? All’interno di ogni grande ciclo economico, vi sono dei mini-cicli di 4 anni. Ora, la crisi culminata con il fallimento della Lehman Brothers e’ accaduta proprio a settembre di 5 anni or sono.

Se vi fosse stata la famosa “ripresa economica” gli USA dovrebbero cavalcarla, dato che sono usciti dal quarto anno, il 2012 (a partire dal 2008, anno in cui cominciò la recessione) e sono gia’ al primo del secondo ciclo. E’ evidente che la ripresa esiste solo nelle “menti” degli editori dei media mainstream. Concentriamoci su alcuni aspetti riguardanti l’espansione monetaria (quantitative easing).

Per quale motivo, nonostante la FED abbia immesso almeno 3 trilioni di dollari nel circuito finanziario, non vi e’ stata la minima ripresa dell’economia dal 2008?

A chi giova questa politica esasperata di espansione monetaria (in gergo tecnico “quantitative easing”)? Giova alla ripresa dell’economia reale?

I destinatari di tanta liquidita’ sono le banche statunitensi, le “troppo grandi per fallire” o “too big too fails”. Dei 2,8 trilioni di dollari emessi dalla FED comperando titoli del Tesoro Statunitense (e quindi indebitando lo Stato USA, caricando indirettamente di tasse il cittadino americano) piu’ della meta’ sono andate al sistema finanzario USA il restante ad altre banche europee e asiatiche. Il punto della questione (a chi giova il quantitative easing) e’ il seguente: se l’espansione monetaria e’ attuata al fine di “fare riprendere il ritmo all’economia”, per quale motivo l’82% di questo denaro (1,8 trilioni di dollari) e’ stato ridepositato dagli operatori del sistema finanziario, che lo hanno ricevuto presso i “conti deposito” (Cash Account) della FED? (Vedi il grafico a seguire)

Per quale motivo le banche riceventi non lo hanno messo in circolazione all’interno dei flussi economici? La sola spiegazione che troviamo congruente e’ la seguente:

LA FED STA PROVVEDENDO ALL’ESPANSIONE MONETARIA CON L’UNICO FINE DI NON FARE COLLASSARE L’INTERO SISTEMA FINANZIARIO MONDIALE.

Non vi puo’ essere altra spiegazione in merito.

QUINDI LA FED, NON ESPANDE LA BASE MONETARIA PER FARE RIPARTIRE L’ECONOMIA E ABBATTERE LA DISOCCUPAZIONE. QUESTA E’ PROPAGANDA PER FARE ACCETTARE ALLE MASSE LA DISTRUZIONE DEL VALORE DEL DOLLARO.

La ragione delle politiche della FED ce la spieghiamo in questo modo:

quando la FED acquista titoli del tesoro dallo Stato o altre obbligazioni, rilascia (su richiesta degli istituti finanziari interessati) questi titoli in cambio di altri titoli tossici o di strumenti derivati, in particolar modo degli “interest rate swap”, ovvero contratti a termine emessi per proteggersi dai rialzi dei tassi di interesse.

In pratica, la FED scambia titoli obbligazionari solvibili contro “spazzatura” tossica insolvente. Ora, i derivati sui contratti a termine, a livello globale ammontano a qualcosa come 441 trilioni di dollari.  Il rialzo dei tassi a livello globale riscontrato nel mese di maggio mette a repentaglio la BOLLA SUI DERIVATI SUI TASSI D’INTERESSE. 

I grandi istituti finanziari che hanno venduto questi contratti, rischiano di dover indennizzare le controparti assicurate, per centinaia e centinaia di miliardi di dollari, nel caso di rialzi dei tassi di interesse.  Nel caso di un eventuale rialzo dei tassi di interesse, essi preferiscono ridepositare il “contante” ricevuto dalla FED presso la Banca Centrale stessa, senza ricevere alcun interesse invece che erogare finanziamenti agli operatori dell’economia reale.

Detto “contante” sara’ utilizzato nel caso di scoppio della bolla dei derivati sui tassi d’interesse: essi potranno usufruirne per tamponare buchi di bilancio, oppure per riacquistare proprie obbligazioni e azioni sul mercato.

Quindi le politiche di “quantitative easing”, lungi dall’essere finalizzate a rimettere in moto l’economia e ad abbassare il tasso di disoccupazione, sono finalizzate al “salvataggio” del sistema finanziario mondiale, impantanato in una bolla mastodontica di ben 441 trilioni di dollari di esposizione sui derivati nei tassi d’interesse.

Prima o poi la FED perdera’ il controllo dei tassi d’interesse, come e’ successo a maggio di quest’anno. E allora sara’ costretta, al fine di non fare fallire l’interso sistema finanziario globale, a quintuplicare, sestuplicare e oltre, il ritmo di acquisti di assets mensili.  La FED, con la decisione di mercoledi, e’ entrata di fatto in un periodo che potremmo definire di QUANTITATIVE EASING ILLIMITATO. 

Dato che l’entita’ della bolla e’ a dir poco mostruosa, potete stare certi che BernanQE (e Janet Yellen ovvero la prossima titolare della FED)  porteranno gli USA dritti al totale collasso, e al totale crollo del valore del dollaro americano.

Riccardo G. – Deshgold

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6 commenti Commenta
alfio200
Scritto il 23 Settembre 2013 at 12:22

Scusa, Gen…

hai parlato molto di QE, dollaro ed economia USA, ma quasi niente di oro.

Andamento dei prezzi nel breve, nel lungo e nel lunghissimo? Se crolla il dollaro con Euro a 2 o più? Se il dollaro cessa di esistere come moneta di scambio internazionale…

idleproc
Scritto il 23 Settembre 2013 at 19:37

Grandissimo post.
La domanda che mi pongo da mò è che dovrebbero avere una risposta strategica alla demolizione (non immediata) del dollaro.
Una nuova moneta occidentale?
L’abbandono delle monete fiat e la sostituzione con un paniere di beni reali?
Il tutto connesso ad una zona di libero scambio garantita e costruita geopoliticamente dalla forza militare e da “governi” compatibili?
Ovviamente mantenendo il sistema di potere attuale che entrerebbe in crisi in una soluzione di “mercato” che farebbe fallire le TBTF e che ci renderebbe tutti più liberi.

lampo
Scritto il 23 Settembre 2013 at 21:32

Il collasso del dollaro e delle ovvie implicazioni sul sistema finanziario mondiale (compresa la salita, in termini di valore, dei metalli preziosi) è l’ultima spiaggia che considero quasi “utopistica” (ma non impossibile).
Ci sono ancora molte alternative quali:

– l’adozione di uno o più panieri di valute, a seconda dell’area geografica, per gli scambi internazionali (l’ideale sarebbero i diritti di prelievo del FMI, cioè gli SDR;

– emissioni di titoli di stato basate non più su un singolo Paese ma su un gruppo di economie, al fine di ridurre la penalizzazione imposta (correttamente) dagli investitori a quelle meno virtuose)… un esempio gli eurobond… o perché no gli USA-CAD-GB bond;

– l’adozione di una politica inflattiva pluridecennale controllata, in modo che l’inflazione rimanga in certi range idonei a svalutare, nel lungo termine, il debito. Tale metodo venne già usato dagli stessi USA nel dopoguerra… e anche dall’Argentina (dove però il controllo non riusci ad essere mantenuto). Un approfondimento: http://www.nber.org/papers/w15562 ;

– la sostituzione del QE USA con altre operazioni massicce di QE al di fuori degli USA, in particolare dove è presente una valuta che ha importanza come riserva internazionale (in Giappone l’hanno già fatto)… ma ci sono valute più importanti!

– in estremis l’emissione di titoli di stato quasi “perpetui” (centennali per esempio) che vadano a sostituire il debito in scadenza. Il problema però è come valorizzarli in maniera reale e sicura, e come imporre una crescita economica sostenibile… in modo che non si ricada, prima della loro scadenza, nelle stesse problematiche attuali!

A parte l’ultima, tali alternative sono state elencate in maniera casuale.

Quindi prima di incorrere in un collasso del sistema finanziario… ne devono passare di generazioni… salvo gravi shock esterni (geopolitici, climatici, energetici, malattie, ecc.).

lampo
Scritto il 23 Settembre 2013 at 21:39

Dimenticavo una mia semplice impressione: dalle sue mosse, mi pare che la FED stia seguendo la soluzione citata nel documento di approfondimento.

gennaroporcelli
Scritto il 24 Settembre 2013 at 03:05

alfio200@finanza,

Ciao Alfio.
Rispondo alla tua domanda, prima pero’ lascia che io dia i meriti a Riccardo per il lavoro che fa ogni settimana nel redigere il barometro (che viene poi ripubblicato qui su Intermarket and More).

I mercati in questi anni mi hanno insegnato a prendere le decisioni dei miei investimenti non piu’ basandomi su news di breve termine bensi’ lavorando sui numeri e analisi storico/statistica degli stessi.

Non posso sapere con certezza se e quando il dollaro USA crollera’ (anche se ritengo che negli scambi internazionali in qualche modo verra’ sostituito con altra valuta o paniere di valute).

Quel che so con certezza e’ che oggi, rispetto ai 2 precedenti Cicli Naturali che l’Oro ha fatto registrare nel secolo scorso, l’Oro e’ a forte sconto e possiede un potenziale di rivalutazione molto elevato.

Qualche ora fa ho completato un nuovo articolo dove rifletto molto sulla temporalita’ dell’investimento e le scelte che legano gli investitori ai loro investimenti.
Lo trovi a questo link:
http://www.deshgold.com/figli-del-breve-termine/

Ti auguro una buona notte.

alfio200
Scritto il 24 Settembre 2013 at 22:40

Grazie, Gen…per competenza e gentilezza.

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